Boris Zaborov
Artista russo di fama internazionale, Boris Zaborov è certamente una figura singolare, sia per quanto riguarda la sua storia personale che per la formazione artistica, il cui lavoro di pittore s’intreccia con la grafica, la scultura, la scenografia, il teatro e il cinema.
Comunicato stampa
Dal 3 al 30 marzo 2018 nella Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, in Via Ricasoli n.68 (angolo Piazza San Marco) a Firenze, sarà visitabile la mostra di Boris Zaborov, a cura della storica dell’arte Giovanna Giusti.
Artista russo di fama internazionale, Boris Zaborov è certamente una figura singolare, sia per quanto riguarda la sua storia personale che per la formazione artistica, il cui lavoro di pittore s’intreccia con la grafica, la scultura, la scenografia, il teatro e il cinema. Cavaliere dell’Ordine di “Arte e Letteratura” della Repubblica Francese e Accademico onorario dell’Accademia di Belle Arti a Mosca, per la mostra all’Accademia delle Arti del Disegno Boris Zaborov ha selezionato alcune opere con cui dichiara ancora una volta il suo legame d’affetto per Firenze e l’ammirazione per l’arte della nostra citta`, riconducibile agli anni della sua formazione accademica.
Nel 2008 Boris Zaborov ha donato il suo "Autoritratto" alle Gallerie degli Uffizi per la collezione degli Autoritratti. L’opera, dal titolo “L’artista e la sua modella” (1998), già esposta agli Uffizi nel 2005 in occasione dell’esposizione “Moi! Autoritratti del XX secolo” e poi collocata nel Corridoio Vasariano fino al 2016, sarà esposta alla Galleria d’arte moderna (GAM) di Palazzo Pitti in coincidenza con la mostra all’Accademia delle Arti del Disegno.
Boris Zaborov è nato a Minsk (Russia) il 16 ottobre 1935, si è formato all’Accademia delle Belle Arti di Leningrado, dove e` stato studente dal 1955 al 1957 e, dal 1957 al 1961, al Surikov Art Institut di Mosca; dotato di una personalità versatile e un talento precoce, ha respirato arte nella quotidianità della vita familiare, con gli odori degli oli e delle tele di lino cui il padre lo avvicinava.
Nonostante il successo come illustratore e scenografo, riconducibile soprattutto all’inizio della sua attività in Russia, nel 1981, seppur con dolore, Zaborov decide di trasferirsi a Parigi, seguendo la profonda aspirazione di tracciare un percorso autonomo e di fare arte in modo diverso.
Protagoniste dell’esposizione all’Accademia delle Arti del Disegno sono 44 opere tra dipinti, disegni e incisioni, oltre a 6 sculture in bronzo. Nelle sue opere pittoriche le immagini ritratte sembrano provenire da lontano (Il cane, 2012; Coppia con il bambino, 1996; Ritratto di Yakov Frenkel bambino, 2012), come fossero fissate in una memoria arcaica, legata ai viaggi e, forse, anche alla scelta dell’artista di allontanarsi dal paese d’origine.
Ritratto di Yakov Frenkel bambino, 2012, acrilico su tela, 61,5 x 51,5 cm
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, soffermandosi sulla “potenza inventiva e stilistica” che l’artista esprime in pittura, scultura e bassorilievo, creando “distanze e separazioni inattese entro lo spazio del quadro”, sottolinea che “quando la scultura impone la sua fisicità pesante, allora Zaborov sembra voler tentare la fuga per le vie del tempo, risalendo all’indietro il suo corso impetuoso e inesorabile, per trovare la fonte del nostro essere nel presente e del nostro predisporci al futuro”. Nelle sue opere “il passato remoto e il futuro anteriore si saldano, con una continuità che attira l’osservatore in un tempo sospeso, consumato nell’attimo in cui se ne percepisce il trascorrere”.
L’artista evoca volti, persone, animali e oggetti attraverso il filtro della nostalgia, tanto che Giovanna Giusti, curatrice della mostra, spiega come “del dialogo con l’anima sua e con quella dei suoi ‘eroi’, che affiorano nei ritratti, Boris Zaborov ne dà conto non solo nei dipinti ma anche negli scritti cui affida note di vita - ora struggenti ‘messe a fuoco’, ora quasi fantasticherie - intime e sincere sempre. Quegli ‘eroi’ sono diafane presenze su cui Zaborov s’interroga e lo interrogano; sono all’origine vecchie foto di studio, frutto di una passione collezionistica, che Zaborov avverte come sue ‘complici’, perché la melanconia e la tristezza - proprie anche al sentire dell’artista - e l’anonimato dei soggetti sono eletti a motivo conduttore della pittura”.
Attori di circo, 2018, matita su carta preparata, 45 x 55 cm
Le elaborate opere di Zaborov sembrano affiorare da un passato carico di memorie e di affetti profondi, foto familiari, icone ieratiche di antenati possibili: attraverso l’uso dell’acrilico, del pastello, della matita, dell’incisione o della fusione, Zaborov esprime pienamente la sua natura meditativa e malinconica.
I ritratti, individuali e di gruppo, sono carichi di una sospensione esistenziale, come collocati in spazi atemporali, maturano nella percezione dell’artista che compie la sua ricerca andando per mercati di vecchie cose, assaporando e annusando l’odore del tempo, di ciò che e` stato e che, attraverso l’arte, si rigenera. Abile nella tecnica dell’incisione, agisce sulla lastra facendola corrodere con l’uso degli acidi, usa il disegno a matita sulla tela utilizzando solo pochi elementi. Per quanto riguarda i bronzi, essi assumono per lo più la forma di libro nel quale sono incastonati degli elementi, anch’essi della “memoria”, libri caratterizzati da una patina accurata, “libri-oggetto”, reperti archeologici, libri di preghiere o antichi album rilegati in pelle che custodiscono i ricordi di famiglia più preziosi.
Libro con una penna, 2002, 21 x 16,5 x 9 cm, proprietà dell’artista
Boris Zaborov ha espresso il desiderio di conoscere gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, l’incontro avverrà il 5 marzo 2018 alle ore 17.00, nella sede della mostra.
All’inaugurazione interverranno Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, Domenico Viggiano, Direttore della Sala Mostre, Andrea Granchi, Presidente della Classe di Pittura dell’Accademia delle Arti del Disegno, Giovanna Giusti, curatrice della mostra.
Sarà presente l’artista Boris Zaborov.
A corredo della mostra è stato realizzato un catalogo con i testi di Cristina Acidini, Giovanna Giusti, Andrea Granchi e Boris Zaborov, pubblicato da Polistampa.