Monica Pennazzi / Alberto Timossi – Dissonanze
Nel contesto della manifestazione AnconaCrea, giunta alla sua IV edizione verrà aperto Map 120 Magazzini Artistici Pennazzi per lo studio visit dal titolo “Dissonanze”.
Comunicato stampa
Nel contesto della manifestazione AnconaCrea, giunta alla sua IV edizione, il 20 aprile 2018 alle ore 18.30 verrà aperto Map 120 Magazzini Artistici Pennazzi per lo studio visit dal titolo “Dissonanze”.
Map 120 è un luogo del fare, uno studio che diventa spazio per l’incontro e lo scambio tra gli artisti: 170 metri quadri dove nutrire, attrarre e sostenere la sperimentazione e la ricerca artistica contemporanea.
Con questa vocazione l'artista Monica Pennazzi decide di aprire il suo studio-atelier, ricavato dalla riqualificazione di un vecchio magazzino commerciale situato in via Isonzo 120, zona della città di Ancona che durante il ‘900 si è trasformata da campagna a centro cittadino.
In questo luogo la dimensione privata del processo creativo si confronta con la valenza pubblica dell’arte, interrogando le diverse esperienze degli interpreti del panorama nazionale e internazionale.
Per la seconda volta Map 120 aprirà la saracinesca al pubblico per mettere in mostra due grandi istallazioni site specific: La Teoria della Linea di Monica Pennazzi e Trittico di Alberto Timossi. Quest'ultimo ritorna a esporre in uno spazio circoscritto dopo gli ultimi lavori di land art dal forte impatto visionario, mentre la prima è pronta a esibire il suo ultimo e imponente lavoro che l’ha vista per molti mesi impegnata nella tessitura di 12.000 metri di filo. Dissonanze è un passo a due che non segue un’armonia definita, è un confronto che accresce i due artisti e li spinge a trovare un ritmo comune, un accordo tra dinamismo formale e monumentale staticità. Le due opere dominano l’ambiente che le circonda, impongono a chi le incontra di osservarle attentamente e allo stesso tempo di lasciarsi guardare da loro; sfatano l’illusione che di fronte ad esse si possa assumere un unico punto di fuga, che si possa cogliere la loro pienezza grazie alla sola prospettiva centrale. Attraggono nella loro orbita lo spettatore e ipnotizzano l’occhio con l’illusione di un moto perpetuo. Si rimane inclusi nelle complesse trame ariose della Pennazzi e ci si sente indifesi al cospetto delle icone monolitiche di Timossi. Sebbene l'operare dei due artisti si declina in soluzioni dissonanti sia nella resa che nell’atto creativo, nel contesto dei Magazzini Artistici Pennazzi hanno trovato un ritmo comune, riuscendo ad accordare il dinamismo formale con la monumentale staticità.
Monica Pennazzi nasce ad Ancona nel 1972. Dopo la formazione in Progettismo di moda presso l’Università di Urbino, inizia a lavorare per diverse aziende affermate di moda come Tombolini e Fornarina.Nel 2002 decide di dedicarsi a tempo pieno alla sua vera vocazione: l’arte plastica. Monica dal 2003 partecipa a numerose esposizioni collettive in Italia e all’estero (Montecarlo, Bratislava, Brasile, Portogallo). Nel 2009 partecipa al concorso “Massenzio arte” XIII premio internazionale Massenzio Arte guadagnando la possibilità di realizzare la sua prima esposizione personale che fu organizzata a Roma nel 2011 a cura di Alessandro D' Ercole, scultore, critico e direttore artistico della Massenzio Arte. Nello stesso anno, viene selezionata dal critico d’ arte Vittorio Sgarbi, tra i numerosi giovani artisti contemporanei per esporre nella sezione del Padiglione Italia Regionale alla 54.Biennale di Venezia. Nel 2014 partecipa ad Artigo Rio 2014, fiera d’arte contemporanea di Rio de Janeiro, con l’agenzia Olandese Manywere di Nuno Ribeiro. Nel 2015 realizza a Roma la sua seconda personale dal titolo “Cunauta” presso la storica fornace del Canova in collaborazione con le associazioni Massenzio Arte e Canova 22, a cura di Camilla Boemio e pubblica il catalogo con Gangemi editore. Nello stesso anno partecipa a TRIO Biennale tridimensionale di Rio de Janeiro e concretizza un’altra importante mostra individuale “Horizontes”, nella galleria VGgard presso Cassino Atlantico, Copacabana, Rio de Janeiro a cura di Nuno Ribeiro. Nel 2016 viene invitata ad esporre alla Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona, sua citta natale, e realizza una grande installazione al Porto antico di Ancona durante la manifestazione Ancona Crea a cura di William Vecchietti. Nel 2017 prende parte alla III Edizione della Biennale di Scultura di Piazzola sul Brenta (PD) nella splendida cornice di Villa Contarini e viene invitata a realizzare una installazione ambientale a Villa Nappi per il P.A.C. (Paesaggio, ambiente, creatività) 2017 nell'ambito del Festival Internazionale Inteatro Polverigi, Ancona. Sempre nello stesso anno viene selezionata per il progetto BoCs Art, residenze artistiche a Cosenza, a cura di Alberto Dambruoso e per il progetto DO.C Douro Contemporaneo, residenze artistiche nell'ambito dell'arte contemporanea a cura di Nuno Ribeiro con l'esposizione personale “Permutazioni lineari” al Museo del Vino di San Joan da Pequeira, Portogallo.
Alberto Timossi Alberto Timossi (Napoli 1965), si è formato fra Genova e Carrara, dove ha frequentato l’Accademia di scultura. Vive a lavora a Roma. Intende la scultura come intervento nello spazio urbano e installazione ambientale. In un primo periodo è si interessato ad indagare il “peso” con l’esercizio della scultura in cemento, marmo e pietra (“Se voir”, Kunsthaus Beim Engel, Lussemburgo, 1993; Galerie Ymage, Nizza, 1994, e nei Simposi di Whei-Hai, in Cina nel 1993; Horice V Podkrkonosi, nella Repubblica Ceca, 1994; “Moto perpetuo” di Pescocostanzo 1996-98 di cui è stato l’organizzatore), e la “leggerezza” delle forme realizzate in tondini di ferro e corde, come disegni nello spazio (Galleria Centro di Sarro, Roma, 1994; Premio di Scultura Renato Carnevale, Museo di Villa Croce, Genova, 1996; Premio Marche, Ancona, 1996; “Simple dialogues”, Plaza Gallery, Tokyo, 1997; “Periplo della scultura italiana contemporanea 2”, Chiese rupestri di Matera, 2000; “Giovani artisti all’inizio del nuovo millennio”, Chiostro del Bramante, Roma, 2000; Premio giovani scultura 2002”, Accademia Nazionale di San Luca, Roma). Dai primi anni 2000 privilegia la forma del tubo, capace di dialogare con gli spazi interni e esterni degli edifici (“Largo gesto”, Albornoz Palace Hotel, Spoleto, 2003; “Innesti”, Fondazione Pastificio Cerere, Roma, 2006; “Parti del discorso”, Galleria Tralevolte, Roma e Musma, Museo della scultura, Matera, 2008; “Accento in rosso”, Torre Civica di Pomezia, 2012) ma anche di proporsi come elemento strutturale a sé immerso nella natura (Beelden in Gees, Olanda; Bad Ragartz, 6° Triennale di Scultura, Svizzera, 2015). Ha lavorato insieme con il musicista elettroacustico Simone Pappalardo nella realizzazione di sculture sonore e di performance (Anywhere, Galleria Trebisonda, Perugia e Teatro Furio Camillo, Roma, 2005; “Crisalide”, Emufest, Conservatorio Santa Cecilia, Roma, 2009); nel progetto mai realizzato su Porta San Paolo intitolato “S.U. Segnali urbani” Roma 2010, fino alla recente collaborazione per Spilli 2018. Nel 2013 ha tenuto una personale nella Collezione Manzù di Ardea, l’anno successivo ha dialogato con le architetture medievali del palazzo dei Consoli di Gubbio nella personale “Flussi, il rosso, il giallo”. E’ stato presente alle prime tre edizioni della Biennale di scultura di Piazzola sul Brenta (2013-15-17) sempre cercando il dialogo con lo spazio aperto, l’acqua dei canali e l’architettura storica. Sue sculture ambientali sono presenti nel MAAM di Roma (2014), nel Parco di sculture della Scala Santa di Roma (2014) e nel DIF di Formello (2016), nonché nel nuovo Museo dei Bocs Art di Cosenza (2017). Negli ultimi anni dedica maggiore attenzione ai temi dell’ambiente che muta (“Illusione”, Cave Michelangelo, Carrara, 2015; “Spilli”, Lago ex Snia, Roma, 2018) e al cambiamento climatico (“Fata Morgana, dentro l’antropocene”, Lago del Rock Glacier del Col d’Olen, Gressoney La Trinité, 2017).