Mariagrazia Pontorno – Everything I Know / Volume 2 – Floating Lab
Più che di una mostra si tratta della restituzione di un’azione performativa composita, che ha attivato processualità artistiche ed esperienziali stratificate, spazialmente e temporalmente, coinvolto artisti, scienziati e intellettuali, contesti e saperi diversi, aggregando tutti questi elementi attorno al tema del viaggio, quale metafora di processi conoscitivi di esplorazione, scambio e raccordo tra passato e presente.
Comunicato stampa
Sabato 7 aprile, alle ore 18.00, Passaggi Arte Contemporanea è lieta di ospitare Everything I know / Volume 2 – Floating Lab, progetto di Mariagrazia Pontorno a cura di Elena Giulia Abbiatici e Silvana Vassallo. Più che di una mostra si tratta della restituzione di un’azione performativa composita, che ha attivato processualità artistiche ed esperienziali stratificate, spazialmente e temporalmente, coinvolto artisti, scienziati e intellettuali, contesti e saperi diversi, aggregando tutti questi elementi attorno al tema del viaggio, quale metafora di processi conoscitivi di esplorazione, scambio e raccordo tra passato e presente.
Punto di partenza - e di rinnovato ideale ritorno - Pisa e il suo antico e prestigioso Orto Botanico, al centro di una mostra di Mariagrazia Pontorno di alcuni anni fa (Tutto ciò che so, Passaggi Arte Contemporanea, ottobre 2014-gennaio 2015). Per l’occasione l’artista aveva realizzato dei lavori ispirati dall’erbario di felci brasiliane di Giuseppe Raddi, affascinata tanto dalla bellezza di alcuni esemplari, quanto dalle singolari circostanze in cui i campioni erano stati raccolti: la partecipazione di Raddi a una spedizione scientifica in Brasile composta da naturalisti, botanici e artisti, al seguito della giovane e coltissima arciduchessa Leopoldina d’Asburgo Lorena, promessa sposa di Don Pedro di Braganza, principe ereditario del Brasile e del Portogallo.
Ispirandosi al viaggio nuziale di Leopoldina datato 15 agosto 1817, Mariagrazia Pontorno è salpata per Rio de Janeiro su una nave cargo il 28 dicembre 2017. Il viaggio è stato un’occasione, se non per annullare i due secoli di distanza, per ripercorrere una stessa tratta col medesimo spirito di conoscenza e di scoperta che aveva contraddistinto la giovane arciduchessa d’Austria e prima imperatrice consorte del Brasile.
E soprattutto di meraviglia, nuovi orizzonti e rituali nautici.
L’artista, in collaborazione con le curatrici, prima della partenza ha invitato un “equipaggio virtuale” composto da artisti, intellettuali e scienziati a inviare contributi che ora costituiscono il prezioso archivio in progress di Everything I know, concepito per accogliere suggestioni e omaggi a tema, da cui far nascere nuovi appuntamenti in una fusione e confronto trasversale fra arti e scienza. Molti di questi contributi hanno accompagnato e modellato il mese speso attraverso l’Atlantico, oltre a essere stati condivisi quotidianamente sulle pagine Facebook e Instagram del progetto.
Il 7 aprile alla galleria Passaggi si vuole restituire l’atmosfera di stupore, attesa, fiducia e difficoltà, quell’essere in balia del tempo - mercantile, atmosferico e interno - che ha contraddistinto il viaggio. 28 dicembre 2018 - 31 gennaio 2018: poco più di un mese per toccare tre continenti; da Anversa, attraverso Tilbury, Amburgo, Dakar, Banjul, Freetown, l’equatore e finalmente Vitoria e Rio de Janeiro.
Oltre a immagini e video di documentazione, a Pisa saranno presenti tutti i lavori che sono stati attivatori di processi di visione, dialogo, riflessione, esperienza. Alcuni collocati in teche museali prestate per l’occasione dall’Orto Botanico di Pisa, a ribadire il legame con il luogo che ha ispirato il progetto e l’importanza di preservare come bene inestimabile tutto ciò che alimenta scambi di pensiero e conoscenza.
Atlante, la scultura in bronzo donata da Davide Dormino, è divenuta lente di ingrandimento per inquadrare l’orizzonte e filtro visivo di ricongiunzione fra corpo e mente. In anatomia Altante è la prima vertebra cervicale, che unisce il cranio alla colonna vertebrale, sostiene e fa ruotare la testa, consentendo al nostro sguardo un ampio raggio di visioni. Un’installazione fotografica di Mariagrazia proporrà i tantissimi orizzonti messi a fuoco durante il viaggio sulla nave cargo, assistendo a cambi improvvisi di cieli e di acque.
I campioni di alcune felci dell’Orto Botanico di Pisa, tornate dopo due secoli in Brasile nella loro scansione scientifica, hanno permesso di partire ed elevare la botanica a viatico di conoscenza e di mondi intrecciati.
