Quayola – Nature-Process-Synthesis
Un percorso espositivo pensato appositamente per gli spazi della project room di Marignana Arte.
Comunicato stampa
Con una soluzione espositiva pensata appositamente per gli spazi della project room, Marignana Arte presenta un focus dedicato a Quayola (Roma, 1982), uno degli artisti digitali più riconosciuti nel panorama mondiale, a cura di Federica Patti. In stretta connessione con la mostra “E-merging Nature” sono presentati video e stampe
della serie Remains, immagini generate al computer partendo da scansioni laser 3D di paesaggi naturali, nei
quali l’altissima risoluzione dei file ottenuti e del successivo processo di rendering consente di raggiungere un livello di definizione dell’immagine pressoché infinito e perfetto. La natura qui è
descritta in termini di linee geometriche asciutte, colori RGB su fondo nero, come se un’improvvisa
glaciazione avesse congelato i soggetti durante la mutazione da oggetto reale a raffigurazione
astratta. Dopo essere stati analizzati attraverso l’occhio della macchina, gli elementi naturali sono
riconvertiti secondo nuove modalità di sintesi visiva, risultato del rapporto fra uomo, natura, arte e
tecnologia, alterando i dati video con complessi filtri computazionali adatti ad esaltare i sistemi di
movimento. Lo stile di Quayola è inconfondibile: una
computer vision che prende come base soggetti famosi, e genera composizioni ponderate, brillanti e ultradefinite, movimenti eleganti e narrazioni
coinvolgenti e un' aurea di immediatezza trasparente che convincono fino a commuovere.
Esperienze autentiche, che lasciano intravedere il funzionamento della tecnologia utilizzata, la
rendono amabile nella sua potenza espressiva, favorendo anche nello spettatore digitalmente
naive la presa di consapevolezza dell’intero processo (da quello di creazione a quello di fruizione), non
solo del prodotto finale. Oltre alla padronanza del mezzo, però, il carattere distintivo, la vera forza
della sua produzione è l'originalità espressiva che riesce a infondere nella restituzione finale dei
suoi lavori, grazie al costante dialogo costruttivo instaurato fra tradizione e contemporaneità.
La sua poetica eleva i sistemi tecnologici computazionali al ruolo di intelligenze artistiche
sintetiche, asserti semi artificiali, usando i codici per realizzare opere d’arte. Ci poniamo così di
fronte ai lavori di Quayola con la stessa attitudine con cui ci porremmo di fronte ad un'opera d'arte
totale, capace di traslare il dispiegarsi delle forze primordiali della natura: intuiamo gli elementi -
naturali e tecnologici - in atto, li contempliamo, ma sentiamo che ci sovrastano, che non possiamo
comprenderli razionalmente, tantomeno controllarli. Gli stimoli sensoriali si moltiplicano, lasciando
scaturire un tripudio di emozioni; l'ammaliante incommensurabilità dei media si dispiega e ci
infonde uno stato di spaesamento euforico, perturbante delizia: una specie di magia affascinante,
mai opprimente, ottenuta per somma e non sottrazione, utilizzando al massimo della loro
espressività soggetti e strumenti a noi affini, che non sapevamo potessero indossare queste vesti
così artistiche.