Milano si candida a diventare Capitale italiana del Jazz. Con i progetti Jazzdo.it e Jazz.mi
Si rivolgono a tutti i componenti della filiera del jazz quali artisti, etichette discografiche, festival, editori, media, associazioni, professionisti, studiosi e appassionati. Parliamo di Jazzdo.it e Jazz.mi che candidano Milano a Capitale italiana del Jazz.
Milano sta attraversando un periodo di grande rinascita e di attenzione internazionale. Dall’arte all’architettura, dal design al paesaggio, la città è al centro di importanti progetti. Basti pensare alla futura Biblioteca degli Alberi in zona Porta Nuova, alla Fondazione Prada di Rem Koolhaas, al nuovo Palazzo del Cinema, o ancora a manifestazioni culturali come Bookcity e Piano City. Da qualche anno Milano spinge per candidarsi anche a capitale italiana del Jazz, con il progetto Jazz.mi e il neonato Jazzdo.it, dieci giorni di paesaggi sonori con musica, concentri, incontri. Un appuntamento unico in Italia che vuole rilanciare la centralità del jazz italiano nel mondo, ponendosi come un momento d’incontro e di riflessione sul jazz e il suo universo musicale. Come molte delle imprese sopra citate, anche questi due progetti nascono dal dialogo tra pubblico e privato: istituzioni e aziende che si mettono al servizio della città. Nello specifico, il nuovo progetto Jazzdo.it (conclusosi il 12 novembre 2017) è realizzato grazie al sostegno di SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), e si rivolge a tutti i componenti della filiera del jazz quali artisti, etichette discografiche, festival, editori, media, associazioni, professionisti, studiosi e appassionati.
MILANO E IL JAZZ BY PAOLO FRESU
Il programma si è articolato con un fitto calendario di appuntamenti iniziato con un’anteprima al Teatro dell’Arte della Triennale, che ha visto Paolo Fresu incontrare il Presidente della SIAE Filippo Sugar e annunciare l’intervista al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, su come sostenere il Jazz, un bene comune artistico e una delle eccellenze culturali del nostro paese. Fresu ha sottolineato l’importanza di creare in futuro una ‘federazione’ dei festival jazz in Italia, senza distinzione di grandezza o di importanza. Come fondamentale è la didattica di quest’arte: l’insegnamento del jazz nelle accademie o nei conservatori italiani è piuttosto recente, dato che risale a poco meno di vent’anni fa.
IL PROGRAMMA
Attraverso convegni, panel, focus con operatori e artisti italiani ed internazionali, si è parlato quindi di jazz in tutte le sue declinazioni, dalla produzione discografica al live, dalle tendenze artistiche all’export internazionale, favorendo collaborazioni e scambi. Ed è proprio questa la vocazione e la novità del Festival JAZZ.MI: promuovere il jazz in tutti i settori della cultura; riportarlo nei piccoli locali periferici e nei luoghi dell’arte; parlare di musica ma anche di rigenerazione urbana; saper creare uno stretto dialogo con il pubblico di appassionati. Del resto la musica jazz è un panorama caleidoscopico di suoni ed energia, ricco di contaminazioni, così come la vita: ‘To all those born with wings’, racconta il saxofono di Jan Garbarek.
– Claudia Zanfi
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