Irene Balia – Strategie di seduzione
Secondo appuntamento invernale con l’arte contemporanea allo Spazio Chora di Via Zanfarino 29.
La storia dello spazio espositivo, ex-storica macelleria di Sassari, è il punto da cui prende avvio il lavoro di Irene Balia.
Comunicato stampa
2 Febbraio 2017, ore 18. Secondo appuntamento invernale con l’arte contemporanea allo Spazio Chora di Via Zanfarino 29.
La storia dello spazio espositivo, ex-storica macelleria di Sassari, è il punto da cui prende avvio il lavoro di Irene Balia. Strategie di seduzione mette in scena il fascino esercitato su di noi dagli oggetti con cui conviviamo e assegna alla carne il ruolo di protagonista. Scomposta ed esposta su tavole imbandite e decorate, la carne esibisce il suo potere seduttivo complesso, controverso eppure innegabile. Le pitture in mostra riflettono in maniera sottile sul rapporto tra estetica e desiderio ben noto alle logiche di mercato. L’occhio dell’artista allora si fa abile nel riconoscere la presenza ornamentale in tutte le sue manifestazioni, alte, goffe o ambigue che siano.
La ricerca artistica di Irene riflette sulla possibilità per un genere di nobile tradizione come la pittura, di reggere il confronto con il moltiplicarsi di nuovi mezzi espressivi e nuove forme di seduzione. La strada scelta è quella di non sottrarsi a questo confronto, bensì di raccontare “senza purismi la totale elaborazione estetica dei luoghi che abitiamo, come cifra più autentica del contemporaneo”. Lo fa mostrando frontiere permeabili e influenze accolte e rielaborate : “Laddove i confini tra le arti sfumano, le eredità lasciate in dono da Matisse e dalle tavole imbandite di Bernard Buffet incontrano le suggestioni della fotografia Still life, le decorazioni della ceramica e degli interni, il food design e gli influssi inevitabili del kitsch”.
Lo Spazio Espositivo Chora nasce da un progetto del gruppo Inschibboleth, associazione culturale di matrice filosofica. L’atmosfera ibrida descritta dal testo curatoriale suggerisce la ricchezza degli spunti offerti alla riflessione estetica. Quale futuro per il genere pittorico? È possibile ripensare il ruolo dell’ornamento, da sempre considerato come elemento marginale? Come distinguere le suggestioni della merce dal puro piacere che l’arte continua a regalare in maniera sempre attuale?