Magnitudo di uno sguardo. Marco Puca ad Ancona
Pinacoteca Civica di Ancona ‒ fino al 15 febbraio 2018. I dipinti di Marco Puca sono una riflessione sui terremoti e sull’evoluzione del dopo. Gli acquarelli come geografie pittoriche sull’instabilità che circonda l’uomo contemporaneo e il suo territorio.
Gli squarci visivi di Marco Puca (Ancona, 1973), si nutrono e si sviluppano da una riflessione storica sugli avvenimenti recenti dei sismi in Italia. In questa sua iconografia complessa, labile e sfuggevole appaiono i visi lontani e i corpi inghiottiti negli abissi e mai più restituiti alla vita. Le geografie divengono i luoghi del lutto, come nella celebre collezione Terrae Motus di Lucio Amelio, nata dopo il sisma che devastò la Campania, la Basilicata e la Puglia nel 1980.
Nel bianco e nero acquerellato di Puca, le crepe si tramutano in urla in cui si delineano gli spazi e le andature ansiogene della terra che freme e pullula di vita dentro, ma che in superficie è invece nero presagio del funesto mutamento. Come una nuova e simbolica mappa sismica, la linea come il colore, elementi caratteristici di questi dipinti, appaiono in moto perenne, mai statici, ma in continua espansione ed evoluzione. Allo stesso tempo si ode il rimbombo, il cataclisma che sconvolge ma che in sé preannuncia, nelle calligrafiche ali, un sussulto di rinascita nel ciclo perenne della vita e della morte.
Ma contro il terremoto, in realtà, la fuga non ha ali.
‒ Fabio Petrelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati