Visioni impossibili a Milano. Quando clonare un’opera d’arte è roba per ingegneri. E Leonardo rivive grazie alla potenza dell’hi-tech
Una mostra di soli dieci giorni. Un’immersione repentina nel mondo del Rinascimento, ibridato con quello dell’hi-tech. Visioni impossibili – Botticelli, Leonardo e Raffaello: nuove tecnologie per vivere l’arte, allestita fino all’11 marzo al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, è un percorso multimediale tra le rievocazioni digitali dei più importanti capolavori italiani. Il […]
Una mostra di soli dieci giorni. Un’immersione repentina nel mondo del Rinascimento, ibridato con quello dell’hi-tech. Visioni impossibili – Botticelli, Leonardo e Raffaello: nuove tecnologie per vivere l’arte, allestita fino all’11 marzo al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, è un percorso multimediale tra le rievocazioni digitali dei più importanti capolavori italiani.
Il visitatore, tra reale e virtuale, avrà modo di ammirare le composizioni di sette masterpiece (la Primavera, la Nascita di Venere e la Madonna del Magnificat di Botticelli, la Annunciazione, il Battesimo di Cristo e il Musico di Leonardo, lo Sposalizio della Vergine di Raffaello) grazie a riproduzioni perfette, stampate a dimensioni reali e tratte da immagini digitali acquisite e poi stampate ad altissima risoluzione.
Al centro della Sala delle Colonne campeggia L’Ultima Cena, proiettata in HD su maxischermo con multitouch adibito alla navigazione realtime. All’ingresso sono allestite postazioni touch screen per addentrarsi nel ciclo delle storie francescane affrescate da Giotto nella Basilica Superiore di Assisi, serie di cui è visibile anche la riproduzione della scena San Francesco in estasi. Mentre sul finire della prima parte del percorso è possibile azionare un video sul Musico di Leonardo che lo mostra nelle sue effettive dimensioni. Il percorso s’insinua poi lungo la storia della tecnologia applicata all’arte e alla sua riproducibilità, con una cronologia essenziale che illustra l’evoluzione della disciplina e diversi reperti storici, fra cui, dalla collezione di Fotocinematografia del Museo, un grande banco ottico professionale di inizio ‘900. Uno strumento utilizzato allora anche per la riproduzione di opere pittoriche: tecnologia primordiale al servizio degli art lover, antesignana degli straordinari dispositivi immersivi di oggi.
– Ginevra Bria
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