Dancing with Myself: l’autoritratto nell’arte dagli Anni Settanta a oggi
Immortalarsi, ritrarsi, raccontarsi. Gli artisti contemporanei usano spesso la propria immagine e la propria identità come materia prima dell'opera. Una grande mostra a Punta della Dogana, a Venezia, affronta questo affascinante tema. Ecco il video
Ha aperto lo scorso 8 aprile a Venezia, negli spazi di Punta della Dogana, la mostra collettiva Dancing with Myself, a cura di Martin Bethenod e Florian Ebner. Nata dalla collaborazione tra la Collezione Pinault e il Museum Folkwang di Essen, la mostra è stata presentata in una prima versione a Essen nel 2016 e poi riadattata per la sede lagunare. L’esposizione infatti comprende ben 56 opere che non erano state esposte nel museo tedesco.
Il progetto espositivo vuole indagare l’importanza della rappresentazione del sé nella produzione artistica dagli anni Settanta a oggi, e di conseguenza il ruolo dell’artista come protagonista dell’opera. Attraverso un’ampia varietà di pratiche e linguaggi (fotografia, video, pittura, scultura, installazioni), la mostra mette in luce il contrasto tra attitudini differenti: la malinconia e la vanità, il gioco ironico dell’identità e l’autobiografia politica, la riflessione esistenziale e il corpo come scultura, effigie o frammento, e la sua rappresentazione simbolica.
Da Claude Cahun a Cindy Sherman e da Gilbert&George a Urs Fischer, passando per Alighiero Boetti e Maurizio Cattelan, la mostra raccoglie tanti esempi famosi del genere “autoritratto”, che raccontano gli infiniti modi di raccontare l’identità e la sua rappresentazione.
Written by Stefania Pia
Directed by Alessandro Possati
Produced by Illumina Film
Operatore Video: Andrea Rizzo
Edit: Andrea Rizzo
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