Musei accoglienti. La rinascita del Museo Castromediano di Lecce
Il primo museo di Puglia, nato ben 150 anni fa, si prepara a questo speciale compleanno con un progetto ambizioso, che intende valorizzare la collezione attraverso il dialogo tra culture provenienti da differenti geografie.
Negli ultimi anni – è bene chiarirlo senza mezzi termini – ha vissuto un graduale e ineffabile declino, una decadenza lenta e inesorabile, dovuta alla mancanza di adeguati finanziamenti statali destinati alle province e di una progettualità definita, salvo alcune esperienze coordinate però insieme ad altri enti (tra cui Regione, Soprintendenza, Istituto dei Girolamini di Napoli). Il personale interno – dalla storica dell’arte ai custodi – si è dovuto pertanto confrontare obbligatoriamente con la burocrazia e con l’immobilismo e nel frattempo nelle sale è calata la polvere, la moquette si è consunta e le chiome gli alberi del cortile perimetrale hanno invaso parte del prospetto dell’edificio, che un tempo ospitava un collegio, poi riconcepito negli Anni Settanta da Franco Minissi, donando alla struttura una coerenza allestitiva densa d’interesse, come ha rivelato in un suo recente saggio l’architetto Ugo Gelli.
Siamo a Lecce, nel Museo Sigismondo Castromediano, il primo museo pubblico di Puglia, fondato per volontà di un duca – e patriota – intellettuale, collezionista di oggetti speciali, cultore della storia patria e compagno di strada di un drappello di pionieri della difesa del patrimonio, anzitutto di quello archeologico. Questo luogo ha poi, nel tempo, affiancato tale sua caratterizzazione – straordinaria (ma da ripensare) la sezione messapica, ma non solo quella – affiancando le aree dedicate all’archeologia a una pinacoteca del Cinque e Seicento di area meridionale e, soprattutto con la direzione di Antonio Cassiano, a una raccolta di pittura e scultura di autori attivi in Terra d’Otranto tra Otto e Novecento. In quel rapporto ancestrale e paradigmatico tra “centro” e “periferia”, si è quindi generata una programmazione che a un certo punto si è interrotta. E siamo arrivati al 2017.
CULTURE IN DIALOGO
Oggi con il progetto Musei accoglienti – e dopo il fondamentale passaggio dell’istituzione museale sotto l’egida dell’assessorato all’industria turistica e culturale della Regione Puglia –, questo luogo torna finalmente a vivere con prospettive legate all’integrazione e al dialogo condiviso, volute dal nuovo direttore, Luigi De Luca, esperto di politiche culturali con alle spalle una lunga esperienza nell’ambito della progettazione e del dialogo tra discipline e culture, con uno sguardo analitico sul sud del mondo e sulle aree balcaniche.
Questo cambio di rotta si è compreso immediatamente alcune settimane fa, durante la presentazione del progetto promosso con Teatro Pubblico Pugliese, il CIR – Consiglio Italiani dei Rifugiati, ECCOM – Centro Europeo per l’Organizzazione e il Management Culturale e Swapmuseum.
“Musei accoglienti” – comunicano gli organizzatori – “inaugura, dunque, un nuovo percorso di partecipazione in cui “il pubblico/i pubblici” diventa/diventano protagonisti di un vero e proprio cambiamento che impone una co-responsabilità di visione sulla tutela, la fruizione e la valorizzazione dell’immenso patrimonio pugliese”. “E proprio nell’ottica della condivisione, dell’interazione e del rilancio del sistema bibliomuseale” – proseguono – “il progetto regionale vedrà una prima azione sperimentale destinata ai migranti/rifugiati residenti tra Lecce e Brindisi che, insieme agli operatori culturali dipendenti del Museo Sigismondo Castromediano di Lecce (capofila) e del Museo Ribezzo di Brindisi, e agli studenti dell’Università del Salento, saranno impegnati nella co-progettazione di nuovi percorsi di visita all’interno dei Musei. I ragazzi saranno formati da professionisti del settore, con una metodologia peer to peer, e preparati anche per diventare “guide d’eccellenza” al patrimonio dei due Musei”.
UNA CASA DA RISTRUTTURARE
“Quando entri in una casa da ristrutturare, ti chiedi che cosa bisogna fare per renderla a misura di chi poi la deve abitare. Così abbiamo fatto arrivando al Museo Sigismondo Castromediano, cominciando dall’impianto elettrico, sostituendo 520 lampadine” – dichiara Luigi De Luca sul suo profilo Facebook –, “per mettere sotto una nuova luce il museo più antico di Puglia. Le case sono belle perché, al contrario dei palazzi, ti fanno sentire a tuo agio, uno di famiglia. Noi i Musei ce li stiamo immaginando così. Accoglienti. Appunto”.
E, a tal proposito, racconta ad Artribune la genesi del nuovo progetto: “L’idea è nata dall’esigenza di rendere contemporaneo un museo archeologico. E oggi renderlo contemporaneo significa renderlo sociale, aprendolo all’interculturalità. È stato naturale pensare ai tanti giovani migranti e richiedenti asilo. Abbiamo pensato che poteva essere efficace utilizzare il patrimonio del museo come porta d’accesso alla nostra cultura, concependo le attività anche con una continuità. Una volta formati, questi ragazzi potranno rappresentare una possibilità di diversa lettura del nostro patrimonio archeologico”.
Dello stesso avviso Loredana Capone, assessore all’industria turistica e culturale della Regione Puglia, che sostiene: “Abbiamo investito perché i musei del territorio fossero aperti e accoglienti. Lavorare insieme alle associazioni del territorio, unire le forze: il racconto della città deve divenire laboratorio che coinvolge e che fa comunità”.
Pertanto il conto alla rovescia è già in corso, il 2018 è iniziato E questi 150 anni, a Lecce, li vogliono festeggiare così, con impegno, all’insegna del dialogo.
‒ Lorenzo Madaro
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