Chiara Bettazzi – What About My Objects?

Informazioni Evento

Luogo
LOCALEDUE
via Azzo Gardino 12c , Bologna , Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

aperta il giovedì dalle 15 alle 19 e su appuntamento

Vernissage
16/12/2017

ore 18,30

Artisti
Chiara Bettazzi
Curatori
Alessandro Gallicchio
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale

Comunicato stampa

Chiara Bettazzi, sin dai suoi primi anni di attività, si è dedicata con costanza alla raccolta, all’analisi, alla manipolazione e alla composizione di oggetti. I processi di ibridazione materica innescati da questa ricerca sono confluiti in agglomerati scultorei che uniscono tecniche tradizionali a sperimentazioni più eclettiche, contraddistinte da un incessante desiderio di ordinamento.

What About My Objects? è un momento di rottura, un'uscita d'emergenza, un'opportunità che l'artista ha deciso di cogliere per affrontare quella costellazione di interrogativi che ruota intorno al suo lavoro da qualche tempo, insomma: cosa fare di tutti questi oggetti oggi? La domanda rimbomba in una società segnata dai processi ciclici di produzione, dalla consumazione compulsiva e dall'idea del possedere per esistere. Passando in rassegna la storia dell'arte a partire dagli anni ‘60, infatti, si percepisce con chiarezza che il ruolo dell'oggetto nell'arte contemporanea non solo è debitore alle sperimentazioni di Marcel Duchamp, ma trae ispirazione direttamente dai valori più perturbanti delle società post-capitaliste.

Non a caso le riflessioni di Chiara Bettazzi fanno eco all'introduzione del testo di Jean Baudrillard, pubblicato nel 1968, e intitolato Le système des objets: «Peut-on classer l'immense végétation des objets comme une flore ou comme une faune, avec ses espèces tropicales, glaciaires, ses mutations brusques, ses espèces en voie de disparition? Peut-on espérer classer un monde d'objets qui change à vue et parvenir à un système descriptif?». L'artista decide così di tentare la via dell'abbandono dell'oggetto rinunciando alle sue proprietà formali, a cui viene preferito un catalogo di immagini. Una serie di fotografie, video e libri d'artista sostituiscono in questo modo una collezione votata alla dispersione e contribuiscono alla sua migrazione semantica, una sorta di cristallizzazione iconografica del feticcio. In uno spazio denso di materiali e significati, Chiara Bettazzi propone una mostra che oltre a essere espressione di un processo in divenire, rivela tutta l'urgenza di un ripensamento del ruolo dell'oggetto nello spazio dell'arte.