Meglio i Saloni che i Salotti: il report sul Salone della Cultura di Milano 2018
Per il secondo anno Superstudio Più ospita Il Salone della Cultura e diventa punto d’incontro per editoria, grafica, arte, collezionismo. Matteo Luteriani e Sergio Malavasi fanno sì che il presente si rifletta in un passato di pregio.
Si è potuto ammirare la Legnano d’acciaio di Fausto Coppi, la prima mostra milanese con i ritratti di Ghitta Carell, gioielli e sculture di carta, stampe di diversa origine e datazione. E soprattutto libri, perché è vero che la cultura è un fenomeno diffuso e tocca ogni ambito dell’opera e del pensiero umani, ma nessun oggetto forse è in grado di rappresentarla meglio che il libro. Antico, usato, nuovo: è stato possibile scorgere e acquistare dorsi freschi di stampa e cinquecentine, sebbene la sezione più corposa della fiera sia quella dedita all’usato. Libromania (Vaprio d’Adda – MI), ad esempio, ha offerto una vasta scelta letteraria e sfoggiato la propria passione per Dino Buzzati, nei panni di scrittore e di pittore: è stato possibile infatti osservare alcune opere originali accanto a stampe di Lichtenstein, tra gli altri. Il libraio ricorda di quella volta in cui Buzzati, alla redazione del Corriere, lesse un coccodrillo redatto sul suo conto, che si concludeva con: “fu anche pittore”; l’autore non poté esimersi dal correggere in “fu un grande pittore, anzi il più grande!”
CHICCHE DEGLI ANNI ‘70
PCCC – Paolo Credi Collectors Consulting (Modena) ha portato un’ottima selezione di cataloghi, libri d’artista – tra cui quelli di Maurizio Nannucci – con particolare attenzione verso i documenti cartacei come gli inviti a mostre soprattutto degli anni ‘60 e ‘70. Notiamo tra gli altri l’invito all’esposizione di Andy Warhol del ’72, la cartolina d’invito di Gino De Dominicis del ’75 con ingresso riservato agli animali; un invito per la mostra di Fontana alla Galleria dell’Ariete. Presso la sezione ALAI (Associazione Librai Antiquari d’Italia) il prestigio era in ogni angolo: le carte decorate e le tavole miniate dello Studio Bibliografico Giuseppe Solmi (Bologna), una copia della prima edizione de Il Gattopardo (Feltrinelli, 1958) con copertina realizzata da Albe Steiner esposta dallo Studio Bibliografico Orfeo (Bologna); così come una tavola pubblicitaria del ’39 di Giovanni Pintori per Studio 42 Olivetti, esibita dalla Libreria Antiquaria Coenobium (Asti): nella prefazione al catalogo dedicato Elio Vittorini fa riferimento all’umanesimo pubblicitario, ovvero a campagne che riuscissero a generare immagini poetiche, a imprimersi nella storia conferendo alla pubblicità una dimensione inequivocabilmente umana.
LA PUBBLICITÀ
E a proposito di pubblicità: il Salone ha promosso anche tre mostre, quella organizzata dalla Fondazione Istituto Rizzoli consisteva di una serie di layout grafici realizzati per diversi marchi tra gli anni ’70 e ’90. Le tavole in mostra testimoniano un’epoca, un ambiente sociale oltre che la produzione grafica in senso stretto. Mentre la Galleria Il Vicolo (Genova e Milano) in occasione dei suoi 50 anni ha portato in Salone Colore italiano: dieci litografie di Emilio Isgrò che riproducono la carta dell’Italia cancellata, dove sono evidenziati i confini delle regioni; in ciascuna stampa risalta una regione diversa ma il rosso della Liguria è una costante, proprio quale omaggio alla galleria genovese. L’aspetto da migliorare, in primis da un punto di vista organizzativo, riguarda forse incontri e conferenze: non sempre degnamente indicati e annunciati.
-Lucia Grassiccia
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