Alessio Bolzoni (Crema, 1979) è un fotografo italiano di moda, che ormai da qualche anno vive a Londra, dopo un periodo trascorso a Parigi e una formazione scolastica nel nostro Paese.
Sin da ragazzo, oggi ha quasi quarant’anni, ha coltivato parallelamente al suo lavoro commerciale un interesse per la ricerca sulle immagini. Nel recente libro, Abuse, che potrebbe essere definito un libro d’artista, la riflessione è sull’uso e, dunque, sulla sua estremizzazione, l’abuso. Soggetto delle recenti fotografie sono dei fiori recisi, fotografati come su un tavolo operatorio, costituito da un foglio di carta bianca. Sono dei corpi privi di vita, che prima di morire hanno combattuto una loro piccola battaglia.
Quello che compie quotidianamente l’uomo è un abuso sulla natura, attraverso ritmi vorticosi di produzione, di sfruttamento. Ma a Bolzoni non interessa fare un lavoro di mero reportage. Il linguaggio che utilizza è il suo, lo stesso delle sue immagini di moda. Il soggetto non ha nulla di pretenzioso: fiori recisi, appassiti, quelli che stanno nei vasi di fiori delle nostre case e che riempiono poi le nostre pattumiere. Quelli che, dopo un profumo iniziale, sanno di marcio, di putredine. È la bellezza che irrimediabilmente sfiorisce, usando un gioco di parole.
Per realizzare il libro Bolzoni ha scattato circa 1200 foto, delle quali ha utilizzato solo una minima parte. Quanto si coglie è un ritmo in crescendo in cui morte e vita, effimero ed eterno sono posti in continuo confronto.
– Angela Madesani
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