Piero Mosti – Storie di alberi
In questo suo cammino i suoi compagni di viaggio sono stati la luce e il colore.
Comunicato stampa
Si apre sabato 9 dicembre – inaugurazione alle ore 17 - presso l’ex Palazzo Enel in Via Cavour 23 a Massa (MS), la mostra “Storie di alberi” di Piero Mosti che rimarrà aperta ad ingresso libero fino al 7 gennaio 2018. Mosti è sicuramente uno degli artisti più ermetici, più intimi dell'arte italiana, che da sempre ha identificato la propria vita con il “fare arte” in una ricerca continua arrivando ad una pittura carica di simbolismo nella quale l'uomo, inteso come figura, non ha più ragione di esservi rappresentato perché tutto nelle sue opere è riconducibile all'uomo, al trascorrere della vita, del tempo. In questo suo cammino i suoi compagni di viaggio sono stati la luce e il colore. Nella sua pittura manca completamente l'aspetto chiassoso e ridanciano, vi è una sorta di atmosfera vellutata, sottesa nascosta, i cui sentimenti vengono sempre rilevati in sordina, il ricordo personale di ognuno di noi ne è il grimaldello, una pittura in cui solo una lunga frequenza con le immagini può rivelarne l'intensità psicologica, è uno degli artisti più arcani e più introversi , molti critici hanno messo in relazione la sua pittura con l'opera di Marcel Proust e con le poesie di Montale. Le immagini di Piero Mosti sono come immagini della memoria che risorgono attraverso la luce, le sue opere hanno una immobilità e una vita silenziosa a cui l'artista è arrivato dopo una lunga introspezione alla quale non può sottrarsi lo spettatore se vuole essere partecipe della pittura di Piero, questo legame, tra artista e colui che osserva, è il grande miracolo della sua pittura.
I suoi ultimi lavori, privi di tracce antropiche, trasmettono il grande vuoto del silenzio, coltivano, con cura, una dimensione concettuale, che sembra non cedere all'istintività, e che affida al colore della luce l'elaborazione delle sensazioni. Si tratta di visioni inverosimili, che acquistano un radicamento nel reale attraverso pennellate intrise di luce, estranee a qualsiasi immaginario e pure così cariche di ricordi, di arche. In questi scenari della solitudine compare il forte senso distintivo di un territorio “domestico” ( cioè conosciuto) immediatamente rintracciabile in queste “Storie di alberi” ; l'albero è un compagno silenzioso, presente con discrezione nella nostra vita che accompagna da sempre l'essere umano , compagno, specchio, simbolo, espressione di fecondità e simbolo di trascendenza che ci lega alla terra e al cosmo. Albero come modello, di confronto, di identità e di trasformazione, la nostra stessa sorte è connessa alla sua. L'intuizione che anche noi siamo alberi viventi, può portare rispondenze nel nostro intimo, e non a caso l'albero evoca meditazione, contemplazione, concentrazione.
L’albero, che oggi è quasi sopraffatto dalla nostra vita cementata continua a essere protagonista nel nostro “io” come un “archetipo” colmo di significati attualissimi quali la crescita, la vita, lo sviluppo, la “maternità” (protezione, ombra, riparo, frutti nutritivi), la morte e la rinascita, rappresenta il carattere ciclico dell'evoluzione cosmica, morte e rigenerazione unendo in sé tutti gli elementi: l'acqua, la terra, l'aria e il fuoco.. Gli studiosi delle religioni parlano dell'albero cosmico come asse del mondo le cui implicazioni, quale colonna e asse del mondo, tornano a dire, nelle fantasie e nei sogni dell'uomo moderno, la necessità di recuperare le dimensioni archetipali che sono in noi. L'albero diviene allora, per Mosti , e per colui che “vede” l’opera, strumento di contatto con la vita, come risulta dal seguente scritto di Crisostomo: "Questo legno mi appartiene per la mia salvezza eterna. Io me ne nutro, me ne cibo: mi attacco alle sue radici, mi stendo sotto i suoi rami, al suo soffio mi abbandono con delizia come al vento. Sotto la sua ombra ho piantato la mia tenda, e al riparo dal calore eccessivo, ho trovato riposo. Io fiorisco con i suoi fiori, i suoi frutti mi procurano una gioia perfetta, frutti che io colgo preparati per me fin dall'inizio del mondo.”
