Questo non è un mausoleo. Il sito web della Fondazione Merz
Musei e case d’asta, fondazioni e centri d’arte. Di loro si parla nella rubrica “Reti didattiche”, ma osservandoli dal lato online. Per scoprire come sono e come funzionano i loro siti Internet e quali eventuali chicche si nascondono fra le pieghe del web. Stavolta siamo andati alla Fondazione Merz di Torino.
Torino, anno 2005. Nell’ex centrale termica Officine Lancia, inaugura la Fondazione Merz. Una fondazione intitolata a un artista, solitamente, ha come vocazione principale quella di mantenere viva la sua ricerca, continuando a dare visibilità alle opere, preservandole e tutelandole. Non sempre, però, è facile dare seguito, con i fatti, ai propositi e scansare il rischio di creare un mausoleo. La Fondazione Merz – presieduta da Beatrice Merz, coadiuvata da un comitato scientifico composto da Frances Morris, direttrice della Tate Modern di Londra, Vicente Todolí, direttore artistico di HangarBicocca, Richard Flood, direttore Special Project e curatore al New Museum di New York, e Mariano Boggia – invece, sostiene il lavoro di Mario e Marisa Merz riuscendo a non congelarlo nella parentesi storica di appartenenza. Così, negli anni, la fondazione ha alternato “mostre dedicate a Mario e Marisa Merz come momenti di riflessione e studio, a grandi progetti site specific di artisti nazionali e internazionali invitati a confrontarsi con lo spazio della fondazione e con il suo contenuto”, non tralasciando “la ricerca sulle nuove generazioni per cui sono regolarmente organizzati eventi espositivi”.
MOSTRE E ARTISTI
Sul sito Internet, alla sezione materiali multimediali, la documentazione di questi confronti, filmati delle esposizioni e degli artisti che danno voce al progetto. Tra questi, l’attuale mostra di Carlos Garaicoa, El Palacio de las Tres Historias, a cura di Claudia Gioia, dove spazio, parola politica e poetica, architettura, potere, società e retorica s’intrecciano per raccontare, tra storia e implicazioni sociali, lo sviluppo dell’industria a Torino, in un’atmosfera temporale quasi favolistica ma quanto mai reale.
Sulla piattaforma online della fondazione si trovano anche brevi video d’interessanti eventi, come nel caso della rassegna Meteorite in Giardino, dove arte e musica contemporanea si fondono. Ancora, notizie sul Mario Merz Price, istituito nel 2013, con l’obiettivo di individuare le migliori personalità emergenti in ambito artistico e musicale. Nella stessa sezione, le immagini di una mostra difficile da dimenticare, per potenza poetica e forza estraniante, quella del primo artista vincitore del premio nella sezione Arte, Wael Shawky. L’artista è stato celebrato per l’occasione al Castello Rivoli con Cabaret Crusades e alla stessa Fondazione Merz con Al Araba Al Madfuna, mostra, quest’ultima, che è stata protagonista di un progetto extra muros della fondazione a Palermo, nella Chiesa dei Santi Euno e Giuliano.
UNA PROGETTAZIONE NOMADE
La fondazione negli anni è diventata un importante punto di riferimento per il contemporaneo, e il sito testimonia la vocazione di un lavoro che, come dichiara Beatrice Merz, segue “una modalità di progettazione nomade”, dove Torino è cuore, testa e punto di partenza per nuove collaborazioni che vanno oltre la città. Così il 2018 vedrà realizzarsi e consolidarsi altre importanti collaborazioni nazionali, anche con mostre dedicate a Mario e Marisa Merz.
‒ Adele Cappelli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #41
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