Federica Fracassi / Valentina Tamborra – Nient’altro che finzioni
In occasione del debutto dello spettacolo Rosmersholm (23 gennaio- 11 febbraio) prodotto dal Teatro Franco Parenti, allo spazio NONOSTANTEMARRAS si inaugura la mostra di Federica Fracassi e Valentina Tamborra: Nient’altro che finzioni. Viaggio immaginario sulle tracce di Ibsen.
Comunicato stampa
Lunedì 29 gennaio 2018, alle ore 19.00, in occasione del debutto dello spettacolo Rosmersholm (23 gennaio- 11 febbraio) prodotto dal Teatro Franco Parenti, allo spazio NONOSTANTEMARRAS si inaugura la mostra di Federica Fracassi e Valentina Tamborra: Nient’altro che finzioni. Viaggio immaginario sulle tracce di Ibsen.
La mostra, aperta fino al 18 febbraio 2018, si inserisce nel Percorso Ibsen: da Rosmersholm a Peer Gynt.
Lo spunto del 150° anno dalla nascita di Peer Gynt è alla base della mostra, che, in una sorta di foto-romanzo, miscela ambientazioni nordiche, echi della Norvegia e suggestioni teatrali, in un continuo alternarsi di piani d’invenzione e realtà, persone reali e personaggi di fantasia, tempi e spazi.
In mostra trenta scatti realizzati da Valentina Tamborra che accompagnano il diario di bordo vergato da Federica Fracassi e che ripercorrono il loro viaggio, in auto e in traghetto, attraverso le lande norvegesi, da Oslo al Gudbrandsdal, risalendo fino al porto di Ålesund e da lì verso Bergen, per poi fare ritorno nella capitale, passando dalla città natale di Ibsen, Skien.
Il viaggio, in molti punti, ricalca le tappe (raggiunte a piedi, in carrozza, in nave) che Henrik Ibsen aveva toccato nel 1862 e che avrebbe poi costituito l‘ispirazione di Peer Gynt, terminato solo tre anni dopo a Sorrento, in Italia.
Nelle foto Federica si cala nei personaggi che interpreta sul palcoscenico, crea commistioni di epoche, usi e costumi, mette in relazione il passato con il presente, in un tentativo luminoso di riraccontare Ibsen con un “testo parallelo”.
Il progetto Nient’altro che finzioni è stato infatti concepito innanzitutto come un approfondimento e un esperimento drammaturgico, paralleli all’opera e alla realizzazione scenica, come una sorta di “training autorale d’attrice” che, per prepararsi a recitare in due opere ibseniane, vi si avvicina in un insolito corpo a corpo.
In mostra, grazie ad Ambrogio Paolinelli, 12 figurine Liebig (6 del 1904 e 6 del 1960) su Peer Gynt e i fiordi.
Federica e Valentina desiderano ringraziare:
Franco Figari, Linda Pinda Gaarder, Fred Gerkum, SynnØve Kristiansen, Sussan Kroken, Else L'Orange, Samuele Mancini, Luca Micheletti, Viviana Mollica, Elisabeth Ones, Samuele Pellecchia, Reidar, Andrée Ruth Shammah, Amedeo Vitale... e tutto il mondomarras.
Milano, gennaio 2018
BIOGRAFIE:
Federica Fracassi
Interprete sensibile alle nuove drammaturgie, votata alle scritture più visionarie, feroci, poetiche degli ultimi anni, fin dagli esordi disegna un percorso indipendente nel panorama del teatro di ricerca. Si forma giovanissima alla Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi e segue il lavoro di Carmelo Bene, Luca Ronconi, Thierry Salmon, Romeo Castellucci, Cesare Ronconi.
Fonda insieme al regista teatrale Renzo Martinelli la compagnia Teatro Aperto, oggi Teatro i, che gestisce l’omonimo spazio a Milano, una vera e propria factory del teatro contemporaneo.
In teatro ha lavorato tra gli altri con Valerio Binasco, Valter Malosti, Antonio Latella, Luca Micheletti e ha ricevuto numerosi premi come miglior attrice protagonista: Premio Ristori, Premio Olimpici del Teatro, Premio della Critica, Premio Franco Enriquez, Menzione d’onore e Premio Eleonora Duse, Premio Ubu. Al cinema esordisce nel 2010 in Happy Family di Gabriele Salvatores, seguono, tra gli altri, Bella addormentata di Marco Bellocchio e Un giorno devi andare di Giorgio Diritti (2012), Il capitale umano di Paolo Virzì (2014), Antonia di Ferdinando Cito Filomarino (2014), La vita oscena di Renato De Maria (2014), Sangue del mio Sangue di Marco Bellocchio (2015), Pagliacci di Marco Bellocchio (2016), Gli sdraiati di Francesca Archibugi (2017). Nella stagione teatrale 2016/2017 lavora a Raffiche, dedicato a Splendid’s di Jean Genet, con la compagnia Motus, è Erodiàs di Giovanni Testori diretta da Renzo Martinelli ed è protagonista di Louise e Renée, regia di Sonia Bergamasco, drammaturgia di Stefano Massini da Mémoires de deux jeunes mariées di Honoré de Balzac, una produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. Nella stagione teatrale 2017/2018 lavora a un ampio progetto ibseniano al Teatro Franco Parenti con il regista Luca Micheletti, con il quale condivide la scena in Rosmersholm-Il gioco della confessione e in Peer Gynt (Suite).
Valentina Tamborra
Nasce nel 1983 a Milano, dove vive e lavora. Si occupa principalmente di reportage e ritratto: nel suo lavoro ama mescolare la narrazione all’immagine. Nel 2012, ha realizzato la documentazione fotografica dell’allestimento della mostra presentata a Palazzo Incontro (Roma) dedicata a Valentina (Valentina Movie) del fumettista Guido Crepax. Ha documentato, nel 2014, il progetto Ti aspetto fuori di Matteo “BruceKetta” Iuliani, in collaborazione con Salvo Spoto e Carlo Negri. Per l’occasione ha seguito i detenuti del carcere di massima sicurezza di Opera in un laboratorio teatrale che ha visto la nascita di uno spettacolo presentato a Zelig. Doppia Luce è il suo primo grande progetto personale, che dall’ottobre 2016 ad oggi è stato esposto in diverse città (Milano, Napoli, Roma). Ospite di festival e speech con proiezione dei sui lavori, ha lavorato in progetti con Mario De Santis, giornalista di Radio Capital, e Amref Health Africa, con cui ha documentato la storia dei Chokora, i ragazzi di strada di Nairobi, e la loro rinascita attraverso il riciclo di oggetti ritrovati nelle discariche della città. Per la Fondazione L’Albero della Vita sviluppa il progetto Giocare è una cosa seria, recandosi nelle zone terremotate delle Marche e raccogliendo immagini e testimonianze delle famiglie coinvolte negli eventi. Insieme all’attrice Federica Fracassi, sviluppa il progetto Nient’altro che finzioni - viaggio in Norvegia sulle tracce di Ibsen e di Peer Gynt. Con la collaborazione di Medici Senza Frontiere, sviluppa il progetto La sottile linea rossa recandosi al confine fra Francia e Italia, a Ventimiglia, e poi a Lesvos, nell’hotspot di Moria, per documentare chi, dopo l’emergenza, resta confinato in questi luoghi con la vana speranza di poter passare il confine.