Ballare in un museo? Al PAC di Milano si può in occasione della Milano Music Week
Per l’edizione inaugurale della Milano Music Week, un evento speciale all’interno della retrospettiva di Luca Vitone nel Padiglione d’Arte Contemporanea coniuga landscape e soundscape. Ecco il report e qualche immagine (e un video) della serata.
Milano non è nuova a proposte danzerecce all’interno di spazi museali, ma riempire di musica gli spazi di una mostra è impresa non da poco. Con una certa ambizione, lo scorso 24 novembre la carriera di Luca Vitone (Genova, 1964 vive e lavora a Berlino), artista che da trent’anni esplora il legame tra cultura e identità dei luoghi, è stata omaggiata da tre dj di stanza a Milano e di fama internazionale: la filologa del suono analogico Francesca Faccilongo, in arte Paquita Gordon, e Boot & Tax, ovvero dj Brioski e Christian Croce. In dialogo con l’opera di Vitone, i tre artisti – invitati da Le Cannibale, storico nome del clubbling milanese – hanno raccontato i propri luoghi di appartenenza evocando paesaggi sonori e, in particolare, la stratificazione musicale che arricchisce la cultura di un territorio. Facendo ballare.
IL NESSO CON LA MOSTRA DI VITONE?
Per Paquita Gordon non è il primo ingaggio istituzionale, visto che, tra le altre cose, la scorsa primavera ha aperto in Triennale la Design Week milanese con un dj set basato su una selezione di vinili di varia provenienza: collezionisti privati, negozi e mercati vintage, cantine e case di amici. Con giradischi e mixer l’artista stabilisce una connessione con la musica organica assemblando, in un set da dancefloor, musiche non da dancefloor (tra cui parecchi pezzi italiani). Citati sul Guardian tra gli ascolti preferiti dei Chemical Brothers, appassionati di sintetizzatori analogici e delle sessioni sperimentali in studio, Boot & Tax sono tra i più apprezzati dj e producer della scena meneghina. Per la performance al PAC, a metà tra live e dj set, il duo ha attinto alle influenze evidenti nell’album del 2015 (grafica e nome di dubbio appeal, sostanza sonora interessante), evocando il passato e il futuro del folk sound in chiave atmosferica ed elettronica.Il nesso con la mostra di Vitone? Il viaggio autobiografico, la composizione di racconti sulla memoria, l’indagine musicale e localizzata (vedi l’installazione Sonorizzare il luogo, Europa, fatta di mappe e registrazioni, o la serie di oggetti e strumenti musicali, ma anche i lavori site-specific Stanze (PAC, Milano), in cui le pareti del museo sono imbrattate della sua polvere, e Padiglione d’Arte Contemporanea, in cui linee e numeri a pavimento demarcano e riportano il centimetraggio di pareti e soffitti). Se esplorare uno spazio equivale a prenderne coscienza, ballare in un museo non può che essere una buona idea.
–Margherita Zanoletti
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