Arcipelago Italia: alla Biennale di Architettura cinque progetti ibridi per il futuro del Paese
Fuori le città; dentro i territori distanti, “spazialmente e temporalmente”, dalle aree urbane maggiori. Nel padiglione curato da Mario Cucinella, le possibilità di rilancio dell’Italia remota, sfregiata, invisibile assumono la forma di cinque progetti sperimentali
Un “luogo del lavoro” per le Foreste Casentinesi, dove le più belle faggete d’Italia segnano il confine tra Toscana ed Emilia Romagna; un “dittico” per il centro storico di Camerino e i suoi margini, a testimonianza delle esigenze dei comuni compresi nel “cratere sismico” del Centro Italia; la riformulazione funzionale di due scali ferroviari nella collina materana; una piazza per la crescita del Belice, all’interno dell’iter di riprogettazione del Teatro incompiuto di Pietro Consagra; una “casa dei cittadini”, strutturata in tre blocchi – percorso sanitario, promozione della salute, ricerca – in una zona della Sardegna: occupano la seconda tesa del Padiglione Italia gli esiti del percorso corale che Mario Cucinella ha coordinato nei mesi scorsi. Finalmente resi noti.
TRA STORIA, CONTEMPORANEO E NATURA
I progetti esposti sono il risultato di un’operazione multidisciplinare, della quale sono stati parte attiva studi emergenti italiani, università e altre figure professionali, affiancata da un’azione di ascolto delle comunità che vivono nei territori interni. Quali sono le loro necessità? Quali le peculiarità, le emergenze e le eccellenze delle loro zone? Quanto forti sono il desiderio di partecipazione, di riscatto, l’orgoglio e il sentimento di appartenenza? In questi progetti, “ibridi e sperimentali”, in mostra, sono plastici, disegni, ricostruzioni video e analisi del processo partecipativo a innescare una riflessione sul futuro (possibile) di questa Italia: lontana dalla grandi infrastrutture, e spesso anche dai servizi, ma capace di sperimentare forme proprie di condivisione dello spazio, eludendo le categorie di “privato” e “pubblico”. Le cinque visioni architettoniche di cosa si potrebbe fare in altrettante zone nel Paese, gravano su tavoli – isola in legno coronati da un cielo effimero di fotografie. Immagini che divengono testimonianze implacabili dello stato di abbandono diffuso, ma anche di bellezza nascosta che, negli intenti del curatore, Arcipelago Italia stimolerà a voler conoscere con i propri occhi.
L’ALTRO SPAZIO: ANCHE UN DOCUFILM DEL PADIGLIONE ITALIA
A introdurre i contenuti di Arcipelago Italia e ripercorrere il viaggio compiuto da Cucinella nei mesi scorsi nelle aree interne del Paese è un docufilm prodotto da Someone srl e RaiCinema, per la regia di Marcello Pastonesi e Carlo Furgeri Gilbert. La proiezione de L’altro Spazio. Viaggio nelle aree interne dell’Italia costituisce il preludio per il “disvelamento”, attraverso otto dispositivi che intendono evocare delle guide turistiche, di specifiche porzioni del territorio nazionale. La chiave interpretativa è duplice: accanto agli itinerari, alcuni indipendenti dai confini regionali – Alpi Occidentali; Alpi Orientali; Appennino Settentrionale; Appennino Centrale; Appennino Sannita-Campano-Lucano; Subappe nnino Dauno – Alta Murgia – Salento; Appennino Calabro – siculo; Sardegna – vengono presentate circa settanta opere di architettura contemporanea, individuate tra le cinquecento candidature pervenute attraverso la call del giugno 2017. Paesaggio e architettura insieme, dunque. Esaminando questi progetti, diversi per scala di intervento e in larga parte veicolati attraverso video, si può percepire la “qualità diffusa nei territori interni italiani”, frutto, di tante piccole azioni portate avanti, in questi anni, da decine di professionisti. Come ha osservato Federica Galloni, Direttore Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane e Commissario Padiglione Italia, a emergere è “un panorama multiforme e variegato del Paese, dove spiccano la buona qualità del progetto contemporaneo e il valore aggiunto del processo che lo ha generato“. Legittimo auspicare, a questo punto, che dall’attenzione mediatica e dalla presa di coscienza collettiva derivanti dall’operazione Arcipelago Italia possa prendere davvero il via una nuova stagione per le aree interne.
– Valentina Silvestrini
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