Sophie Ko – Sporgersi nella notte
Il titolo del progetto invita a gettare lo sguardo verso l’ignoto, a compiere un passo nell’oscurità, ad abbandonare le nostre presunte certezze per interrogare idee e immagini tanto familiari quanto estranee alla nostra esperienza quotidiana.
Comunicato stampa
Renata Fabbri è lieta di presentare Sporgersi nella notte, la seconda personale di Sophie Ko in galleria.
Il titolo del progetto invita a gettare lo sguardo verso l’ignoto, a compiere un passo nell’oscurità, ad abbandonare le nostre presunte certezze per interrogare idee e immagini tanto familiari quanto estranee alla nostra esperienza quotidiana. In questa mostra Sophie Ko si confronta con concetti di “sacro”, “santo”, “terra”. Attraverso le proprie opere, l’artista intende mettersi in ascolto e riappropriarsi del senso connesso a queste nozioni all’apparenza inattuali. Questo è sporgersi nella notte. Fugare la paura, proteggere e guarire sono azioni che possiamo associare a chi è “santo”. Per quanto oggi possa risultare inattuale, l’idea di “sacro” mantiene in sé un carattere universale. Analogamente il senso di appartenenza a una stessa e unica terra sembra accomunare la maggior parte delle culture del pianeta. È allora possibile rendere visibile ciò che riconosciamo come il bene più alto, tessere una trama d’immagini che porti alla luce questo legame comune, che sappia tenere insieme simboli che definiscono paradigmi culturali differenti.
Un primo capitolo di questo progetto Sophie Ko l’ha realizzato presso The Open Box con l’opera San Martino: un lavoro sul crinale tra pittura e installazione, creato con terra e pigmento puro. Un manto di terra disteso sulla Terra, aperto a creare un sentiero. Il celebre gesto con cui Martino di Tours incide il proprio mantello donandone metà a un povero concilia una rottura a un’azione unificante, un atto la cui forza salvifica continua a vibrare fino a noi. Per la mostra in galleria l’artista presenta un gruppo di lavori scultorei e installativi inediti. Realizzati attraverso il riposizionamento di oggetti esistenti e altri interventi minimali, ciascun pezzo dà forma all’apparato allegorico che definisce l’identità e le gesta di santi diversi. Uno specchio viene offuscato da una patina di pigmento dorato, negandosi così nella propria funzione riflettente. Accostati alla leggerezza e caducità di piccoli fasci floreali, un materiale cupo e pesante come il piombo viene plasmato per sviluppare la sinuosità di un drappeggio.
Insieme a queste opere, l’artista presenta le sue Geografie temporali, in particolare il monumentale e metamorfico polittico Terra e cielo. Nelle opere che la compongono l’immagine e la pressione entrano in rapporto necessario con la forza di gravità, non solo come spinta disgregante, ma anche come principio formativo. La composizione del quadro è mutevole, la cenere o il pigmento cadono, il tempo segna il loro passaggio. Ma la temporalità di ciascuna Geografia temporale non coincide solo con la distruzione, con l’esaurirsi della vita: il senso dell’immagine non si consuma e la domanda dell’uomo dinanzi a essa continua a tornare. Come ha scritto Federico Ferrari, “quando tutto nel nostro tempo sembra diventato calcolabile, determinabile, dipendente dalla volontà umana, l’opera d’arte rende al mondo la possibilità che appaia l’ignoto”. Per noi oggi l’ignoto è la nostra stessa Terra, tutto ciò che è sporgersi oltre il mero funzionamento.
BIOGRAFIA:
Sophie Ko, nata a Tbilisi nel 1981, vive e lavora a Milano.
Tra le mostre personali si ricordano: Terra, a cura di Federico Ferrari, Galleria de’Foscherari, Bologna 2016; Silva Imaginum a cura di Federico Ferrari, Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano, 2015; Solo Show, AplusB Contemporary Art, Brescia 2014; Nel cielo dove qualcosa luccica, Museo Ettore Archinti, Lodi, 2013; Geografia Temporale, Nowhere Gallery, Milano, 2012; Ad altezza d’occhio, a cura di Maurizio Guerri, NuovoCIB, 2011. Inoltre ha partecipato a diverse mostre collettive tra cui: Storie e opere, Fondazione Malvina Menegaz per le Arti, Castelbasso, 2017; Fuoco a paesaggio, Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore, 2017. The Hidden Dimension. Chapter II, Galleria Marignanaarte, Venezia, 2017, Gran Premio della Pittura, a cura di Alberto Zanchetta, MAC, Lissone, 2016 (vincitrice del primo premio); Fracturae, Palazzo Altan, San Vito al Tagliamento, 2016; Fine del possibile. Tra l’esausto e l’esaustivo, Galleria Frittelli, Firenze; Beyond Landscape, a cura di Andrea Lerda, Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano, 2016; Xenia – Volume II, Sophie Ko & Alessandro Roma, a cura di Alberta Romano, Casa Bertoli-Borsani, Milano, 2015; Mostra dei finalisti Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, Pieve di Soligo, 2015; Schlaglichter, Ateliergemeinschaft Geh8, Dresda, 2008.