La natura è il nuovo Minimalismo. A Trento, la personale di Sam Falls: l’intervista
La Galleria Civica di Trento apre al pubblico la prima personale istituzionale italiana di Sam Falls. Le immagini in anteprima e l’intervista all’artista.
Apre al pubblico sabato 17 marzo 2018 Sam Falls. Nature is the New Minimalism, la personale dell’artista americano Sam Falls alla Galleria Civica di Trento. In occasione della sua prima mostra italiana in un’istituzione pubblica (l’artista ha già esposto a Torino, alla galleria Franco Noero), Falls ci ha parlato della genesi dei lavori in mostra, dalle immersioni notturne nel Pacifico alla passione per Odilon Redon.
La mostra ha un nucleo fondamentale nei grandi Rain Paintings, realizzati con una tecnica molto particolare: puoi spiegare in cosa consiste?
Il lavoro sfrutta la pioggia: metto piante, rami o foglie sopra le tele insieme a un pigmento secco; quando piove, il pigmento crea la traccia degli elementi naturali. Ancora prima di lavorare in questo modo, usavo il sole: lasciavo una gomma o un pezzo di stoffa su una tela sotto il sole per mesi, finché non imprimeva sulla tela la propria sagoma. Il sole ha una maggiore relazione con la fotografia, la pioggia invece con il processo di stampa. Dato che a Los Angeles piove pochissimo ormai, per i dipinti esposti a Trento ho sfruttato l’umidità dell’aria, lavorando di notte e sulla spiaggia: le tracce che vedi sono quelle di alghe dell’oceano. Quando lavoro, metto la muta e faccio delle immersioni a 3/4 metri per raccogliere le alghe; in una stessa notte faccio più immersioni, che si traducono in diversi livelli, diversi piani sulla tela. Questo modo di lavorare può sembrare folle, perché l’oceano non è calmo ed è pieno di scogli (e le alghe sono giganti, n.d.r.)! Ma è diventata un’attività bellissima, mi fa pensare ai dipinti di Friedrich e mi fa credere che un sentimento romantico sia ancora possibile.
Qual è allora la relazione con il Minimalismo, al quale fa riferimento il titolo della mostra?
Il Minimalismo reagiva all’Espressionismo Astratto, tutto concentrato sul gesto dell’autore, spostando l’attenzione sul fruitore: quando la scultura diviene un semplice parallelepipedo, il suo significato risiede tutto nella relazione con l’osservatore e con lo spazio circostante. Per me lavorare con la natura ha lo stesso valore: faccio di tutto per eliminare la mia “mano”, metto le alghe sulla tela e lascio che siano l’acqua e il pigmento a creare l’opera. L’idea è quella di cancellare del tutto l’autore: finché non sono io a raccontare la tecnica, il mio intervento non compare sulla tela, lasciando spazio alle interpretazioni e alle emozioni del fruitore di fronte all’opera. Questo era l’obiettivo del Minimalismo. La natura, inoltre, è esattamente come un parallelepipedo, un “oggetto” comune, che tutti riconoscono.
La natura ricorre anche in altre opere della mostra, ad esempio le ceramiche, che inglobano anch’esse tracce di foglie, rami e fiori, con un’attitudine positiva, abbastanza rara se si guarda a molti giovani artisti contemporanei…
Uno dei miei professori diceva che l’opera non è fatta per provare l’intelligenza dell’artista, come un sacco di gente crede. Secondo me una buona opera deve poter essere apprezzata tanto da tua nonna quanto dallo studente d’arte. A me piace Odilon Redon, mi piace l’idea raccogliere quell’eredità estetica, fluttuante, sognante, in comunicazione con l’elemento naturale senza essere realistica. Del resto il mio è un lavoro estetico, è arte visiva, non un saggio scritto.
– Sara d’Alessandro Manozzo
Sam Falls. Nature is the New Minimalism
A cura di Margherita de Pilati
Dal 17 marzo al 26 giugno
Inaugurazione venerdì 16 marzo ore 18
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