Collezione di Luigi Presicce
Museo d’Inverno è lieto di inaugurare il terzo anno di attività invitando Luigi Presicce a presentare una selezione di opere presenti nella sua collezione personale.
Comunicato stampa
Museo d’Inverno è lieto di inaugurare il terzo anno di attività invitando Luigi Presicce a presentare una selezione di opere presenti nella sua collezione personale.
Partendo da due incisioni antiche, l’artista ha intessuto una serie di collegamenti con opere di autori più recenti, privilegiando nelle scelte l’aspetto magico piuttosto che quello analitico, restituendoci così un ritratto della sua personalità.
Il titolo della mostra, forse uno dei più lunghi di cui siamo a conoscenza, è costituito da un elenco di tutte le suggestioni che l’artista ha avuto di fronte ad ognuna di queste opere. Come se le vedesse per la prima volta ne dà una lettura a colpo d’occhio che si concentra solo apparentemente sull’aspetto epidermico e superficiale di queste, suggerendoci però quello emotivo e forse più autentico.
Questa sensibilità è presente anche nell’allestimento che segue un criterio visionario legato ai rapporti “pittorici” fra tutti i pezzi in mostra.
Le didascalie hanno un ruolo molto importante perché non riportano né i titoli originali e neppure le date di realizzazione delle opere, ma quelle in cui Luigi Presicce ne è entrato in possesso, come se quest’ultime iniziassero a vivere realmente da quel momento; facendoci quindi soffermare su un nuovo aspetto dell’idea di collezione intesa come una rinascita (o nuova nascita) dell’opera.
MUSEO d’INVERNO attraverso una riflessione sulle ‘storie’ della storia dell’Arte ancora inedite o non ufficiali, soddisfa l’urgenza di una necessaria e non più rimandabile fruizione dell’arte con tempi debiti e più appropriati. Secondo questo principio, Md’I invita artisti a scegliere e curare una selezione ragionata di opere di altri autori conservate nella loro collezione privata, utili ad evidenziare le relazioni che hanno caratterizzato momenti cardine del loro percorso artistico, della loro vita e del loro pensiero. Inoltre Md’I, con il progetto Diòspero, commissiona all’artista invitato la progettazione di un elemento/opera site specific necessaria a completare e trasformare l’aspetto estetico e funzionale del museo, arricchendolo in questo modo anche di una collezione permanente. Md’I, ideato e diretto dagli artisti Francesco Carone ed Eugenia Vanni, è situato sopra il bacino idrico trecentesco di Fonte Nuova a Siena ed esiste in sinergia con la Contrada della Lupa (uno dei 17 rioni della città).
ARTISTI DELLA COLLEZIONE DI LUIGI PRESICCE IN MOSTRA
Helena Andreeff, Paola Angelini, Thierry Alet, Francesco Arena, Liz Arnold, Francesco Barocco, Michele Bazzana, C. B., Arnold Böcklin , Sergio Breviario, Fioravante Caputo, Dario Carratta , Emilio Cattolico, Alessandro Ceresoli, Gianluca Concialdi, Andrea Contin , Aleister Crowley, Giovanni De Francesco, Francesco De Grandi, Danilo De Renzis Guarini, Eugene Delacroiz, Anna Dissabo, Pierpaolo Ferrari , Kyle Field, Luca Francesconi , Greta Frau, Tommaso Gorla, Stefano Graziani, Keith Haring, Timothy Hull, Invernomuto, Joan Jonas, Kim Jones/Luigi Presicce, Andrea Kvas , Francesco Lauretta , Ezechiele Leandro, H.H. Lim, Jonatah Manno, MD, Jonathan Meese, Samuel Mello, Giovanni Meluso, Valentino Menghi, Hidetoshi Nagasawa, Luigi Ontani, Cesare Pietroiusti, Fabrizio Prevedello, Pierluigio Pusole, Antonio Rovaldi, Laboratorio Saccardi, Leo Savoldelli, Davide Savorani, Luca Scarabelli, Ryan Siegan Smith, Giovanna Silva, Nico Vascellari Maurizio Vierucci
TITOLO DELLA MOSTRA:
Un eremita che si frusta sulla montagna, Gesù calato giù dalla croce, una natività con bambino luminoso, i tre funerali del nonno tra le paillettes, una parola segreta nascosta, un uomo barbuto fatto di cemento e di cocci, tre uomini verme di cui uno vomitato dall’altro, una donna con la corona su un cavallo imbizzarrito, un tirapugni a forma di montagna, la finta pietra colorata, il serpente disegnato della performance, l’isola dei morti galleggiante di Venezia, l’autografo con il mio nome d’oro, la statua di un dittatore sulla strada per Baalbek, i resti della donazione della cappella sul terrazzo, io vestito da stregone nello studio di Milano, io che sposto la cappella degli Scrovegni, un pappagallo colorato, un animale strano con la mia faccia, il polipo di cemento di Cesare, una specie di cowboy su un cavallo azzurro e rosa, una ragazza nuda con una pianta in mano, la vetrata della cattedrale, una processione con la madonna oscillante, una ragazza luminosa che viene dal buio, un cubo con la faccia e un buco in alto, io disturbato che cerco di piantare dei chiodi, il logo di Cremaster fatto con dei testicoli, un san Sebastiano preso a freccette, uno vestito con un sacco nero di spazzatura, un libro incastonato in un cubo di marmo statuario, un uomo sorridente appeso a un albero, una ragazza che brucia su un rogo, tanti animali con le corna impagliati in un magazzino, un vecchio mago nero parla con una ragazza, un’onda fatta con il nero di seppia, una cavalletta con le forbici in mano, un vaso pieno di occhi, una ragazza nera che beve la pipì, degli omini che ballano insieme a un serpente gigante, un cerchio di polvere rossa fatto in una radura, delle piante strane arancioni fluo, una ragazza vestita di pelle con le gambe divaricate da un bastone, la faccia di una signora e Nosferatu con delle scritte sopra, due teste che si parlano una con la barba, un adolescente che percuote con un bastone delle creature pelorse a forma di cocco, un diavolo volgare dipinto su un’anta di finestra, una ragazza strana con il colletto bianco, un uomo con un collo molto lungo, una mascherina fatta con gli adesivi di Brown, una bestia di legno metà elefante e metà tigre, un messaggio legato a un galleggiante che prima volava, un paletto di legno di plastica, una focara gialla fatta a cono, Napoleone a cavallo e un cannone molto piccolo, una figura con le orecchie lunghe, uno seduto in equilibrio su una vanitas, un tizio in equilibrio su una sedia su un tavolo con un bastone al piede, uno che mangia una banana accanto a una scimmia, un pezzo di anfora gialla o qualcosa del genere, una cartolina con un tipo con la faccia nera vestito di lana di pecora e un bambino con le corna, una specie di santa che sembra Frida Kahlo, Dio che appare in un bosco, una statuetta egizia sulla finestra o la tomba di un esploratore di tombe, una piccola mappa di trincee disegnate sulla mia faccia, una faccia che ride con capelli e baffi giallo paglierino, una coppia di gatti con gli occhiali da sole nella nebbia in un parco, alcuni occhi o pesci che volano, il mio ritratto fatto da uno matto davvero, una ragazza con un cappello a punta si specchia in un laghetto ed è un lupo, molte piccole statuine egizie di gesso rotte.