Frieze New York barcolla ma non molla. I migliori 10 stand dell’edizione 2018
Dalla scoperta dei disegni di Andy Warhol fino all'enorme tavolino alto tre metri nello stand di Gagosian. Abbiamo visitato la fiera in anteprima ed ecco il responso sugli stand da non perdere.
Colmo dei colmi: gli americani, malati di previsioni del tempo e maniaci nell’azzeccare le previsioni al millimetro, si sono fatti fregare dal caldo “improvviso” del mercoledì newyorkese che ha visto l’inaugurazione della fiera Frieze New York. Improvviso tra virgolette perché tutti in città sapevano che mercoledì si sarebbe verificato il record assoluto di temperatura per il mese di maggio. Eppure i condizionatori evidentemente non sono stati settati per far fronte all’ondata estiva e così sotto i tendoni della fiera l’effetto serra era letteralmente percepibile. Risultato? Disagio per molti e per alcuni (magari proprio i collezionisti più anziani e più facoltosi) la decisione di posticipare la visita.
Un colpo significativo perché considerando la logistica tutt’altro che agevole (Frieze New York si continua a svolgere in un isolotto in mezzo all’East River difficile da raggiungere con qualsiasi mezzo), posticipare la visita – tanto più che domani c’è la temibile rivale Tefaf giusto in centro città – significa rinunciare del tutto. Speriamo che non vada così, ma il picco di calore era previsto da giorni e giorni e forse bisognava rispondere più adeguatamente per refrigerare i tendoni che, peraltro, da quest’anno hanno una composizione diversa, più normale e ordinaria, non più a forma di serpente come caratteristica dal primo anno di svolgimento della manifestazione. Come abbiamo notato per le fiere internazionali degli ultimi mesi (ad esempio Art Brussels), la situazione economica internazionale non è delle più esaltanti, idem dicasi per la situazione politica e dunque le gallerie giocano sicuro. “Play safe” è la parola d’ordine. Difficile trovare, a Frieze 2018, stand che ti colpiscano o ti facciano sognare. Tutto molto ordinario, tutto molto semplice, tutto molto rassicurante per collezionisti che vogliono comprare l’operetta per il nuovo appartamento. Ovviamente alcuni booth esaltanti li abbiamo scovati ed eccone il decalogo. Ma il tutto è da iscrivere in un’atmosfera non particolarmente elettrizzante ecco.
CANADA – NEW YORK
Non è una trovata innovativa, beninteso. Però piace sempre il bel muraglione di disegni e opere su carta. E allora Canada entra in selezione. Serie di opere su carta a parete, dunque, con anche lavori a prezzi abbordabili e opere di decine di autori e di tutte le epoche per la firma del curatore Jason Fox. Da George Grosz a Jim Shaw, da Richard Artschwager a Dana Schutz passando per Carol Rama.
BLUM&POE – NEW YORK
Bella posizione all’entrata sud della fiera. Hanno creato una bella piazza con sculture (Nubuo Sekine, Alma Allen e Solange Pessoa tra le altre) e muri con opere di dimensioni simili e autori tutti diversi e tecniche varie. Da Karel Appel a Robert Colescott.
GAGOSIAN – NEW YORK, LONDRA, LOS ANGELES E ALTRE SEDI
Enorme fotografatissimo tavolo fuori scala di Robert Therrien. Lo scultore trasforma gli oggetti della dailylife più banale in mega sculture spiazzanti e a dire il vero perfette per i selfie. E così la zampata di Gagosian offre agli avventori, anche quelli meno addentro alle faccende dell’arte, un’immagine indimenticabile della fiera di quest’anno.
ANTON KERN – NEW YORK
Piccolo stand ma piuttosto particolare: con sculture sul davanti in bronzo e marmo rispettivamente di Matthew Monahan e Richard Hughes e poi un cubo centrale, che contiene il magazzino, con sul perimetro le opere grandi (Chris Martin, Lara Schnitger, Jim Lambie) mentre alle pareti i lavori più piccoli. Bella organizzazione, buon layout opere e nomi buoni.
CASEY KAPLAN – NEW YORK
Cinque lavori, tutti simili come stile, di Matthew Brannon riguardanti la guerra in Vietnam. Molto complessi, molto intellettuali, molto ben costruiti. E molto ben presentato in questo angolo di fiera. Lo stile grafico è lo stesso dei lavori che sono anche in galleria, in città, per chi vuole proseguire e approfondire.
303 – NEW YORK
Uno stand arioso sui toni del pastello. Elegante, ma di impatto. Proprio di fronte all’ingresso della fiera. Il neon di Doug Aitken fa da richiamo alla bella mostra in galleria in città a Chelsea e poi ci sono lavori di Ceal Floyer, Mary Heilmann, Eva Rothschild e Sue Williams.
GAVIN BROWN – NEW YORK E ROMA
Stand enorme ma vuoto. Con le foto a griglia di Arthur Jafa prese, scattate trovate, mescolate, messe in relazione una con l’altra.
MARIAN GOODMAN – NEW YORK, LONDRA, PARIGI
XHAVIER HUFKENS – BRUXELLES
Notevole personale di Tracey Emin nello stand. C’è tutto: le sculture piccole al centro, i quadri grandi alle pareti e da una parte, giustamente più in alto rispetto al punto di galleggiamento di tutto il resto, un neon. Amen.
DANIEL BLAU – MONACO DI BAVIERA
La vera chicca. Anche se non sono una novità, però vedere questi disegni di Andy Warhol risalenti ai primi anni Cinquanta e scoperti da poco nella fondazione dedicata all’artista dopo essere stati dimenticati a partire dall’inventario del 1990 è sempre emozionante. Tanto più che siamo ancora in qualche modo nel trentennio dalla morte di uno dei più grandi artisti del dopoguerra. E forse del più grande.
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