A Bologna apre FICO. Pronta in quattro anni la “Disneyland” della biodiversità italiana
“Dal seme alla forchetta”: questo il claim del parco agroalimentare bolognese in apertura il 15 novembre. Risultato di una sinergia tra pubblico e privato, si pone l’ambizioso traguardo di attrarre sei milioni di visitatori. Tra didattica e gioco, tra produzione e consumo, tra vendita e intrattenimento.
Un mese dopo l’apertura del Centro Arti e Scienza della Fondazione Golinelli progettata da Mario Cucinella Architects e in attesa dell’edificazione dell’Hospice pediatrico di Renzo Piano Building Worskhop – che dovrebbe essere ultimato entro il 2020 -, a Bologna si è concluso l’iter realizzativo di un altro intervento architettonico ampiamente annunciato. Dal prossimo 15 novembre entrerà infatti in attività FICO Eataly World, il “parco dell’agroalimentare più grande del mondo” realizzato nell’area del CAAB – Centro Agro Alimentare Bologna. Con un sviluppo pari a 100.000 metri quadrati, FICO – acronimo di Fabbrica Italiana Contadina – è il risultato dell’idea “di poter vivere e condividere tutte le fasi di trasformazione del prodotto in un unico luogo, dalla nascita nella terra madre fino alla forchetta, passando per le fasi di lavorazione, produzione, vendita e conoscenza”, ha raccontato Thomas Bartoli, architetto a capo di Eataly Design e progettista dell’impianto complessivo.
IL NUOVO CENTRO
Il nuovo centro è sorto in seguito alla riconversione di volumi esistenti – risalenti agli Anni Settanta e ritenuti eccedenti rispetto alle attuali esigenze del centro agroalimentare -, e punta a divenire un indirizzo di riferimento “per la conoscenza della cultura enogastronomica italiana”. Per conseguire questo obiettivo è stata messa a punto una formula specifica: FICO raccoglie, in un solo luogo, ristoranti, chioschi, negozi e laboratori per la preparazione degli alimenti con campi e stalle, rendendo così evidenza dell’intero iter della produzione, come dichiarato con lo slogan “dal seme alla forchetta”. A precedere l’avvio dei lavori di ristrutturazione è stato lo spostamento, in una sede contigua, del mercato ortofrutticolo; per le sue funzioni è stata predisposta la Nuova Area Mercatale, attiva da aprile 2016. Promosso dal Comune di Bologna, FICO fa capo alla società omonima detenuta dal gruppo Eataly, fondato da Oscar Farinetti, insieme a Coop Alleanza 3.0 e Coop Reno, cooperative di consumatori del sistema Coop. Oltre alla nascita della fondazione omonima, sono stati siglati accordi con partner pubblici; tra questi rientra la collaborazione con ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo, per effetto della quale saranno intraprese azioni promozionali, in Italia e all’estero, finalizzate al raggiungimento del traguardo dei sei milioni di visitatori.
