Giulio Paolini e la rinascita di Venere. A Napoli
Galleria Alfonso Artiaco, Napoli ‒ fino al 31 marzo 2018. Ancora pochi giorni per visitare la personale dell’artista genovese, ma torinese di adozione, Giulio Paolini, in una delle gallerie più importanti della città, in piazzetta Nilo nel cuore del centro storico di Napoli.
Giulio Paolini (Genova, 1940; vive a Torino) ritorna da Artiaco per la quarta volta dopo i successi del 2005, 2009 e 2014, con una mostra che indaga il tema della bellezza in relazione all’arte, ispirata alle figure mitologiche greche di Narciso, Ermafrodito, Venere, Danae, ma anche all’iconografia di San Sebastiano e alla letteratura medievale di Lohengrin. L’artista è particolarmente legato al concetto di bellezza perché, secondo la sua visione, essa rende l’arte eterna e unica nel tempo, proprio come le figure che ha scelto di reinterpretare seguendo il proprio genio. Ogni sala accoglie una grande opera dove alcuni studi inediti fanno da cornice a ciascuna esposizione.
BELLEZZA AL CENTRO
Rinascita di Venere non è solo il titolo della mostra, bensì dell’opera che apre il percorso: un’articolata installazione in plexiglass presenta una base da cui “emerge” una conchiglia che rimanda alla nascita di Venere. Una lastra a mezz’aria “inquadra” invece una piccola tela bianca segnata da due diagonali, il cui incrocio precisa l’epicentro di tutto. La visione in trasparenza dell’installazione, e quindi del quadro in divenire, pone come vera protagonista la bellezza, anche se accennata.
DANAE E GIOVE
Tra le altre opere, Danae che riceve la pioggia d’oro racconta l’episodio della mitologia greca in cui Giove visita Danae sotto forma di pioggia d’oro, appunto. In questo caso l’artista, per rappresentare i due personaggi, ha scelto un calice trasparente capovolto sulla statuina di una donna di ceramica, posta sopra un collage di colore bianco e oro.
L’arte internazionale di Giulio Paolini ruota attorno al tema della bellezza, anzi Bellezza come preferisce sottolineare, inesauribile fonte per leggere le infinite sfumature che l’arte regala.
‒ Fabio Pariante
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