A.I. 50 Years Later. Talenti ribelli della moda contemporanea in mostra ad AltaRoma
Alla Galleria Nazionale di Roma, il progetto A.I. Artisanal Intelligence, curato da Clara Tosi Pamphili e Alessio de' Navasques durante AltaRoma, mette in mostra, come in una vera occupazione studentesca, la creatività narcisistica e rivoluzionaria dei nuovi talenti, 50 anni dopo il '68
Il corpo, quello vestito dagli abiti. I diritti, quelli per cui valeva la pena scendere in piazza e battersi per essere liberi. Le scelte fatte con consapevolezza e vanità. Ed è una scelta voluta e puntuale quella di A.I. Artisanal Intelligence, il progetto creativo curato da Clara Tosi Pamphili e Alessio de’ Navasques, che durante AltaRoma sceglie, “50 Years Later” il ’68 e la Galleria Nazionale di Valle Giulia per dare voce, finalmente, ai ribelli e agli anticonformisti. A chi non si piega alle regole della moda e non ne è ancora contaminato da logiche commerciali. E di quella creatività esposta sul manichino, in una fusione quasi mistica con le opere d’arte di Joseph Kosuth, Hans Arp, Andy Warhol e Amedeo Modigliani, ne fa un marchio di fabbrica.
ANTICONFORMISMO E ARTIGIANATO
Avanguardia, identità artistiche ed estrosa stravaganza per abbattere i muri dell’ignoranza e del pregiudizio nella cultura hippie con quello stile neoromantico delle “Lolite” anni ’60. Cinquant’anni dopo il 1968, tutto si svolge al contrario con una ricerca minuziosa della qualità del lavoro, dell’artigianalità, del savoir faire che sono gli stessi stilisti in erba ad accentuare come bandiere della diversità creativa nell’omologazione dettata dal fashion system. A.I. è l’occupazione studentesca di una “talent crew” selezionata dagli organizzatori con creazioni di giovani designer ancora acerbi e sognatori, provenienti dalle più importanti scuole di moda (e non solo) italiane: Sanna Schubert e Federico Cina del Polimoda di Firenze,Martina Scattarella dell’Accademia di Costume e di Moda, Kiana Ahmadi e Elisa Alessandrini della Koefia, Giovanni e Gregorio Nordio dello Iuav di Venezia,Sara Tessitore e Andrea Castellani dello Ied Roma, Rango, Giulia Masciangelo, Monica Gesualdo, Matteo De Toma e Giuseppe Casafina della Naba, Adireg Comenoi e Gyanendu Baruah della Domus Academy, Annalisa Mazziotti e Lin Chen dell’Accademia Belle Arti di Roma, Giuseppe Simeoli dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.
RIVOLUZIONE FASHION
Ieratico, pulito, fatto di sovrapposizioni in bianco e nero, gonne e camicie, il lavoro di Gabriele Skucas della Central Saint Martins di Londra, special guest di questa edizione di A.I., capace di rivalutare l’heritage non solo come fonte d’ispirazione e con mero citazionismo. “Abbiamo cercato veri rivoluzionari nei giovani designer delle scuole di moda, non ancora contaminati dal mondo del lavoro e dalle tendenze. Rintracciando un movimento rivoluzionario come quello di 50 anni fa. Qualcosa di importante abbiamo trovato, non tanto come quello del 1968. In un clima globalizzato, non con un’identità precisa e geografica, ma solo sul fil rouge della rivoluzione” spiega Clara Tosi Pamphili. Sperimentazioni materiche, giochi scultorei e architettonici, nessun rimando alla tradizione se non il desiderio di tornare all’alto artigianato come espressione, anche estetica, di autenticità del prodotto. Tutto è nuovo, incrostato di volontà e narcisismo. Puro e ingenuo, ma ricco di passione e dettato da nuove idee che interpretano i temi della controcultura, la sessualità, il riciclo dei materiali in disuso, la disobbedienza ma anche la sessualità e il nomadismo metropolitano. Nell’allestimento il manifesto “My body, my right, my choice” in poche parole rappresenta, nella comparazione tra il lavoro di oggi e le immagini del passato, come la moda contemporanea sia figlia di una generazione ribelle. E che la vera rivoluzione attuale sta nell’intelligenza artigiana. “Roma in questo momento ha bisogno di una ventata di freschezza. Abbiamo invitato tutte le scuole italiane ad esporre i loro progetti più nuovi, più rivoluzionari, segnalando le figure più interessanti della nuova generazione”, commenta Alessio de’ Navasques che sottolinea “e ciò avviene alla Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea, cornice che si è prestata ad A.I. grazie all’entusiasmo della direttrice Cristiana Collu”. Ed è come se, proprio attraverso la moda, il tempo fosse ritornato al suo posto.
– Gustavo Marco P. Cipolla
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