Sofferenza umana e fotografia. James Nachtwey a Milano

Palazzo Reale, Milano – fino al 4 marzo 2018. I reportage più significativi del pluripremiato fotografo di guerra americano arrivano a Milano, per una grande e toccante mostra antologica.

Considerare esclusivamente James Nachtwey (Syracuse, 1948) un talentuoso fotografo di guerra contemporaneo sarebbe un errore. Effettivamente gli innumerevoli luoghi da lui fotografati hanno, come scenario comune, alcuni dei principali conflitti bellici che si sono scatenati nel mondo negli ultimi trentacinque anni. Ma non è la guerra l’assoluta protagonista degli incredibili e strazianti scatti del fotoreporter, c’è molto di più. Il soggetto principale, immortalato magistralmente dalla macchina fotografica, è l’essere umano, poiché James Nachtwey ha fotografato le emozioni di questi esseri viventi in balia di violenze e sofferenze di ogni genere.

LA MOSTRA

Curata da Roberto Koch e dallo stesso artista, la mostra Memoria, la prima grande retrospettiva dedicata al lavoro del fotografo statunitense, arriva al Palazzo Reale di Milano proprio con l’intento di sensibilizzare, attraverso una profonda meditazione visiva, lo spettatore. Le duecento immagini sono divise in diciassette sezioni, a loro volta ripartite per anno e luogo geografico. Esse documentano il lavoro di Nachtwey, considerato dalla critica l’erede di Robert Capa, come testimone diretto delle mille sfaccettature della crudeltà umana verso il prossimo. Gli scatti, quasi tutti in bianco e nero, sono forti e trasmettono efficacemente tutta la violenza e le agonie subite dai soggetti fotografati. Queste testimonianze arrivano da tutti i continenti: dal conflitto senza fine lungo la striscia di Gaza in Palestina, dallo spietato genocidio del Ruanda risalente al 1994, dalle guerre civili che hanno portato allo scioglimento definitivo della Jugoslavia, durante tutti gli Anni ‘90 e dagli attentati dell’11 settembre, che hanno profondamente impressionato l’opinione pubblica.

Un uomo porta in braccio il figlio mentre tenta di attraversare il confine con la Macedonia. Macedonia, 2016 © James Nachtwey/Contrasto

Un uomo porta in braccio il figlio mentre tenta di attraversare il confine con la Macedonia. Macedonia, 2016 © James Nachtwey/Contrasto

UNA QUESTIONE SOCIALE

Il lavoro di Nachtwey si è anche concentrato su importanti questioni sociali come il problema dell’aggressiva incarcerazione negli Stati Uniti, i disastri naturali come quello accaduto a Fukushima in Giappone nel 2011 e le malattie come l’AIDS e la TBC che, parallelamente alle droghe, continuano a mietere vittime in numerosi territori del Terzo mondo. La rassegna fotografica si conclude con la sezione denominata Esodo, che affronta il recente dramma dei migranti in Europa. Si tratta di una parte significativa dell’esposizione che ha lo scopo di informare e sensibilizzare il visitatore europeo, in particolar modo quello italiano, rispetto a questa crisi umanitaria spesso causata proprio dai conflitti, attuali o passati, documentati da Nachtwey durante l’intero percorso di visita.
Memoria è una mostra fotografica potente. Essa riesce nella doppia, difficile impresa di mettere a disagio il visitatore e successivamente di invitarlo a una silenziosa riflessione. Uno spettatore ormai tristemente abituato a vedere in televisione gli innumerevoli orrori del mondo.
Sono stato un testimone. Ho dato conto della condizione delle donne e degli uomini che hanno perso tutto, le loro case, le loro famiglie, le loro braccia e le loro gambe, la loro ragione. E, al di là e nonostante tutte queste sofferenze, ciascun sopravvissuto possiede ancora l’irriducibile dignità che è propria di ogni essere umano. Le mie fotografie sono la mia testimonianza” (James Nachtwey).

Alexander Stefani

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Alexander Stefani

Alexander Stefani

Nato a Bolzano nel 1990, ha conseguito la laurea triennale in Beni Culturali indirizzo storico artistico presso l'Ateneo di Lettere e Filosofia di Trento. Coltiva da sempre una dedizione per la storia dell'arte, in particolare dei secoli XIII, XIV, XVII…

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