L’opera di Eron a Milano nel parco di CityLife. Tra i più grandi murales del mondo
CityLife si arricchisce di una monumentale opera d’arte. È l’ultimo muro di Eron, pioniere del writing italiano negli anni ‘90 e oggi artista di calibro internazionale, con le sue affascinanti sperimentazioni in pittura. Mille metri quadrati di visioni poetiche, con un forte contenuto politico.
Mille metri quadrati di rapimento visivo. Una parete come un miraggio: soglia monumentale tra la realtà percepita e quella intuita, tra lo spazio concreto e il suo doppio nascosto. L’immagine si sospende. Visibile ma anche sfuggente, presente e astratta. W.A.L.L., che sta per Walls Are Love’s Limits, è una tra le più grandi opere d’arte murale al mondo. Circa centoventi metri per otto di suggestioni luminose e finezze pittoriche, inserite con delicatezza nel contesto, in armonia con le architetture e gli spazi verdi.
ARTE CONTEMPORANEA NEL PARCO DI CITYLIFE
La maestria tecnica e l’ispirazione sono le stesse a cui ci ha abituati Eron (Rimini, 1973) nei suoi molti anni di produzioni sotto i cieli del mondo: arte pubblica soprattutto, ma anche interventi in musei e gallerie. Ed è certo un’impresa titanica quella che ha appena chiuso a Milano e che è già cuore visivo del parco di CityLife, là dove altri artisti internazionali si alterneranno, nei prossimi mesi, con interventi site specific: tra gli altri Adrian Paci, Mario Ariò, Elisabetta Benassi. Proprio qui la Fondazione Trussardi ha inoltre scelto di installare, in occasione di Miart 2018, l’imponente installazione gonfiabile di Jeremy Deller, Sacrilege, che replica in scala 1:1 i megaliti di Stonehenge.
CityLife è il nuovo progetto di riqualificazione urbanistica pensato per la zona della Fiera, con 366.000 mq di superficie complessiva e dei landmark architettonici firmati da Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind. Se c’è un’immagine attuale ed efficace dell’energia creativa, economica, tecnologica e produttiva di Milano, nel suo costante coniugarsi al futuro e mutare, questa è proprio nell’area d’intervento di Portello, che include – oltre al parco – appartamenti, uffici, ristoranti, il primo campo da golf d’Europa realizzato in centro città, la maggiore area pedonale urbana e l’innovativo Business and Shopping Distric. Il tutto servito rigorosamente da energia rinnovabili.
UN MURO CONTRO TUTTI I MURI
Qui l’opera di Eron è un muro contro tutti i muri sbagliati eretti dall’uomo nel corso della storia. Muri concreti ma anche culturali. E sono delle linee di filo spinato, tese fra i tralicci, a ricoprire come una texture quei mille metri di superficie, mentre frammenti di vegetazione si scorgono al di là di una coltre di nebbia. Niente, però, è reale. Eron ricostruisce un teatro dei simboli, delle ombre e della memoria, utilizzando esclusivamente la sua pittura. L’opera è una quinta scenografica, o ancor più precisamente uno schermo, su cui la realtà si sdoppia e si ricrea in forma di riflesso, tanto verosimile quanto evanescente. Una sostanza umbratile, pulviscolare, difficile da collocare con certezza nel perimetro del sogno o in quello delle cose concrete.
A sfondare la cortina di bruma è il sole, che propaga la sua luce attraverso le molecole di umidità e i banchi d’aria fredda. Un sole che assomiglia a un cuore, piazzato al centro del muro come nucleo radioso di energia. A distanza ravvicinata il filo spinato rivela una sequenza infinitamente ripetuta di micro lettere, a comporre i nomi dei cinque continenti. Il pensiero va a tutti i conflitti e tutte le barriere del mondo, intorno a cui immaginare dinamiche di riscatto e strategie di accoglienza. Tra circa due anni il muro sarà demolito per volontà dell’artista, compiendosi metaforicamente nel momento della sua scomparsa.
Un’opera politica, dunque. Costruita sul piano generativo della poesia, che è sempre luogo dell’autentico ed esercizio di resistenza al potere.
– Helga Marsala
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