Sahara Desert – Il nuovo mondo dei colori e suoni (1991-20019
La mostra organizzata presenta materiale d’archivio di Andrew N. Ndukuba, manifesti di concerti e filmati documentari.
Comunicato stampa
Nel 1991 Andrew Ndukuba creò dal nulla il Sahara Desert, palpitante centro culturale africano alla periferia di Firenze, in un’area vicina all’odierno aeroporto. Il progetto era stato preceduto dall’Associazione Africa L’Image, fondata nel 1986 per promuovere lo scambio tra le varie comunità africane presenti a Firenze e per favorirne la visibilità, oltre che per creare un luogo d’incontro tra culture.
Alcuni blocchi di calcestruzzo, residui di vecchie fondamenta mai completate, fornirono il punto di partenza per lo spazio concepito da Ndukuba, allora studente di architettura che di quello spazio, aveva fatto l’argomento della sua tesi. Presto fu costruito un tendone e questa struttura provvisoria, in una zona fino ad allora abbandonata alla prostituzione e alle corse di motociclette, rappresentava anche una sorta di commento sulla realtà urbana e sociale di Firenze.
Il Sahara Desert aveva il vantaggio di includere, in uno spazio ancora deserto, realtà alternative, capaci di superare le gerarchie sociali all’insegna della multiculturalità, della musica e dell’arte. Sahara Desert divenne il catalizzatore di una molteplicità di iniziative multietniche. Accanto a concerti e serate di musica disco vi erano collaborazioni con radio libere e agenzie di viaggi, programmi per bambini e anziani, tavole rotonde sui conflitti politici in Africa, eventi dedicati ai temi dell’ecologia, come Biocittà e Ecodance. Tra i musicisti di fama internazionale che si esibirono al Sahara Desert vi sono Papa Wemba, Cheb Khaled, Lucky Dube, Jimmy Cliff, Touré Kunda e Yellowman.
Nel 2001 il centro dovette chiudere per far spazio alla costruzione della Scuola Marescialli e Brigadieri dell’Arma dei Carabinieri. Scomparve così un importante punto di incontro per le comunità africane residenti nell’area. In seguito questa funzione venne parzialmente svolta dal Mercato Etnico del Lungarno nel centro cittadino, almeno finché il sindaco Renzi non lo sgomberò definitivamente nel 2010 adducendo come giustificazione i presunti affari illegali che vi si svolgevano e sollevando vivaci proteste.
La mostra organizzata presenta materiale d’archivio di Andrew N. Ndukuba, manifesti di concerti e filmati documentari.