Joan Mirò e la scultura. Al Centro Botìn di Santander lo “shock poetico” del suo iter creativo
Per la prima volta una mostra in Spagna esamina il processo creativo del Mirò scultore con oltre 100 opere, molte mai viste prima, e oggetti e materiali utilizzati per assemblare e creare il suo lavoro. Le immagini
Se nella pittura era solito creare un linguaggio poetico, fatto di commistioni tra immagine e scrittura, nella scultura Joan Mirò (Barcellona, 1893-Palma, 1983) amava assemblare oggetti, solo in apparenza aventi nulla in comune, per dar vita a personaggi curiosi e inediti. Ora quel processo creativo si potrà apprezzare per la prima volta nella sua interezza nella mostra Joan Mirò: Sculptures 1928-1982 – di prossima apertura presso il nuovo centro d’arte della Fondazione Botín a Santander –, non solo attraverso l’esposizione di oltre un centinaio di sculture – molte delle quali mai viste prima -, ma anche grazie alla presentazione degli oggetti originali e dei materiali utilizzati dall’artista per assemblare e creare il suo lavoro. E poi i disegni preparatori, i progetti creati per essere trasformati in monumenti, le immagini del suo iter creativo, scattate da fotografi famosi, che Mirò raccontava così: “Mi sento attratto da un oggetto spinto da una forza magnetica, senza la minima premeditazione, e poi mi sento attratto da un altro oggetto che viene aggiunto al primo. Dalla loro combinazione si crea uno shock poetico, preceduto da quella rivelazione visiva e fisica che rende la poesia veramente commovente, e senza la quale sarebbe completamente inefficace”.
– Claudia Giraud
Joan Miró: Sculptures 1928-1982
Dal 20 marzo al 2 settembre 2018
Centro Botín, Muelle de Albareda, s/n 39004 Santander
www.centrobotin.org
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati