Il Salone del Mobile di Milano lancia il suo primo Manifesto. Aspettando l’edizione di aprile
Il Salone del Mobile diventa avanguardia e lancia il primo Manifesto. I valori? Impresa, Qualità, Progetto, Sistema, Giovani, Comunicazione, Cultura, Milano Al Centro, per una manifestazione che cresce in lustro e autorevolezza.
Che ultimamente il “sistema Salone” avesse iniziato a brillare con maggiore intensità era stato notato da tempo. Maggiore organizzazione, una nuova immagine coordinata, il padiglione dedicato al lusso, un premio per dare visibilità alle eccellenze, sono tutte iniziative che hanno contribuito a dare lustro all’autorevolezza del Salone del Mobile di Milano. Il quale rimane sì la più grande fiera internazionale dell’arredo, ma che in un clima di grande competizione deve pur sempre continuare a difendere il primato dalle insidie della concorrenza.
IL MANIFESTO
Eppure, nonostante le novità degli anni scorsi, la conferenza stampa di rito che ogni febbraio preannuncia le anticipazioni dell’imminente edizione di aprile non mancherà di passare agli annali. La novità è un po’ inaspettata e apparentemente non banale: né più né meno di un movimento artistico o di un’avanguardia, anche il Salone del Mobile ha scelto di dotarsi di un Manifesto. Quello presentato alla presenza, tra gli altri, di Beppe Sala, Sindaco di Milano, e di Carlo Luti, Presidente dello stesso Salone del Mobile – si chiama Manifesto del Salone del Mobile.Milano e, partendo dal presupposto che “il Salone del Mobile non è solo una fiera”, è basato su otto punti cardine che funzionano da bussola per sublimare l’evento commerciale nella testa di ponte di tutto il sistema di innovazione della città. Resterebbe deluso chi è a caccia di anticipazioni storiche, intuizioni geniali o brillanti invenzioni da copywriter. Perché i valori di Impresa, Qualita’, Progetto, Sistema, Giovani, Comunicazione, Cultura, Milano Al Centro che sono i cardini del Manifesto non mirano a sconvolgere le fondamenta del sistema, ma vogliono solo favorire la sua azione virtuosa imponendo il lovemark Salone come un’esperienza efficace, che funziona meglio e prima degli altri.
LE LINEE PROGRAMMATICHE
Cercando tra il testo che si accompagna ad ogni valore, ad emergere è un invito a lavorare alla coesione del sistema, dei suoi numerosi protagonisti e soprattutto della città che è alla base dello stesso Salone. Perché quest’ultimo non finisce tra le volte trasparenti della fiera di Rho ma, recita il Manifesto, deve arrivare a coinvolgere professionisti che sono alla base del suo sistema produttivo, le eccellenze che innovano, i giovani coinvolti nella formazione e gli agenti che lavorano per rinnovare le proposte culturali. Buon senso un po’ banale? Un po’ sì e un po’ no, nel caso queste linee programmatiche, a differenza di ciò che siamo abituati a sentire in questi giorni in campagna elettorale, troveranno il modo e la congiuntura per affermarsi realmente. Manifesto a parte, quali in concreto le anticipazioni per il prossimo aprile? Un punto di riguardo ha a che fare con la sostenibilità, già annunciata dal Manifesto sotto la voce Qualità e che si concretizza nella proposta di uno degli architetti più innovativi e tecnologici della scena internazionale, Carlo Ratti. Dal 17 al 29 aprile, in piazza del Duomo davanti a Palazzo Reale, prenderà vita un’installazione dedicata al rapporto tra natura e abitare (i temi della prossima Esposizione Internazionale nel 2019) che vuole anche rompere la linea di demarcazione tra Salone e Fuorisalone, portando per la prima volta un po’ della fiera istituzionale in città. Per il resto, non resta che aspettare le proposte degli oltre 2000 espositori, a cui guardano in attesa trepidante gli oltre 300.000 visitatori interazionali stimati per questa 57esima edizione.
– Giulia Zappa
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