Storie di artisti, storie di amicizia: dalla tela al libro aspettando Final Portrait di Tucci

Aspettando l’uscita in sala di Final Portrait di Stanley Tucci, al cinema dall’8 febbraio, che racconta l’amicizia tra Giacometti e Lord, Artribune racconta alcuni dei sodalizi più interessanti nati dalla seconda metà dell’ottocento fino al dopoguerra.

Final Portrait, di Stanley Tucci

Final Portrait, di Stanley Tucci

Dalla storia all’arte, dalla letteratura alla pittura, fino alla poesia, tre sono i grandi temi: amore, viaggio e amicizia. Quest’ultimo è forse l’elemento e il momento che maggiormente ha influenzato artisti di tutto il mondo e in tutte le epoca. Quel sentimento essenziale che serve come una costante nella vita e di cui forse nessuno potrebbe fare a meno. Lo sa bene Pablo Picasso che durante il suo periodo africano è stato influenzato da maschere tribali annullando ogni prospettiva e tridimensionalità con l’intento di spezzare la visione classica dello spazio. A questo periodo risale uno dei suoi quadri più belli dal titolo Amicizia, datato appunto 1908, e oggi conservato all’Ermitage di San Pietroburgo. L’arte tutta è ricca di momenti di amicizia o di sodalizi che hanno fatto la differenza e parlando di settima arte dall’8 febbraio sarà nelle sale italiane il film Final Portrait (Final Portrait – L’arte di essere amici) di Stanley Tucci, presentato con grande successo alla scorsa Berlinale. Il film, distribuito da Bim, ha come protagonisti Geoffry Rusch e Armie Hammer. Racconta gli ultimi due anni di vita del pittore e scultore svizzero Alberto Giacometti e della sua amicizia con lo scrittore americano e appassionato d’arte James Lord. Ma quali sono stati altri sodalizi importanti nell’arte?

Margherita Bordino

CEZANNE E ZOLA

Cézanne et moi

Cézanne et moi

Uno un pittore e l’altro uno scrittore. Sono Paul Cézanne ed Émile Zola, due personaggi forti e determinati, grandi amici e al tempo stesso grandi avversari (la loro storia è anche raccontata nel film Cézanne et moi). Entrambi sono cresciuti in Provenza, nello splendido paesino di Aix-en-Provence, per poi cercare fortuna a Parigi. Uno ha trovato subito fortuna nei salotti dell’alta borghesia, oltre che il consenso, l’altro ha scelto una vita più solitaria. La loro è stata un’amicizia fatta di alti e bassi, di momenti di ammirazione e forti contrasti. Queste sono alcune parole che Zola dedica a Cezanne: “è solo per te che scrivo queste poche pagine, so che le leggerai col cuore e che domani mi amerai con più affetto […] Tu sei tutta la mia giovinezza, ti trovo unito a tutte le mie gioie, a tutte le mie sofferenze. I nostri spiriti, in fraternità, si sono sviluppati fianco a fianco. Oggi abbiamo fede in noi perché abbiamo penetrato i nostri cuori e la nostra carne”. La rottura tra i due avviene con la pubblicazione del romanzo L’oeuvre. Cézanne si riconosce nel protagonista, un pittore dotato ma incapace di realizzarsi fino al suicidio e non ne è affatto compiaciuto.

FRIDA KAHLO E LUCIENNE BLOCH

Frida Biting Her Necklace New Workers School. Photo ©Lucienne Bloch

Frida Biting Her Necklace New Workers School. Photo ©Lucienne Bloch

Frida e Lucienne rappresentano due spiriti liberi. Donne, artiste e ribelli. La loro è un’amicizia che ha saputo andare oltre alla gelosia e all’amore per lo stesso uomo. Sono gli anni ’30 del secolo scorso e le due donne si trovano a New York, la città simbolo del fermento culturale di quegli anni. Durante un party esclusivo Lucienne Bloch stava rubando le attenzioni del marito di Frida, Diego Rivera. I due parlavano fitto fitto ed erano stati fianco a fianco tutta la sera. Frida non lo sapeva ancora, ma quella artista e fotografa sarebbe diventata assistente del marito, ma per nulla avversaria. Frida non sapeva che Lucienne sarebbe stata al suo fianco nei momenti più difficili della sua vita: l’aborto, la morte della madre, il tradimento di Diego Rivera con la sorella Cristina.

MARINO MARINI E JOAN MIRÒ

Marino Marini

Marino Marini

Nell’epistolario dello scultore italiano Marino Marini sono state ritrovate due lettere a lui indirizzate da Joan Mirò. Dal contenuto traspare una grande amicizia. I due si erano conosciuti all’atelier di Fernand Mourlot a Parigi, luogo d’incontro e di confronto tra artisti di alto lignaggio quali Chagall o Picasso. Marini non è un surrealista come Mirò, ma nella sua opera si riconoscono tracce dell’influenza del collega spagnolo. Del loro rapporto non si conosce molto, ma dalla loro ricerca è intuibile come ad unirli era l’essenzialità nelle forme, insieme ai colori e alle atmosfere visibilmente ludiche.

PAUL KLEE E WASSILY KANDINSKY

Bauhaus, Vasilij Kandinskij con sua moglie Nina, Georg Muche, Paul Klee e Walter Gropius

Bauhaus, Vasilij Kandinskij con sua moglie Nina, Georg Muche, Paul Klee e Walter Gropius

Un rapporto lungo e sano quello tra Paul Klee e Wassily Kandinsky. L’inizio di questo legame risale al 1911, quando i due si trovano entrambi a Monaco. È il periodo in cui espongono con il Der Blaue Reiter, gruppo fondato insieme a Franz Marc. Dopo un periodo di separazione, in seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i due si rincontrano nel 1914. Avevano intrapreso percorsi professionali differenti. Klee è un artista di fama europea e insegna presso la scuola Bauhaus a Weimar, Kandinsky si occupa della riorganizzazione dell’assetto culturale nella Russia rivoluzionaria. In un secondo momento anche Kandinsky viene accolto presso la Bauhaus, scuola di riferimento per tutti i movimenti artistici nel mondo del design e dell’architettura del XX secolo. Dopo una lunga convivenza i due si separano negli anni trenta a causa del clima politico della Germania nazista. Il governo tedesco non comprende la loro arte, la denigra e punisce al punto di ritirare i loro quadri dalle collezioni pubbliche. I due artisti scappano dal paese, Kandinsky va a Parigi e Klee torna a Berna in Svizzera. Si incontrano per l’ultima volta nel 1937 quando Kandinsky con la moglie fa visita all’amico che morirà tre anni dopo, nel 1940.

RENATO GUTTUSO E JEAN-PAUL SARTRE

Renato Guttuso

Renato Guttuso

Tra le amicizie più bizzarre del 900 c’è sicuramente quella tra Renato Guttuso e Jean-Paul Sartre. Il primo è pittore e il secondo filosofo. Il legame di amicizia tra i due risale alla fine degli anni cinquanta e si sviluppa attorno al film I sequestrati d’Altona. De Sica aveva tratto ispirazione dall’omonimo dramma sartriano, storia del figlio di un potente industriale tedesco che, durante la guerra, non aveva esitato a diventare un torturatore. Una volta tornato a casa era stato costretto a rinchiudersi in volontaria prigionia nella villa di famiglia. Guttuso aveva realizzato i dipinti che si vedono nel film.

VINCENT VAN GOGH E PAUL GAUGUIN

Autoritratto con orecchio bendato, di Vincent van Gogh

Autoritratto con orecchio bendato, di Vincent van Gogh

Il buon Gauguin e io in fondo in fondo ci capiamo e quand’anche fossimo un po’ matti, non siamo forse però anche abbastanza profondamente artisti per dissipare le preoccupazioni al riguardo con quel diciamo per mezzo del pennello?”. Bizzarra e squilibrata è l’amicizia tra Vincent van Gogh e Paul Gauguin. Nel novembre del 1886 Gauguin lasciò la Bretagna per andare a vivere nell’accogliente Parigi dove trovò ospitalità in un modesto alloggio in rue Lecourbe. In quella città che appariva ai suoi occhi come “un deserto per chi è povero”, fece conoscenza con i fratelli van Gogh. Erano due. Theo, serio e posato, mentre Vincent sempre pronto a sposare le cause più nobili e nuove avventure. Da qui un’amicizia senza tempo. La famosa “casa gialla” di Arles rappresenta il luogo della loro maggiore discordia: per Vincent era il luogo perfetto, per Paul era una casa sporca e disorganizzata. Nonostante tutto, “sarà sempre amicizia tra di noi”, scriveva in una famosa lettera Vincent van Gogh.

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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