Firmato il Protocollo di intesa tra ANAS e Mibact: nasce la figura dell’archeologo di cantiere
12 milioni di euro di investimenti e un protocollo di intesa, corredato dal volume L’archeologia si fa strada: d’ora in poi sui cantieri per la costruzione delle strade ci sarà anche l’archeologo. E i reperti da inciampo si trasformano in opportunità
È stato appena presentato il protocollo d’intesa tra Anas (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade) e il Ministero dei Beni Culturali. Il documento, corredato dal volume “L’archeologia si fa strada” rappresenta un traguardo importante e testimonia l’obiettivo dei due enti di valorizzare le scoperte archeologiche rinvenute nei cantieri stradali. Come sottolineato da Antimo Cesaro, Sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il protocollo “stabilisce una sinergia per due anni tra MiBACT e Anas. Una sinergia istituzionale con un’azienda che rappresenta un vanto ed un orgoglio per la capacità di realizzare infrastrutture nel nostro Paese. Ma è anche una collaborazione che genera una diversa forma mentis, emancipandosi da quella che fino a qualche anno fa aveva caratterizzato i percorsi di infrastrutturazione del Paese ed i ritrovamenti archeologici che accompagnavano le campagne di scavo”.
ARCHEOLOGIA COME OPPORTUNITÀ (ANCHE DI LAVORO)
Quella che un tempo era ritenuta una pietra d’inciampo d’ora in avanti rappresenterà un’opportunità di conoscenza, formazione, sviluppo e lavoro. Tra le iniziative legate a stretto giro alla redazione del protocollo c’è anche la promozione di bandi per 12 milioni e mezzo di euro con l’obiettivo di attribuire nuove figure lavorative tra le quali spicca sicuramente “l’archeologo di cantiere”, un profilo inedito, che si avvale sia di competenze umanistiche che tecniche, in grado di gestire situazioni d’emergenza relative al rinvenimento di materiale archeologico nel corso della realizzazione di sistemi viari. Un binomio, quello tra infrastrutture ed archeologia, che rappresenta le due facce di una stessa medaglia volta al potenziamento ed alla valorizzazione di iniziative di fruizione del patrimonio archeologico rinvenuto, così da incentivare conseguentemente lo sviluppo territoriale: “La tutela del patrimonio culturale e lo sviluppo infrastrutturale del Paese”, ha commentato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali del Turismo, Dario Franceschini, “possono camminare di pari passo, come dimostra questo accordo che contribuisce all’arricchimento dello straordinario museo diffuso presente sul nostro territorio”.
L’ARCHEOLOGO DI CANTIERE
In questa prospettiva il protocollo si avvale anche della collaborazione di Archeolog, associazione Onlus, incaricata di prendersi cura dei reperti ritrovati durante gli scavi e di avviare campagne di mecenatismo tramite raccolte fondi che diano al territorio l’opportunità di essere parte attiva nel gioco di valorizzazione e conoscenza. A tal proposito la fondazione ha promosso assieme ad Anas la realizzazione della collana editoriale “I percorsi dell’Archeologia” di cui è stato appena presentato il primo volume, “L’archeologia si fa strada. Scavi, scoperte e tesori lungo le vie d’Italia”, edito da Rubbettino, che raccoglie i reperti rinvenuti nel corso delle varie campagne lungo lo stivale; contributi che percorrono la penisola ed il Mar Mediterraneo attraversando i millenni; scoperte che partono sin dal VII millennio a.C., percorrendo una linea del tempo che si dipana lungo le regioni italiane tra gioielli, ritrovamenti fittili, tombe megalitiche, necropoli e strade. “Si tratta di una visione che nasce da una consapevolezza, quella del patrimonio del nostro territorio”, sottolinea Guido Perosino, Presidente di Archeolog. “La scommessa che volevamo vincere era quella di trasformare una criticità in un’opportunità”. Come illustrato da Caterina Bon Valsassina, direttrice Generale per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio del MiBACT, il protocollo vuole essere una misura per la tutela nella costruzione di nuovi circuiti viari; inoltre questa iniziativa vuole contribuire alla presa di coscienza che ogni strada porta alla scoperta di una storia da ripercorrere che deve contribuire alla divulgazione di un passato ricco da cui passa il nostro futuro. Una prima tappa per lavorare insieme: la compatibilità tra le infrastrutture e la nostra storia è qualcosa che non possiamo eludere, ma necessita di sistematicità e competenza.
– Ilenia Maria Melis
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