19 artisti e 1 paradigma. A Cremona

Studio02, Cremona ‒ fino al 28 febbraio 2018. Diciannove artisti si misurano con il “paradigma di Kuhn” attraverso la loro pratica creativa.

Prima di una rivoluzione scientifica ogni comunità riconosce nella scienza “vigente” la capacità di costituire il fondamento della sua prassi ulteriore. Ogni prassi procede fiera, lineare, conservatrice, accompagnata dalle osservazioni empiriche e dagli esperimenti per esaudire il paradigma, confrontando i fatti con la teoria, e articolando la teoria stessa. Tutto torna.
Secondo la teoria kuhniana a un certo punto un paradigma si arresta. Emergono anomalie, fenomeni nuovi insospettabili, rompicapi non prevedibili e la comunità degli scienziati inizia a intravedere dei dubbi nei vecchi principi. Si spalancano incomprensioni, e ci si trova a dover sostituire il vecchio paradigma con un altro. Arriva il nocciolo duro: occorre ripensare tutto, abbandonare le resistenze, imparare a comunicare di nuovo, perché il passaggio da un paradigma a un altro segna una trasformazione totale del modo di vedere e percepire il mondo. Prima di ogni rivoluzione è necessario un atto di fede visto che i paradigmi vanno (prima o poi) alla deriva e, come afferma Nassim Taleb, “Categorizing always produces reduction in true complexity… Any reduction of the world around us can have explosive consequences since it rules out some sources of uncertainty; it drives us to a misunderstanding of the fabric of the world”.

Il paradigma di Kuhn. Exhibition view at Studio02, Cremona 2018

Il paradigma di Kuhn. Exhibition view at Studio02, Cremona 2018

UN NUOVO, SUPER-PARADIGMA

Il progetto curato da Ettore Favini, Esther Biancotti e Jacopo Figura lascia spazio a una “setta” variegata di artisti che guardano avanti per proporre modelli interpretativi proiettati oltre l’imperfezione del paradigma. Nei due spazi espositivi sono presenti diciannove artisti che non vedono l’ora di abbracciare, o smentire, un nuovo super-paradigma.
Il tema è il passaggio, la trasformazione, la frattura ‒ sia di coscienza sia di materia ‒ che coinvolge tutti gli artisti. Marco Basta, Thomas Berra, Alessandro Biggio, Andrea Bocca, Pamela Diamante, Tony Fiorentino, Mafalda Galessi, Corinna Gosmaro, Helena Hladilová, Vincenzo Napolitano, Dario Pecoraro, Alessandro Polo, Gianni Politi, Agne Raceviciute, Stefano Serretta, Namsal Siedlecki, Luca Trevisani, Serena Vestrucci, Mauro Vignando procedono in stereofonia, scombinando equilibri e aspettative, elementi espressivi e tonali, sia a Siena che a Cremona.

Il paradigma di Kuhn. Gianni Politi. Studio02, Cremona & Galleria FuoriCampo, Siena, 2018

Il paradigma di Kuhn. Gianni Politi. Studio02, Cremona & Galleria FuoriCampo, Siena, 2018

GLI ARTISTI

Namsal Siedlecki corrompe la tela immergendola per metà nel rame e la abbandona in uno stadio ambiguo e astratto di ossidazione. Sempre a parete, Dario Pecoraro e Gianni Politi, con azioni contrarie, stratificano o spogliano il dipinto. Pecoraro destabilizza luce e natura accavallandole su tela, Politi procede in negativo e acconsente solo alla cornice stravolta e consumata di fare mostra di sé. Sradicano concetti consumati attraverso procedimenti elaborati e passaggi di materia i lavori di Andrea Bocca, Marco Basta, Corinna Gosmaro, Agne Raceviciute, Mauro Vignando, Antonio Fiorentino, Vincenzo Napolitano, Helena Hladilová, Thomas Berra, Alessandro Biggio. Governano dall’alto l’anima del paradigma Pamela Diamante, Stefano Serretta e Luca Trevisani. Lo placano, estraniandolo con ironia, Serena Vestrucci, Alessandro Polo, Mafalda Galessi.

Federica Bianconi

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Federica Bianconi

Federica Bianconi

Federica Bianconi è architetto, curatore e critico d’arte. Si è laureata in Architettura presso lo IUAV di Venezia e ha frequentato il Master in Management per Curatori di Musei di Arte e Architettura Contemporanea presso il MACRO di Roma nel…

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