Soggetti e fragilità. Cally Spooner a Ginevra
Dieci lavori ripercorrono l’intensa carriera dell’artista inglese, vincitrice dell’Illy Prize 2017. Distribuita lungo i tre piani del museo di Ginevra, la personale segna l’orizzonte di confine tra la soggettività fisica degli individui e la fragilità antroposofica sprigionata dall’ambiente che li circonda. Tra installazioni sonore, videoinstallazioni, performance, reading e stampe 3D.
Il CAC si svuota e segna con tre diversi tratti – composti da due pastelli a cera e una leggera linea spray ‒ l’orizzonte cicatrizzato della struttura che si riversa e che guarda al proprio interno. Al terzo piano del museo di rue Vieux-Grenadiers, infatti, Cally Spooner (Ascot, 1983; vive ad Atene) allestisce il lavoro che assegna il titolo e che preannuncia una fra le mostre monografiche più estese mai dedicate al suo lavoro di scrittrice, regista e infine artista. Nei tre piani del CAC, livelli che raccolgono l’espansione narrativa di un’orditura teoretica dedicata alla decomposizione di Passato, Presente e Futuro, Drag Drag Solo (2016) taglia obliquamente la stanza numero 3 e riaccende, negli spazi in penombra, il limite, la finitezza degli orizzonti fisici dell’immagine in movimento. L’enorme schermo porta su di sé i gesti di tre danzatrici: una solista in primo piano e una coppia in secondo piano. Tutte e tre si muovono silenziosamente, alle spalle viene scandito solo il conto in progressione della traccia di Soundtrack for a troubled time (2017), voce che annega, letteralmente e metaforicamente, a mano a mano che la trama dell’ambiente antropico condensa.
PARTECIPAZIONE E PERFORMANCE
Dunque, tra strategie di caduta e di stabilizzazione, di presa e trascinamento (in inglese, per l’appunto, to drag) di arresto e di abbattimento, il lavoro concepito per la scorsa edizione della Biennale de l’Image en Mouvement torna a sovrapporre, a mettere a confronto, attraverso direzioni opposte, uno degli snodi principali dell’opera di Spooner: compartecipazione e non-interazione, all’interno delle pratiche performative. Nella stanza successiva, un secondo centro del percorso si dispone attorno a He wins everytime, on time and under-budget (2016), per poi introdurre uno dei due lavori di ultima generazione dell’artista inglese.
FOSSILI DEL PRESENTE
Attraverso una ricerca di Cally Spooner, compiuta con Michelangelo Miccolis, By all accounts this was a very ordinary man (2018) compare, nell’arco di intervalli regolari, all’interno dell’intera mostra a partire dall’ultima sala del terzo piano. Come una sorta di guida speciale, il performer accompagna i visitatori facendo seguire loro un monologo sugli eccessi dell’inconsapevolezza, dell’inconsistenza, parlando dell’azione consolatoria di frasi fatte che introducono il presente come se davanti a noi sorgessero continui fossili del presente.
Al quarto piano, in stato di avanzamento e superamento rispetto a And You Were Wonderful, On Stage (2013-2015), il Cinema Dynamo, off site, prepara il terreno per la ricerca della yet-to-emerge performance company dal nome OffShore. Protagonista di una serie di workshop che tra qualche settimana Cally Spooner terrà a Londra, con il titolo Against the performative.
‒ Ginevra Bria
Ginevra // fino al 18 marzo 2018
Cally Spooner. Drag Drag Solo
CAC – Centre d’Art Contemporaine
rue des Vieux-Grenadiers 10
www.centre.ch
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