Le sonografie di Jacopo Mazzonelli. A Bologna
Museo internazionale e biblioteca della musica, Bologna ‒ fino al 25 febbraio 2018. Una sonografia, attraverso strumenti celibi, produce forme musicali altre. Infrangendo le regole consuete e diventando opere d’arte visiva.
Il contesto museale e la sede per questa esposizione e progetto di Jacopo Mazzonelli (Trento, 1983) è fondamentale perché attiva, attraverso una riduzione dei sette pianoforti verticali dei primi anni del Novecento a un solo tasto, lo spettro di possibilità sonore fuori dai consueti schemi legati alla ricezione della cultura musicale. In questo caso, nel lavoro ABCDEFG (2015-16), il suono del pianoforte copre la classica scala musicale per mezzo di un solo tasto funzionante che la riproduce. Questa aticipità musicale prende forma in una composizione elaborata da Matteo Franceschini, che coniuga il suono dei pianoforti mono-note con quelli prodotti elettronicamente. Chi ha sentito questa esecuzione nella live performance di ABCDEFG [A Tuned Sculpture] ha potuto rendersi conto di come la destrutturazione di uno strumento musicale riesca ancora ad avere un’inedita resa sonora. La mostra è accompagnata dalla serie di opere Volume 2017 e 2018, strumenti/scultura che sono anche una sorta di monumento alla memoria sonora perduta. Nel cemento sono infatti imprigionati due strumenti a fiato: un trombone e un clarinetto.
‒ Claudio Cucco
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