Oltre la cornice. Carmelo Arden Quin a Milano
MAAB Gallery, Milano. Una decina di opere dello storico artista uruguagio hanno intavolato un discorso rigoroso ma estremamente mosso, con un saggio in catalogo di Marco Meneguzzo.
Quella di muovere la foggia del supporto, di far entrare lo spazio nei contorni del quadro, potrebbe sembrare semplicemente una “firma” attraverso cui rendere riconoscibile il proprio lavoro. In questo modo Carmelo Arden Quin (Rivera, 1913 ‒ Savigny-sur-Orge, 2010) è “l’artista delle opere sagomate” ben prima di Stella o Lichtenstein.
In realtà la sua posta in gioco va ben oltre questo, scardinando un’intera modalità di vedere, in maniera simile a quanto fatto da Fontana negli stessi anni. Quin, da un Sudamerica niente affatto provinciale, dal 1946 con il movimento Madì, porta un prezioso contributo alla scoperta di un nuovo spazio, con un astrattismo geometrico che allude a un universo tecnologico dal sapore meccanico. Decostruire il rettangolo regolare del supporto significa quindi abbattere l’idea della finestra albertiana. Nessuna dimensione illusoria va cercata oltre la superficie ma lo spazio reale si sviluppa attorno, davanti e dietro il quadro in un mondo, forse prosaico, ma onesto e pieno di possibilità.
‒ Gabriele Salvaterra
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