GLI SPAZI INTERNI E LE AREE MULTIMEDIALI
Nei due ettari di spazi all’aperto di FICO vivranno circa duecento animali, non destinati alla macellazione, ma alle attività didattiche; saranno inoltre coltivate 2.000 piante. In un’area pari a 300mq sono stati piantumati “frutti dimenticati e piante biodiverse”, considerati il fondamento del “frutteto della biodiversità”, una delle presenze chiave per veicolare la funzione divulgativa su cui il centro punta in maniera preponderante. Gli otto ettari all’interno alternano spazi pubblici e ambienti di lavoro. Un mix funzionale del quale si può cogliere il senso attraversando la galleria centrale, divisa per filiere alimentari e rappresentativa di tutte le regioni italiane. È dotata di percorsi a terra contrassegnati da colori diversi: al verde, identificativo delle aree espositive o finalizzate alla sosta, si affianca il marrone, che evidenzia le zone di transito, destinate anche al passaggio delle biciclette a tre ruote messe a disposizione degli utenti. Nel progetto degli spazi interni “innovativo ma rispettoso dell’uso originale del luogo, che era un mercato all’ingrosso”, come ha precisato ancora Bartoli, prevale “l’utilizzo dell’acciaio per le parti operative”, accompagnato da materiali naturali e dalla “presenza della natura, attraverso un continuum tra campi e galleria”. Arredi, cucine, apparati funzionali e dettagli portano la firma di numerose aziende italiane del settore design. Al di sotto della nuova copertura, ricoperta di pannelli fotovoltaici per garantire l’autosufficienza energetica di FICO, si susseguono 40 fabbriche alimentari in funzione, altrettanti punti ristoro – dai bar fino ai chioschi per il cibo di strada e ai ristoranti stellati – aree dedicate allo sport, aule didattiche per le attività rivolte ai bambini, una libreria-sala lettura, uno store Eataly per fare la spesa, un centro congressi modulabile, con una capienza massima di 1.000 persone, e i servizi canonici. Per sollecitare il pubblico più giovane – l’obiettivo è attirare 300.000 visitatori da 6 ai 13 anni, tramite progetti su misura per le scuole – e posizionarsi come soggetto attivo sul fronte dell’educazione alimentare, all’interno di FICO sono presenti anche le cosiddette “giostre”. Si tratta di sei allestimenti tematici, distribuiti lungo la galleria, accessibili previo pagamento di un biglietto – l’ingresso al resto del centro è gratuito – dove saranno proposti contenuti tematici.
RISCOPRIRE IL GESTO DELLA SEMINA NELL’HORTUS DI CARLO RATTI ASSOCIATI
Cinque delle sei giostre a disposizione degli utenti – L’uomo e il mare; L’uomo e il fuoco; L’uomo e la Terra; L’uomo: dalla Terra alla bottiglia; L’uomo e gli animali – sono state progettate dallo studio milanese Limitezero, con la collaborazione di Clonwerk. Sono scandite da un “ritmo” ricorrente: quattro gli step che si ripetono nel percorso di visita, con un’introduzione sviluppata nella forma di apprendimento passivo, cui seguono quello attivo, con giochi e stimoli interattivi, proiezioni d’effetto. In ciascuno di questi allestimenti tematici, vengono inoltre proiettati “I film delle giostre”, cortometraggi realizzati dagli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano, con il coordinamento di Maurizio Nichetti. Come preannunciato, anche lo studio Carlo Ratti Associati prende parte al progetto con il padiglione interattivo L’uomo e il futuro. Compreso nel circuito delle giostre, si differenzia dagli altri per contenuto e format. Con l’intento di consentire a chiunque di riconquistare il gesto della semina, propone infatti una combinazione tra agricoltura idroponica e tecnologie digitali. Seguendo semplici istruzioni, i visitatori potranno piantare un seme – a scelta tra basilico, lattuga riccia, rucola e lattuga cappuccina – nella vasca idroponica installata. Ciascuna nuova piantumazione è associata a un codice numerico: tramite la web app dedicata sarà possibile seguire, anche a distanza, il ciclo di crescita della “propria” piantina. Dopo essere germogliata e cresciuta, sarà raccolta e consumata all’interno di FICO. “Chiunque sia cresciuto in una fattoria conosce bene il sentimento con il quale, dopo aver piantato un seme, ne si controlla ossessivamente i progressi ogni giorno. È in quei momenti che si va a scoprire la magia della vita che si svela”, ha affermato Carlo Ratti, che dopo aver ultimato la nuova Fondazione Agnelli a Torino, di recente ha curato la mostra The Green & The Grey, su temi analoghi, in occasione dell’EDIT – Expo per il Design, Innovazione e Tecnologia di Toronto. “Con questo progetto volevamo provare a rendere quell’esperienza accessibile a tutti, anche a coloro che vivono in città”.
– Valentina Silvestrini
FICO Eataly World
Bologna, Via Paolo Canali, 8
www.eatalyworld.it
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