Ex voto
Ex Dogana riapre le porte all’arte contemporanea. Dopo due anni di eventi spot, si avvia con questa mostra un percorso strutturato, volto a consolidare l’esistenza di STUDIO VOLANTE, la Factory di Ex Dogana, nata già nel 2015 ma arricchita oggi da nuove presenze e nuovi stimoli.
Comunicato stampa
Ex Dogana riapre le porte all’arte contemporanea. Dopo due anni di eventi spot, si avvia con questa mostra un percorso strutturato, volto a consolidare l’esistenza di STUDIO VOLANTE, la Factory di Ex Dogana, nata già nel 2015 ma arricchita oggi da nuove presenze e nuovi stimoli.
La mostra, pensata dal collettivo EX (Loredana Calvet, Silvia Marsano, Francesca Lacroce, che in questa occasione si avvalgono della collaborazione di Tiziano Tancredi), anch’esso residente presso gli spazi di STUDIO VOLANTE, presenterà i lavori degli artisti che hanno uno studio nella Factory: Andreco, Borondo, Ciredz, Giannì, Puxeddu, Sbagliato, Scorcucchi, Tellas e dell’artista coinvolto in una residenza temporanea, Luca Grimaldi.
Residenti sono anche Apotheosi studio, che cureranno la comunicazione visiva e la progettazione editoriale.
La mostra nasce non solo con l’intento di valorizzare e consolidare la presenza di questi artisti all’interno di Ex Dogana ma per avviare una collaborazione interna, promuovendo un percorso di auto-sostenibilità e continuità progettuale, possibile grazie ad una differenziazione delle presenze e alla nascita di una nuova area espositiva. Nella stessa sala il prossimo 18 maggio sarà inaugurata la mostra dell’artista in residenza temporanea, Luca Grimaldi a cura di Chiara Pietropaoli e Giulia Lotti.
Gli artisti residenti, provenienti da ambiti differenti, dall’arte urbana alla fotografia, alla scultura, alla pittura, sono stati invitati a riflettere sul concetto di EX VOTO, utilizzando lo stesso supporto, il marmo, materiale storicamente lavorato nelle botteghe del quartiere romano di San Lorenzo, lo stesso in cui nei primi decenni del novecento sorgeva la DOGANA (scalo merci). Questo, insieme all’ironico gioco di assonanze linguistiche tra il titolo della mostra, il nome del collettivo organizzatore e il luogo, vuole dare una dimensione collettiva, per enfatizzare il senso dell’operazione.
Con la locuzione latina “ex-voto”, tradotta letteralmente come “a seguito di un voto”, si intende la pratica comune, in ambito religioso, di donare un oggetto a seguito di una promessa compiuta. Con questo oggetto, che si presenta nei secoli nelle più svariate forme (dalle più conosciute tavole di marmo, agli scarti di bancali di legno, a parti del corpo come capelli, barba, denti, a metalli preziosi, per arrivare ad oggetti di uso quotidiano caratterizzanti la vita dell’individuo) l’uomo sembra voler accorciare la distanza tra lui e la divinità. Concretizzare la sua gratitudine in qualcosa di materiale, da esporre ad un più ampio pubblico, quasi a voler dare, attraverso l’intercessione di un’azione terrena, testimonianza visibile di esistenza, di qualcosa che va oltre il visibile.
Interrogando i differenti linguaggi che gli artisti coinvolti utilizzano, il tema della mostra restituisce una riflessione più larga su questa specifica pratica ( il dono “per voto fatto”, “ex voto suscepto”), seguendo le tracce lasciate dall’uomo attraverso il gesto artistico, “oggetto” in questo caso.
Le 27 opere in mostra (3 tavole per ogni artista) assumono in questa chiave valore di testimonianza di passaggio, segno che resta nel tempo.
La pubblicazione che affianca la mostra, disponibile dal giorno dell’opening, contiene testi di Eugenio Massacesi, Francesco Romagnoli, Loredana Calvet, Tiziano Tancredi, Silvia Marsano, Francesca Lacroce.
Progetto grafico: Apotheosi Sudio.