ARCOmadrid 2018. La fiera apre tra le polemiche. Censurata l’opera dell’artista Santiago Sierra
L'edizione 2018 di ARCOmadrid si è appena inaugurata con una censura. L'opera dell'artista madrileno Santiago Sierra è stata rimossa dalle pareti dello stand della galleria di Helga de Alvear per gli espliciti riferimenti politici che rischiano di "pregiudicare i contenuti artistici della fiera"
ARCOmadrid 2018 si apre con una censura politica. L’opera di Santiago Sierra – artista madrileno, classe 1966, con un’importante traiettoria internazionale – è stata rimossa dalla parete esterna della galleria di Helga de Alvear, una delle più importanti di Spagna, questa mattina poco prima dell’apertura della fiera a vip e collezionisti. La direzione di Ifema (l’ente fiera madrileno) ha chiesto alla gallerista la rimozione dell’opera, composta da 24 pannelli di fotografie, e ha inviato un comunicato stampa per chiarire la sua posizione: “Ifema, con il massimo rispetto per la libertà di espressione, considera che la polemica suscitata nei mezzi di comunicazione dall’esposizione di questi pezzi stia pregiudicando la visibilità dell’insieme dei contenuti artistici di ARCOmadrid, e perciò intende come propria responsabilità, in quanto ente organizzatore, cercare di allontanare dal suo svolgimento tematiche che distolgano l’attenzione dalla fiera nel suo complesso”.
L’OPERA DI SANTIAGO SERRA E LA CENSURA
L’opera, peraltro già venduta prima dell’apertura della fiera (al prezzo di 80mila euro), si intitola Presos políticos españoles contemporanéos, ed è una serie di 24 fotografie in bianco e nero di medio formato che ritraggono i volti pixelati di una serie di personaggi pubblici incarcerati e indicati dall’artista, in un breve testo biografico posto sotto l’immagine ma privo di nomi e cognomi, come prigionieri politici. L’allusione non è solamente ad alcuni noti ex-militanti dell’Eta, ma si riferisce anche ai più recenti uomini e donne politici catalani attualmente in carcere per il Procés di indipendenza. Secondo le prime informazioni, pare che la gallerista Helga de Alvear, di 83 anni, abbia acconsentito spontaneamente alla richiesta della direzione di Ifema, facendo così infuriare l’artista madrileno che, in una dichiarazione sul suo profilo Facebook, scrive: “Abbiamo appena saputo che la nostra opera è stata censurata. Consideriamo che questa decisione danneggi seriamente l’immagine della fiera internazionale e del proprio stato spagnolo. Alla fine crediamo che atti di questo tipo diano senso e ragione a un’opera come questa che denuncia esattamente il clima di persecuzione che stiamo soffrendo noi operatori della cultura negli ultimi tempi”. Il direttore di Arco, Carlos Urroz, ha dichiarato invece alla stampa di non condividere la decisione dell’ente fieristico.
LA REAZIONE DEL PUBBLICO
Nello stand di Helga de Alvear mercoledì pomeriggio 21 febbraio 2018 si sono avvicendati collezionisti e semplici curiosi attratti anche dal work in progress degli allestitori che stavano ridipingendo la parete esterna e collocando opere dell’artista Thomas Ruff. I responsabili della galleria hanno gentilmente risposto a tutte le domande e hanno venduto al pubblico, per 10 euro, una copia cartacea, come una rivista in formato A3, dell’opera di Santiago Sierra. Ancora una volta, la censura ha svolto un’involontaria ma eccellente campagna di marketing a favore dell’artista e della sua azione di denuncia politica.
LE SCUSE DI ARCOMADRID
Nei giorni successivi al fattaccio ARCOmadrid ha continuato a far parlare di sé per la polemica suscitata dalla censura politica all’opera di Santiago Sierra, Presos politicos españoles contemporáneos, rimossa mercoledì dalle pareti della Galleria Helga de Alvear, poco prima dell’apertura della fiera dell’arte contemporanea di Madrid. Dopo la reazione della comunità artistica, dei media spagnoli e soprattutto del sindaco di Madrid Manuela Carmena, che per disaccordo con l’accaduto ieri non ha presenziato all’inaugurazione ufficiale della fiera con i reali di Spagna, il presidente di Ifema Clemente González Soler ha inviato una lettera di scuse alle gallerie. “Chiediamo sincere scuse di fronte alla controversia che si è generata in seguito alla richiesta di ritirare l’opera”, aggiungendo poi che “in nessun caso era nostra intenzione esercitare nessuna forma di censura”. Ironico e significativo anche il commento del ministro di Educazione, Cultura e Sport Íñigo Méndez de Vigo: “Se chi ha preso la decisione di rimuovere l’opera l’ha fatto con l’intenzione di evitare polemiche, ha provocato l’esatto contrario”. Nel frattempo si è sparsa la notizia che le 24 controverse fotografie piexelate di Santiago Sierra, acquistate per 80mila euro da Taxto Benet, socio fondatore di Mediapro, saranno esposte a partire dalla prossima settimana nel Museo di Lleida, in Catalogna. Tra le immagini che compongono l’opera, ci sono infatti anche i volti “cancellati” di personaggi chiave dell’indipendentismo catalano, come Oriol Junqueras, Jordi Sánchez e Jordi Cuixart, attualmente in carcere. Sono andate a ruba in poche ore anche le cinquecento riproduzioni dell’opera in facsimile, in formato grande rivista, vendute in fiera a soli 10 euro l’uno dalla galleria Helga de Alvear.
– Federica Lonati
Madrid // fino al 25 febbraio
ARCOMADRID
IFEMA
Avenida del Partenón 5
www.arco.ifema.es
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati