Vanni Spazzoli – Astrazioni
La mostra mette in campo alcuni quadri che fanno parte della più recente produzione di Vanni Spazzoli, umili sontuosi fogli di carta da imballaggio accostati e intelati, ricoperti da tempere ad acqua per intonaci, su cui l’Artista dispiega partiture di moltitudini di segni che si propagano nello spazio, orchestrati in un armonico sistema di relazioni.
Comunicato stampa
La mostra inaugurata il 14 Aprile del 2018 nell’Ariete artecontemporanea mette in campo alcuni quadri che fanno parte della più recente produzione di Vanni Spazzoli, umili sontuosi fogli di carta da imballaggio accostati e intelati, ricoperti da tempere ad acqua per intonaci, su cui l’Artista dispiega partiture di moltitudini di segni che si propagano nello spazio, orchestrati in un armonico sistema di relazioni. Possono essere definiti sintagmi di un conchiuso alfabeto pittorico, tuttavia, questi schieramenti di segni sono soprattutto forti dell’armatura del disegno, con cui sono nati, e cresciuti, e compiuti, se è anche vero che il senso della vita di una linea si mostra nel “come” finisce. Traiettorie di punti minimi eppure dotati di forma e volume; tratti, come frequenze sonore; griglie di linee; piccole ellissi incerte rimpolpate dai toni del nero, del bianco, del rosso; campiture amaranto e color di ciliegia; decori tremuli e arcaici; cuori di carminio scerpato, come frammenti di ideogrammi, e poi notti di luna, e veli di nubi nell’ infinitudine oscura. Ecco la carta che beve una tempera divenuta acquerello, ecco la tecnica antica di fogli di carta incollata e dipinta che diventa nelle mani di Spazzoli nostra contemporanea: tra Keith Haring e Basquiat, tra Twombly e Melotti: apparizioni fragili, talvolta appena percepibili, sospese nella nebbia sapiente di velature e cromie messe in scena con somma sprezzatura, come se tutto sia elementare e facile a farsi. Data questa iconografia, si penserà che le Astrazioni di Spazzoli siano radicalmente altro dalle sue opere precedenti, ma non credo sia vero, se, come scrive Deleuze in Marcel Proust e i segni, “il tema di un’opera non è il soggetto trattato in essa ma gli archetipi involontari da cui non solo le parole ma anche i colori e i suoni prendono senso e vita”. Prima infatti c’erano “i magazzini dei ricordi” che affioravano sulle carte muniti di parole e immagini infantili e feroci, ostiche e oppositive: corvi, lupi, ragazze cattive dagli occhi di bistro, facce assai brut, frecce di sangue che indicavano il nulla, aeroplani da quaderno a quadretti, in cieli di piombo illuminati al magnesio. E anche, con frequenza, piccoli cerchi, punti iridati, campiture sontuose, ornamenti: gli stessi selezionati in famiglie di segni e rielaborati da Spazzoli per farne soggetto principale di queste opere oggi in mostra, di queste Astrazioni, opere aperte ad uno spazio d’indagine vibrante di una risonanza intima, scandita dall’andamento delle proprie modificazioni interiori. Da circa quattro anni appaiono in verità nelle opere di Spazzoli rappresentazioni non più sceverate per mezzo di griglie di relazioni culturali, bensì decantate, raggiungimenti di una sintesi sapienziale che nella ripetizione e nella differenza dispiegano trame semplici, originarie, in uno spazio e un tempo che non hanno più carattere “pubblico”, e cioè di entità assolute, riconoscibili da tutti e a tutte le latitudini, bensì in uno spazio-tempo “privato”, “relativo”, in cui l’Artista guarda allo stesso argomento con tagli prospettici continuamente differenti, in sintonia con il continuo divenire della propria intima realtà. Eleonora Frattarolo
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VANNI SPAZZOLI inizia la sua attività artistica alla fine degli anni '60. Alla solida formazione figurativa, l'artista presto lega una tensione puramente pittorica basata sul valore della materia e sulla pregnanza gestuale dell'immagine. Dai primi anni '70 è presente in mostre pubbliche e private e il suo lavoro suscita interesse e apprezzamento in ambito nazionale e successivamente in diverse realtà europee. Negli anni '70 e '80 è invitato alle Biennali d'arte di Romagna (1976-1982) e in sedi pubbliche (Galleria di S.Mercuriale, Forlì e Palazzo del Podestà, Faenza). Negli anni '90 è presente in mostre ed eventi d'arte in Italia, Germania, Olanda, Belgio, Spagna, Francia. Del 1995 è la mostra 'Ver Sacrum' all'Oratorio di San Sebastiano a Forlì a cura di Valerio Dehò, con una testimonianza critica di Franco Patruno. In questo periodo, l’universo figurativo dell'artista assume contorni ben definiti entro intimi ed inconsci territori animati da personaggi ed esseri allegoricamente trasfigurati rispetto alla visione del reale. Numerose le presenze dalla fine degli anni ‘90 (Pescherie della Rocca, Lugo nel 1998, 'Venezia Arte' nel 1999, Museo del Senio, Alfonsine nel 2003, Palazzo del Commercio, Lugo) fino all’antologica 'Paure' al Museo S.Rocco, Fusignano. Del 2001 'Novecento in Romagna', Cesena a cura di Claudio Spadoni, del 2003 'Trentaquaranta' a cura di Orlando Piraccini alla Galleria Comunale, Faenza e 'Percorsi comunicanti' a Palazzo Albertini, Forlì. Nel 2009 l'artista è invitato da Claudio Spadoni al Premio 'Marina di Ravenna' nella sede del MAR Museo d’arte della Città. È invitato inoltre alle edizioni 2008 e 2010 della Biennale Roncaglia, S.Felice sul Panaro. Nel 2011 tiene la personale 'Vanni Spazzoli. Magazzino della memoria' all'Ariete artecontemporanea di Bologna, accompagnata da un catalogo monografico con testi di Eleonora Frattarolo e Claudio Spadoni. Nel 2014 una seconda personale all'Ariete artecontemporanea, 'Vanni Spazzoli Inner patterns’ con un testo di Marco Dalpane e presentazione delle covers dell'etichetta discografica ‘A simple lunch’ dedicate alle sue opere. Nel 2013 gli viene dedicata la grande retrospettiva 'VANNI SPAZZOLI. Nuovi e vecchi racconti’ a cura di Claudio Spadoni agli Antichi Magazzini del Sale di Cervia. Fra il 2014 e il 2016 è invitato alle rassegne 'Cantiere artistico' a San Mauro Pascoli|ex fabbrica MirMar, 'Riquadri' Alba Progetti Studio in Palazzo Machirelli Dal Pozzo a Imola e 'Vanni Spazzoli' alla Galleria Civica Faro Arte, Marina di Ravenna con il patrocinio di Regione Emilia Romagna e Provincia di Ravenna. Nel 2018 L'Ariete artecontemporanea di Bologna gli dedica la personale ‘Vanni Spazzoli. Astrazioni’ ed è invitato alla rassegna ‘Il disegno della polvere’ nell’ambito della Biennale del Disegno di Rimini, entrambe le mostre a cura di Eleonora Frattarolo. Vanni Spazzoli dal 2008 è rappresentato dalla Galleria L'Ariete artecontemporanea di Bologna, con la Galleria ha partecipato a Arte Fiera (Bologna), Art Verona (Verona), MiArt (Milano), Art Karlsruhe (Karlsruhe, D). Le sue opere sono in collezioni italiane e internazionali.