L’opera WMWMWM di Sara Enrico ha accompagnato i momenti di gruppo e di laboratorio sulla nave. Una stampa stupenda su seta, al collo di Mariagrazia, a mo’ di foulard, indossata in occasione di ogni iniziativa, pareva offrire l'accesso a panoramiche aeree di aree archeologiche in pixel, in quell'intricato intreccio di forme e materie che l'artista Sara Enrico snoda da sempre donando "scultoreità" alle superfici e una “percezione aptica” allo sguardo. Perché in fondo "gli abiti sono infatti strani oggetti che si animano solo quando vengono indossati".
Il Pensiero non funzionale di Cesare Pietrouisti : “In un determinato giorno fai l’elenco di tutto ciò che non sei riuscito a fare, errori micro fallimenti atti mancati, tutto ciò che si presenta difforme rispetto ad una tua intenzione”, proposto a equipaggio e passeggeri come questionario da compilare negli ultimi giorni di traversata, ha fatto emergere quanto un lungo viaggio in mare, senza possibilità di sosta, possa provare corpo e mente tanto da restringere le categorie umane di “urgenze” a quelle essenziali e materiali.
E quell’atto di guardare le stelle, di volgere la testa a un nulla infinito e insondabile, azione tipica dell’uomo desideroso e pensante, amplificato com’è a dismisura in pieno oceano e accompagnato dalla Playlist siderale di Rosa Ciacci, si è chiuso con tante richieste al cielo formulate da tutta la crew nautica e racchiuse in un taccuino che sarà presente in mostra, a fianco dei diari di bordo di Mariagrazia Pontorno, Elena Giulia Abbiatici (donati dalla fondazione Moleskine), Silvana Vassallo e Elena Giulia Rossi.
Tantissimi anche i suggerimenti di lettura giunti dall’equipaggio virtuale. Molti dei libri, portati sulla nave, hanno animato discussioni, momenti di approfondimento e riflessione su nuvole, cielo, mare, cambiamenti climatici, i rapporti tra arte e scienza e le dinamiche di potere coloniali.
Il viaggio si è concluso a Rio de Janeiro, dove la visita al meraviglioso e lussureggiante Orto Botanico ha aperto la strada a ulteriori sviluppi del progetto.
Ringraziamenti
Ines Musumeci Greco, per il sostegno al progetto.
Tutti gli artisti, intellettuali e scienziati, davvero tantissimi, che hanno partecipato con i loro contributi all’equipaggio virtuale.
Il comandante Francesco Vultaggio, gli ufficiali, il resto dell’’equipaggio e i passeggeri della nave cargo Grimaldi Grande America. In particolare, per le foto, Filiep Depuydt, Franz Mesey, Cosmin Mititelu, Silvana Vassallo e Kerstin Wasmuth.
Il Prof. Lorenzo Peruzzi (Direttore Orto e Museo Botanico dell'Università di Pisa) e i suoi collaboratori, Lucia Amadei, Leonardo Cocchi e Simonetta Maccioni, per la loro generosa disponibilità.
L’Orto Botanico dell’Università di Pisa, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, l’Ambasciata del Brasile a Roma, il Forum Austriaco di Cultura a Roma, la Fondazione Moleskine, la casa editrice DeriveApprodi - partner culturali.
Biografia di Mariagrazia Pontorno
Mariagrazia Pontorno è nata a Catania nel 1978. Vive e lavora a Roma. Dal 2004 insegna Progettazione Multimediale presso le Accademie di Belle Arti. Collabora con la rivista Artribune per le sezioni cinema e arte contemporanea. Il suo lavoro è stato esposto in musei italiani e internazionali tra cui: MACRO, Roma; Biedermann Museum, Donaueschingen; MAXXI, Roma; Stadtgalerie, Kiel; MLAC, Roma; Museo di Castel S.Elmo, Napoli; Art Center, Thessaloniki; Museo RISO, Palermo. E in gallerie private e spazi no profit come: Monitor, Roma; ISCP, New York; HSF, New York; Lithium Project, Napoli; Murat 122, Bari; Passaggi, Pisa; Fondazione Noesi, Martina Franca; Casa Musumeci Greco, Roma.
L’artista lavora con il video, l’animazione, la fotografia e l’installazione. È stata assistente di Mario Sasso tra il 2000 e il 2005, esperienza fondamentale per entrare a diretto contatto con le dinamiche della produzione audiovisiva e avvicinarsi alle tecniche della videoanimazione. Pontorno ricostruisce in modo realistico scene in cui il confine tra finzione e realtà appare labile e immateriale, doppi artificiali il cui scarto con il corrispettivo analogico dà vita a cortocircuiti dello sguardo. Nei lavori più recenti l’intreccio tra immagini di repertorio e sintetizzate in digitale diviene più complesso, partendo dal fatto storico per giungere a eventi paradossali, in un continuum visivo senza soluzione di continuità. Il ricorso a immagini che rimandano alla natura è puramente simbolico, anche se capita che il confine tra forma e significato sia labile, come quello visivo tra immagine reale e ricostruita.