Milano: svelato il concept della Triennale di Milano del 2019 curata da Paola Antonelli
In programma da marzo a settembre 2019, la mostra sarà incentrata sul rapporto tra l’uomo e la natura, che si è spezzato e deve essere ricomposto. Dai biomateriali alle ultime frontiere della robotica, il design speculativo confina con la fantascienza e la posta in gioco è la sopravvivenza stessa della nostra specie.
Democratica, partecipativa, aperta a “tutte le forme di design, anche a quelle che stanno per nascere e che ancora non conosciamo”. È la Triennale secondo Paola Antonelli, la ventiduesima Esposizione Internazionale affidata alla celebre curatrice “prestata” per un anno e mezzo dal MoMA di New York, presentata alla Triennale di Viale Alemagna di Milano e in programma dal 1 marzo al 1 settembre 2019. Il titolo, Broken Nature: Design Takes on Human Survival, è già un manifesto programmatico e rivendica la volontà di riportare il design, troppo spesso escluso dai tavoli attorno ai quali vengono prese le decisioni importanti, al centro della riflessione sul mondo di domani. Per spiegare perché sarebbe miope demandare completamente alla politica o alla scienza sfide come la ricomposizione della frattura tra l’uomo e una natura torta, spezzata, calpestata o lo studio di nuove strategie di sopravvivenza per la nostra specie in situazioni sempre più estreme, Paola Antonelli usa uno schema concettuale che le è caro, il “ciclo di Krebs della creatività” di Neri Oxman in cui le varie discipline si nutrono e contaminano a vicenda in maniera virtuosa. Superare i singoli approcci settoriali, col design a fare da collante tra scienze della vita e scienze sociali e da catalizzatore, aiuta a guadagnare profondità di campo. “Uno dei problemi principali del mondo d’oggi”, spiega la curatrice, “è la nostra fisiologica mancanza di una visione a lungo termine, che invece sarebbe indispensabile per disegnare un mondo che non vada dritto verso la catastrofe”.
PROGETTI E PROSPETTIVE
La selezione dei progetti non è ancora iniziata e cominciano appena a delinearsi le modalità con le quali avverrà – “ci sarà un comitato scientifico, che fungerà anche da giuria, ma l’idea è quella di stabilire un dialogo con gli enti internazionali piuttosto che di giudicare tout court” – ma appare chiaro che il discorso, partendo dal design organico e attraverso una serie di opere su commissione e prestiti, andrà a toccare alcuni dei grandi temi del nostro tempo, dalla disumanizzazione dei processi produttivi e del lavoro alle migrazioni, e che non potrà prescindere dai frutti più avanzati della ricerca negli ambiti del biodesign e della robotica. Il tutto senza trascurare il dato estetico: “Siamo in debito con la natura” prosegue Antonelli “ma questo non deve tradursi in una penitenza sensoriale”.
Con la nuova edizione dell’Esposizione Universale, secondo appuntamento del nuovo corso di una delle manifestazioni più importanti dedicate all’architettura e al design in campo internazionale inaugurato lo scorso anno dopo oltre un decennio di interruzione, dovrebbe proseguire il momento magico di Milano – città che, per quanto attiene al design, “continua a garantire un buon bilanciamento tra presenza imprenditoriale e soft power” e mantiene un ruolo di primo piano “nonostante gli equilibri siano in rapida mutazione e sia sempre più difficile individuare il centro del sistema”. Anche il sindaco Sala si augura che questa sia “la Triennale della svolta”, dopo l’esperienza in chiaroscuro del 2016 che “non ha soddisfatto del tutto le aspettative”.
– Giulia Marani
Broken Nature: Design Takes on Human Survival / Milano, dal 1° marzo al 1° settembre
XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano
A cura di Paola Antonelli
www.triennale.org
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