Basta la terra. Jasmine Pignatelli a Pergola
Sponge Arte Contemporanea, Pergola – fino al 15 aprile 2018. L’intuizione di una mente completata dall’azione di molti. Terre che si mescolano, come si mescolano sangue e confini. Tutta l’umanità si raccoglie in punto, dove le differenze si completano e si annullano. Ce n’è bisogno, e l’arte continua a gridarlo.
Sembra chiosare L’Aleph di Borges il lavoro di Jasmine Pignatelli (Toronto, 1968) che, come l’antecedente letterario, individua il punto nell’universo in cui si raccoglie multum in parvo, la totalità nell’infinitesimo: l’artista e urbanista italo-canadese lo colloca al centro della home gallery, con la forma di un criptico cubo di metallo. Chiede a undici artisti residenti in altrettanti angoli di mondo una manciata di terra locale.
Ognuno la raccoglie e la invia all’ideatrice, che, in un gesto performativo, le mescola e le inserisce nel cubo, incidendone le coordinate in superficie. Le argille secche del deserto e l’humus scuro della foresta diventano una terra sola, come le mani che lavorano sono la stessa mano, quella di un’unica umanità la cui discendenza è legata, nei secoli dei secoli, al rapporto con la madre terra. Bello e non didascalico il video: ogni artista ha ripreso l’atto della raccolta della terra, contribuendo con la propria sensibilità alla costruzione di un’opera collettiva. Pignatelli ha lanciato il sasso che ha determinato il moltiplicarsi di un’eco. Che non si spenga: il progetto è promettente e può crescere.
‒ Valeria Carnevali
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