Artribune trend-maker. Che sia il caso di cominciare a pensare alla soppressione del MiBAC? E L’Unità rilancia la nostra tesi…
Leggete con un attimo di attenzione questi due passi: “(Il Ministero dei Beni Culturali) non sarà mica arrivato al capolinea del suo ruolo? Non sarà mica il caso di sopprimerlo assegnando le deleghe allo Sviluppo Economico, visto che la cultura deve e può essere il motore anche industriale del Paese?”. E poi: “La paralisi del […]
Leggete con un attimo di attenzione questi due passi: “(Il Ministero dei Beni Culturali) non sarà mica arrivato al capolinea del suo ruolo? Non sarà mica il caso di sopprimerlo assegnando le deleghe allo Sviluppo Economico, visto che la cultura deve e può essere il motore anche industriale del Paese?”. E poi: “La paralisi del dicastero causata dalle lotte intestine e dai ripetuti scandali ha come obiettivo la soppressione del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e l’accorpamento delle sue competenze presso la presidenza del Consiglio, magari come agenzia preposta, qualcosa di analogo alla Protezione Civile”.
Vabbè, abbiamo capito il concetto, che fate, vi ripetete? No, infatti il primo brano è tratto dall’editoriale del direttore di Artribune, nel numero del magazine uscito a fine gennaio; il secondo è tratto – come preannunciava Lo Strillone di ieri – dal quotidiano L’Unità. Oggetto, sempre il ruolo del Ministero dei Beni Culturali, la sua capacità di essere una struttura efficiente e sincrona con i tempi attuali, messa in dubbio nel primo caso di fronte all’incapacità di valorizzare il patrimonio italiano anche in chiave economica, nel secondo alla luce dei diversi scandali che lo stanno investendo, dal falso Crocifisso michelangiolesco, allo stato di Pompei, al caso Colosseo. Con conclusioni che, salvo lievi inflessioni, coincidono perfettamente: non sarà il caso di cominciare a pensare alla soppressione del MiBAC? Ora, non vogliamo certo pensare che l’articolista – in questo caso Luca Del Fra – si sia appropriato dell’ipotesi da noi tratteggiata: ma volete almeno concederci di dire che Artribune ha fatto il trend-maker?
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