Alberi come preziosi scrigni che contengo gelosamente, segretamente, il fluire della vita, luoghi quasi mistificati di un tempo che non esiste più. In questo senso, Mosti recupera una personale tradizione "paesaggistica" a lungo frequentata e ora sempre più declinata nella materiale liquidità del sentire archetipico. Questi dialoghi, queste “Storie di Alberi” ben diverse dai più definiti e oleografici “paesaggi” trasmettono il senso di appartenenza ad un sentire, ad un “vivere”, molto forte, in grado di fornire un ancoraggio davanti ad un orizzonte reso ignoto dalle cromie scure degli stati d'animo dispersi nel tempo ignoto, il modo migliore per sconfiggere l'incognita della vita.
Mauro Daniele Lucchesi
INFO:
[email protected]
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328 – 8375423
ORARI: 16:00 - 19:00 / martedì - sabato
BREVE BIOGRAFIA
Piero Mosti è nato a Massa nel 1941. Giovanissimo frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara dove si diploma con il massimo dei voti e la menzione di “eccellente colorista”.Appartiene a questi anni l’incontro che segnerà un importante punto di svolta per la sua carriera, con il Prof. Pier Carlo Santini, uno dei più autorevoli e appassionati critici d’arte italiani.L’apprezzamento che Santini ha rivolto al lavoro dell’artista, lo ha condotto alle sue prime mostre d’arte, ai primi cataloghi e articoli di stampa. Dal 1975 ad oggi Piero Mosti ha collezionato importanti mostre in gallerie private, musei, fiere nazionali e internazionali; il suo lavoro, per la sua qualità e autenticità è stato riconosciuto e supportato dall’interesse di poeti e critici italiani e stranieri come Giovanni Testori, Tommaso Paloscia, Alberico Sala, Franco Solmi, Virginie Moreau, Jean Gelbseiden e molti altri.
Gianni Dova scriveva di lui: “Ciò che mi colpisce di più nella sua pittura è innanzitutto la luce, che, anche se proiettata su un muro in piena oscurità, fa riconoscere il meglio dal peggio, il buono e il bello dal mediocre”.
Negli ultimi anni l’incessante ricerca artistica di Piero Mosti ha ricevuto riconoscimenti nazionali ed internazionali sempre più alti, con la partecipazione, nel 2011, alla 54° Biennale di Venezia, alla Fiera d’Arte Affordable di New York nel 2012, e con una mostra personale all’Istituto di Cultura Italiana di Bruxelles nel 2013.
HANNO SCRITTO DI LUI:
Pier Carlo Santini, Dino Carlesi, Claudio Giumelli, Giacomo Carioti, Franca Calzavacca, Rosi Galleni Fabbiani, Anna Laghi, Gianni Dova, Fausto Maria Liberatore, Franco Solmi, Tommaso Paloscia, Gianni Cavazzini, Elvira Cassa Salvi, Carlo Bordoni, Alberico Sala, Massimo Bertozzi, Giovanni Testori, Luciano Caprile, Paolo Rizzi, Sebastiano Grasso, Giovanni Faccenda, Riccardo Ferrucci, Maurizio Sciaccalunga, Alessandro Romanini, Duccio Trombadori, Giuseppe Cordoni, Virgine Moreau, Jean Gelbseiden, Pier Marco de Santi, Adolfo Lippi, Enrico De Angelis, Fabrizio Migliorati, Mauro Daniele Lucchesi.