Ancora grane per il Colosseo. Il Consiglio di Stato boccia la gara per i servizi aggiuntivi
A pochi giorni dalla nomina di Alfonsina Russo alla direzione del Colosseo, una nuova grana sembra abbattersi sul più famoso monumento italiano. Questa volta finisce sotto l’occhio del ciclone il bando per l’assegnazione della biglietteria, della vigilanza e dei servizi aggiuntivi, giudicato illegittimo dal Consiglio di Stato…
Quando si tratta del Colosseo, uno dei più importanti siti archeologici del mondo, tutto sembra essere davvero complicato. Troppo grandi gli interessi di potere ed economici che ruotano intorno all’intera area che comprende oltre all’Anfiteatro Flavio anche i siti limitrofi del Foro Romano, del Palatino e della Domus Aurea. Dopo la lunga diatriba legata al Parco Archeologico del Colosseo che ha visto contrapposti a suon di carte bollate e ricorsi al Tar il ministro Dario Franceschini e il sindaco di Roma Virginia Raggi e a pochi giorni dalla nomina del nuovo direttore, la super referenziata Alfonsina Russo, una nuova grana si abbatte sul monumento romano più iconico.
LA QUESTIONE DEI SERVIZI AGGIUNTIVI
Procediamo con ordine. La questione riguarda stavolta l’indizione della gara per affidare la biglietteria, la vigilanza e tutti i cosiddetti “servizi aggiuntivi” (accoglienza, guide, prodotti editoriali, caffetteria, punti ristoro) a privati altamente qualificati. La richiesta, avanzata da più parti, ad inizio del 2016 prende la forma di una mozione parlamentare presentata da Andrea Mazziotti, Presidente della Commissione Affari Costituzionali, che denuncia la situazione di stallo in cui riversa il Colosseo i cui servizi aggiuntivi sono gestiti, in maniera non sempre limpidissima, dalla società CoopCulture in proroga dal 2011 senza alcun contratto regolare e senza gare. La mozione di Mazziotti rivendica trasparenza e l’indizione di una serie di gare, tramite Consip, che possano affidare i vari servizi a più società specializzate. Il Ministero condivide la proposta e si impegna ad indire una gara entro sei mesi. Tutto risolto dunque? Non proprio. La mozione di Mazziotti chiedeva di diversificare il più possibile le gare per i diversi servizi aggiuntivi in maniera da assicurare “quanto più possibile la specializzazione, la qualità e l’economicità del soggetto privato prescelto per ciascun servizio” e non escludere dalla gara i concorrenti specializzati solo in alcuni servizi.
LA SENTENZA DEL TAR
Il bando della Consip dell’inizio del 2017 prevedeva un’unica gara del valore di 45 milioni di euro per i servizi di biglietteria e vigilanza, di fornitura, noleggio e gestione di radioguide, audioguide, il servizio di informazioni comprendente il servizio editoriale/comunicazione, nonché il servizio di gestione delle visite guidate. Insomma un’unica gara per tutto. Questo accorpamento favorisce notevolmente quelle aziende con più competenze escludendo di fatto tutte le altre. Il Consiglio di Stato ha sospeso, con una sentenza del 7 dicembre 2017, la “gara a procedura aperta per l’affidamento dei servizi di biglietteria e vigilanza presso i siti del Colosseo, Foro Romano-Palatino e Domus Aurea”, della durata di 48 mesi, suddivisa in 2 lotti, da aggiudicare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per un valore complessivo di euro 45.000.000,00” perché giudicata illegittima. Tutto da rifare dunque? Assolutamente sì, con una perdita di tempo (e di denaro) inutile per tutti i cittadini.
– Mariacristina Ferraioli
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