Humus Park – Land Art Meeting 2018
L’evento internazionale Humus Park, International Land Art Meeting and Exposition a cadenza biennale, curato da Gabriele Meneguzzi e Vincenzo Sponga e organizzato dal Comune di Pordenone assieme ai Comuni di Caneva e Polcenigo, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, è giunto alla sesta edizione.
Comunicato stampa
L’evento internazionale Humus Park, International Land Art Meeting and Exposition a cadenza biennale, curato da Gabriele Meneguzzi e Vincenzo Sponga e organizzato dal Comune di Pordenone assieme ai Comuni di Caneva e Polcenigo, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, è giunto alla sesta edizione.
La manifestazione, in programma dal 14 al 26 maggio 2018, si terrà nel Parco del Castello di Torre di Pordenone, nell’Area Archeologica e nel Parco del Seminario nel Comune di Pordenone e nel Parco del Palù, patrimonio dell’UNESCO, nei Comuni di Caneva e Polcenigo. La conferenza stampa di presentazione della sesta edizione di Humus Park è prevista per venerdì 4 maggio all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano e nella settimana seguente al Convento di San Francesco a Pordenone.
L’evento Humus Park mira a promuove una nuova forma di Arte contemporanea naturalistica, che permette all'artista di esprimersi usando quanto la Natura generosamente offre in prestito, sposandola a siti e territori di particolare interesse storico-artistico-paesaggistico e culturale. L’obiettivo finale è quello di realizzare opere d’arte, traendo ispirazione dal paesaggio naturale e dalle suggestioni date da storia e archeologia, utilizzando esclusivamente materiali naturali reperiti sul posto, che andranno poi a costituire delle vere e proprie gallerie a cielo aperto.
Numerosi gli artisti stranieri provenienti da Svizzera, Taiwan, Polonia, Slovenia, Francia, Kazakistan, Lituania, Olanda, Danimarca, Giappone, Nuova Zelanda e USA che anche quest’anno affiancheranno gli artisti italiani e gli studenti di licei artistici del territorio e delle Accademie di Belle Arti di Ravenna, Brera (Milano), Bologna, Albertina di Torino e Carrara.
Da segnalare in questa sesta edizione la presenza di Nick Neddo, autore del libro “The Organic Artist”, artista ed educatore del Vermont USA, l’artista multidisciplinare Donald Buglass dalla Nuova Zelanda e lo svizzero Peter Hess, direttore artistico del festival di Grindelwald, "padre" della Land Art naturalistica in Europa; mentre tra gli italiani Marco Nones, vincitore del Concorso Arte Expo 2015, Fondazione Triulza, con l’istallazione artistica “Svuotato” creata per Bosco in Città (Milano).
Questi artisti, che lavoreranno in coppia, sono stati selezionati per tipologie artistiche diverse, non necessariamente esperti di Land Art, così da contaminarla ed esserne contaminati con idee e tecniche specifiche per settore artistico.
I luoghi e le settimane di lavoro saranno due, la prima dal 14 al 19 maggio al Palù di Livenza la seconda, dal 21 al 26 maggio, nel Parco del Museo Archeologico a Pordenone, dove si sono svolte anche le precedenti edizioni. Al termine della settimana, durante la quale si potranno osservare gli artisti al lavoro, ci sarà l’inaugurazione ufficiale delle opere che andranno così a costituire un’esposizione a cielo aperto, visitabile per tutta l’estate.
I LUOGHI
Il Palù di Livenza
L’area di Palù di Livenza si estende in un grande bacino naturale, nei Comuni di Caneva e Polcenigo nella provincia di Pordenone. È una zona di grande pregio dal punto di vista naturalistico, caratterizzata dalla particolarità geomorfologica, dall’abbondante disponibilità d’acqua grazie alla presenza di due sorgenti del fiume Livenza e dalla ricchezza della sua flora e fauna. Per la sua valenza dal punto vista archeologico, dal giugno 2011, il Palù è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nella serie dei Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, rientrando così nella selezione dei 111 villaggi palafitticoli europei più interessanti e significativi nell’area alpina. Gli scavi condotti negli anni passati hanno infatti messo in luce i resti di un villaggio palafitticolo neolitico, databile tra circa il 4.500 e il 3.600 a.C., che si conserva ancora in larga parte intatto nel bacino. È nota anche una frequentazione più antica e occasionale riferibile alla fine dell’età glaciale durante il Paleolitico superiore (sono stati ritrovati strumenti in selce databili tra i 14.000 e i 10.000 anni fa).
I reperti recuperati sono conservati ed esposti nel Museo Archeologico sito nel castello di Torre a Pordenone
Parco del Castello di Torre
Il Castello di Torre, sito sulle sponde del fiume Noncello che da il nome alla città di Pordenone, è di origine medievale e ospita il Museo Archeologico del Friuli Occidentale: qui è racchiusa la storia più antica di questa terra, dalla preistoria al Rinascimento, passando per l’epoca romana, che ha lasciato le sue tangibili tracce proprio nell’antica Villa, che sorge ai suoi piedi. Una sala specifica ospita naturalmente i reperti provenienti dal sito archeologico del Palù. Tutta l’area del parco è di interesse storico, poiché, oltre alla villa romana si sono trovate numerose tracce di insediamenti antichi. Poco distante ci sono anche diversi edifici interessanti dal punto di vista
Dell’archeologia industriale, come l’ex cotonificio e le vecchie Tintorie degli anni Venti. Queste opportunamente restaurate ospitano l’Immaginario Scientifico, un museo della scienza innovative e dinamico, dedicato ai bambini e ragazzi, sito accanto ad una centrale idroelettrica tutt’ora in funzione. Il parco è notevole anche dal punto di vista naturalistico, perché offre un esempio del tipico fenomeno delle risorgive, le limpide acque che riaffiorano spontaneamente in superficie, mantenendo una temperatura costante e dando luogo a un particolare habitat per piante e animali.
Parco del Seminario
Il Parco del Seminario è l’area compresa tra il corso del fiume Noncello, qui ridotto dagli epocali sconvolgimenti ottocenteschi a canale di scolo ed il “Canale Amman”, realizzato per convogliare le acque del Noncello e renderle utili alle attività industriali del cotonificio Amman.
Dopo la Prima Guerra Mondiale il Seminario di Concordia venne trasferito da Portogruaro e Torre di Pordenone, dove come sede provvisoria fu utilizzato un edificio messo a disposizione dal Cotonificio Veneziano. Successivamente, nel 1920, il Seminario acquisì la “Fattoria delle Revedole”, proprietà che includeva oltre ad una villa padronale ed alcuni caseggiati, anche un ampio parco ricco di alberi, campi coltivati e diverse marcite per la produzione di foraggio.
Nel corso degli anni, l’Amministrazione comunale ha realizzato interventi di ripristino a finalità ricreativa, la messa a dimora di numerosi esemplari arborei ed arbustivi. La fauna del parco è particolarmente ricca di specie sia a seguito dell’importante estensione del comprensorio, sia per i diversi biotopi che vi si osservano oltre ad essere luogo ideale per la sosta degli uccelli in epoca di migrazioni.