Arte & scienza, sempre più inseparabili. L’editoriale di Lorenzo Taiuti
In queste settimane si torna a parlare della famigerata coppia arte & scienza. Con Michelangelo Pistoletto che va in orbita e un paio di eventi romani di grande interesse. Ma il problema è la scarsità di fondi.
Si torna a parlare di arte e scienza sulle newsletter specializzate come Nettime, Spectre e Yasmin, e anche a Roma, fra musei e conferenze, fra Maxxi e Palaexpo e le loro mostre. E si parla di Michelangelo Pistoletto, che collega una variante del suo Terzo Paradiso alla missione spaziale VITA, acronimo di Vitality, Innovation, Technology e Ability. Il progetto di Pistoletto, che nasce come logo (un “infinito riconfigurato”), dopo diverse forme espressive diventa un intervento con l’Agenzia Spaziale Italiana. Un’app collegata con computer e smartphone permette di scaricare foto dello spazio con logo, partecipando così a un archivio d’immagini, con la complicità di uno degli astronauti.
Intanto, nell’ambito della mostra Digitalife, c’è stato l’incontro fra Stelarc, artista visionario di area new media, e lo scienziato Massimo Bergamasco, area robotica. Lo scambio è cauto (due lottatori di sumo che si studiano) ma non privo di reciproca attrazione e interesse. Stelarc ha provato sulla propria pelle varie forme di strumenti di rilevazione del corpo, connettendosi attraverso sonde gastriche, vene, onde cerebrali e infine, in un atto estremo, inserendosi nel braccio un doppio sintetico dell’orecchio. Lo scienziato, da parte sua, lavora sui robot umanoidi all’Università di Pisa e fa ricerca sulle loro possibilità sensoriali. Da un lato si vuole robotizzare o meccanizzare il corpo, dall’altro si cerca di umanizzare il robot.
“La scienza parte da idee aleatorie e si realizza in azioni concrete, l’arte parte da idee aleatorie e le realizza con linguaggi aleatori”.
Dalla parte dell’arte digitale dicono: “L’arte non è necessariamente buona e innovativa” (Kristoffer Gassinger, direttore della Transmediale), invece la scienza deve e vuole essere positiva e innovativa. Ma non è solo l’etica a fare la differenza: naturalmente sono i codici linguistici. È la differenza fra metafora e azione. La scienza parte da idee aleatorie e si realizza in azioni concrete, l’arte parte da idee aleatorie e le realizza con linguaggi aleatori. Intanto, ancora a Roma, al Maxxi c’è la mostra Gravity, e al suo interno Tomás Saraceno si confronta con le innovazioni scientifiche, sia ricreando in musei le strutture di simulazione degli spazi antigravità, sia utilizzando i satelliti di osservazione spaziale per intercettare e riprodurre i “suoni” che attraversano lo spazio in forma di materia. L’artista discute poi con il fisico teorico Giovanni Amelino-Camelia su Lo spazio-tempo nell’incontro fra scienza e arte. Siamo pronti per il matrimonio? Mancano ancora le decorazioni e i dolci, cioè i finanziamenti.
‒ Lorenzo Taiuti
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #41
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