Aprire una galleria d’arte a Terni. Crac Gallery, nuovo spazio di Chiara Ronchini. L’intervista
Inaugura il prossimo 24 febbraio la quarta mostra della Crac Gallery, galleria nata lo scorso ottobre a Terni dalla volontà di Chiara Ronchini, curatrice indipendente con alle spalle esperienze maturate all’estero. Ci siamo fatti raccontare la scelta che l’ha condotta a cimentarsi in questa avventura
Vi raccontiamo spesso dell’apertura di nuovi spazi e gallerie d’arte, luoghi fatti e intrisi della storia personale, della creatività, delle aspirazioni imprenditoriali e del desiderio di mettersi in gioco dei galleristi, a volte già navigati, altre alla loro prima esperienza. Ma se siamo abituati ad assistere alla nascita di questi nuovi spazi all’interno di grandi città e in aree considerate culturalmente dinamiche, capita anche di imbattersi in fenomeni decisamente controcorrente, ovvero la scelta di aprire una galleria d’arte in luoghi più decentrati. È questo il caso della Crac Gallery, la galleria d’arte fondata e diretta da Chiara Ronchini a Terni che il prossimo 24 febbraio inaugurerà la sua quarta mostra, Orizzonte Artificiale di Matteo Ceretto Castigliano.
BACKGROUND DI UNA “NUOVA” GALLERISTA
“Aprire una galleria d’arte è sempre stato il mio sogno. Un sogno nato lentamente durante gli anni universitari a Bologna, maturato negli anni trascorsi a Londra, per poi prendere forma a Terni, la mia città”, racconta ad Artribune Chiara Ronchini, trentasettenne con un’esperienza ventennale maturata nel campo dell’arte. “Ho studiato al DAMS, anni fondamentali e bellissimi. La gestione di una piccola galleria sotto i portici a Bologna è stata la mia scuola d’arte pratica più grande, quella teorica sono stati mio zio Adriano e mio zio Lorenzo Ronchini, che continua ancora a esserlo”. Dopo l’esperienza bolognese, per Chiara è poi arrivata Londra, città che le ha dato l’“imprinting” della curatrice indipendente: “ho lavorato nelle gallerie di New Bond Street, e l’esperienza più bella l’ho fatta con la Max Wigram. Nel tempo libero facevo pratiche curatoriali, che consistevano nel cercare artisti nei quartieri dell’East End e nell’organizzare qualche mostra. Da lì è nata la voglia di essere un ‘curatore indipendente’. Dopo gli anni londinesi ho avuto bisogno di fermarmi e riflettere su cosa fare e se continuare a farlo lì. Dopo un’esperienza di lavoro presso una galleria di Parma, ho capito che non potevo lavorare per una galleria non mia. Volevo scegliere gli artisti, andare in giro a cercarli, visitare i loro studi, ideare mostre, scrivere progetti. Sono tornata a casa mia, a Terni, dove ho lavorato come curatore per il Caos Centro Arti Opificio Siri, un’esperienza per me fondamentale”.
PERCHÉ APRIRE UNA GALLERIA A TERNI
“Da quella esperienza ho capito che da Terni non me ne sarei più andata, almeno per il momento, perché la mia città ha bisogno di arte contemporanea, ha bisogno di novità, di avanguardia, di cose insolite e di cose belle”, continua Ronchini. “Ho deciso di concentrare qui le mie energie, di mettere qui tutta la mia passione, l’impresa è sicuramente ardua, ma questa sfida mi piace. Cosi ho fatto quello che ho sempre desiderato, ho aperto la mia galleria, il mio sogno e qui dentro c’è tutto il mio mondo”. Quella di Chiara non è soltanto un’avventura artistica e imprenditoriale, ma anche una sorta di “missione”: portare l’arte contemporanea in una città decentrata rispetto ai luoghi in cui solitamente essa si sviluppa. “Aprire una galleria a Terni è difficile, la mia è una città operaia, ora in crisi e con la crisi delle acciaierie ancora più in crisi. Penso che in un luogo così problematico ci sia bisogno di arte. Ho deciso di collaborare con tutte aziende del territorio, le quali mi aiutano e mi sostengono venendomi incontro, è un modo per far capire anche agli altri che bisogna fare sinergia con il proprio territorio”.
GLI ARTISTI E LA PROSSIMA MOSTRA
Inaugurata lo scorso ottobre, la galleria ha avviato il progetto GRANDENEROGRANDEBIANCO, un “omaggio all’essenziale” che prevede una personale al mese. Gli artisti coinvolti – finora Molino&Lucidi, Giulio Zanet e Martina Merlini – sono stati invitati a dare espressione alla loro idea di “semplicità” attraverso la realizzazione di opere site-specific. il prossimo 24 febbraio sarà la volta di Orizzonte Artificiale di Matteo Ceretto Castigliano, mostra fatta di lavori in ferro che omaggiano le acciaierie delle città di Terni e Torino (dove è nato l’artista). E il futuro? “Quello che verrà dopo sarà un’altra bellissima esperienza con l’artista Sebastiano Dammone Sessa”, conclude Ronchini, “e poi un’artista con la quale lavoro da anni appena rientrata da una residenza a New York, Ester Grossi, poi verranno i Grapihc Surgey dall’Olanda e a ottobre 2018 inizierò con una nuova stagione, un nuovo progetto, al quale sto già pensando…”.
– Desirée Maida
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