Seconda Qollezione targata Quinz & Dalvit. Abiti ispirati alle case tradizionali dell’Alto Adige

Metti una vecchia casa di montagna, come quelle che sbucano tra le vette del Sud Tirolo. Metti una stanza tradizionale e il suo carico di oggetti e di memorie. E poi metti una collezione moda. Che è soprtattutto un progetto poetico, intitolato all'identità dei luoghi natii...

Tradizione, artigianalità, memoria dei luoghi e mappe sentimentali, design esclusivo e fattura di pregio: il mix messo a punto da Anna Quinz e Fabio Dalvit – compagni di vita e di lavoro – si nutre di un immaginario intimo, recuperato fra la storia di una comunità e la geografia di una terra d’origine. Fare moda, e farla con spirito e sguardo contemporaneo, reinterpretando forme, colori, usanze, patrimonio paesaggistico e immateriale dell’Alto Adige. Ovvero: casa propria, le proprie radici. Un universo tramutato in capsule collections, composte da cinque modelli e numerate progressivamente, come i capitoli di una storia in progress. Gli abiti sono tutti pezzi unici da abbinare tra loro, pensati in una chiave anticonsumistica: tessuti di alta qualità, resistenti, fatti per durare, per essere indossati e insieme collezionati, disegnando via via il ritratto di un luogo speciale.

Stube privata, Archivio Museum Ladin, Foto Alfred Erardi

Stube privata, Archivio Museum Ladin, Foto Alfred Erardi

INDOSSARE UNA STANZA, ABITARE UN VESTITO

Dopo la Qollezione_01, ispirata al colore dei cieli che incorniciano le vette del nord-est, ma anche al blu elettrico del tipico grembiule in cotone indossato dai contadini della zona, Quinz e Dalvit sfornano una seconda prova. E stavolta lo spunto arriva dalla vita nella Stube, fin dal Medioevo l’ambiente più importante delle case tirolesi di montagna, identificabile col “living” o col classico soggiorno. Uno spazio semplice, in cui domina il colore caldo del legno, impreziosito da piastrelle decorate e arredato con pochi elementi: una grande stufa, il tavolo ad angolo (detto “eckbank”) orientato a sud per catturare più a lungo il sole, un altare per la preghiera guarnito di croci, ex voto, immagini religiose, una serie di tessili – cuscini, tovaglie, ricami, coperte – lavorati a maglia o ricamati.
Come tradurre tutto questo in forma di abiti, gonne, maglie, pantaloni? Come interpretare la luce e il tepore, l’idea di famiglia, il tempo lento della tessitura, la sobrietà dei decori, il senso del sacro distillato nel quotidiano, tra le preghiere serali e il ricordo dei propri cari? Come afferrare la cadenza dei giorni, che scorrono tra una finestra, un divano e un focolare, nell’intreccio di affetti e rituali domestici?

Qollezione 02, by Anna Quinz e Giulio Dalvit. Ph. Jasmine Deporta

Qollezione 02, by Anna Quinz e Giulio Dalvit. Ph. Jasmine Deporta

COME PIASTRELLE TIROLESI. COTONI PREZIOSI

Qollezione_02 sceglie una fibra antica e versatile come il cotone, e la valorizza con finissimi ricami, frutto di un sodalizio con la Tessitura Artistica Franz, fondata agli inizi del Novecento da Josef Franz, distintasi per la vocazione sperimentale dei processi, e via via specializzatasi in tessuti d’arredo, con particolare maestria nella realizzazione di motivi tirolesi. E sono questi stessi motivi – qui più minuti, lì più fastosi, fra bande fiorite, damaschi, micro trame geometriche – a reinventare le linee severe dei pantaloni a vita alta, delle gonne a campana, delle giacche con chiusura a incrocio, degli abitini con maniche corte e scolli rotondi, dei deliziosi gilet strutturati, senza dimenticare il capo basic per definizione: una camicia bianca come sobrio passepartout. Due sole le tinte, tra un azzurro ceruleo e poche gradazioni di beige.

Qollezione 02, by Anna Quinz e Giulio Dalvit. Ph. Jasmine Deporta

Qollezione 02, by Anna Quinz e Giulio Dalvit. Ph. Jasmine Deporta

Infine, la scrittura che ritorna. Come per la prima collezione, in cui comparivano impercettibili frasi, stemmi, figure, anche stavolta i capi celano dei messaggi ideati da Massimiliano Mariz: la scritta “Live Long and Prosper” augura lunga vita all’abito stesso e chi lo indossa. Una versione attuale delle frasi propiziatorie che sigillano lo spazio di un altare casalingo, nel tempo immobile della fede e della tradizione.
Il progetto di Anna Quinz e Fabio Dalvit funziona e tiene bene sul piano della coerenza, della qualità sartoriale, della poesia sottesa, dell’eleganza mischiata alla semplicità, trovando un punto di forza nel suo carattere non commerciale, eppure privo di accenti snob. Più una ricerca d’artista, tra dimensione affettiva e taglio concettuale, che non una produzione fashion in senso stretto. Esclusività, quantità ridotte e lentezza – una sola collezione all’anno, con pochissimi capi – continuano a marcare la differenza. E la parola chiave resta “collezionare”. Abiti, memorie, cose, paesaggi, pagine di storia collettiva e personale. Pezzi di vita da celebrare con grazia, da indossare con amore.

Helga Marsala

www.qollezione.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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