Dopo la sospensione del Ministero, Anna Coliva è tornata a dirigere la Galleria Borghese
Dopo le accuse anonime mossele per assenteismo e il rinvio a giudizio, il Ministero aveva sospeso Anna Coliva dall’incarico di direttrice della Galleria Borghese senza aver atteso l’esito del primo grado di giudizio. Provvedimento che ha scatenato l’indignazione della comunità intellettuale internazionale, che ha sostenuto la Coliva attraverso una petizione su Change.org. E proprio attraverso la piattaforma online, la direttrice ha comunicato il suo ritorno alla Galleria Borghese
Anna Coliva è ritornata alla direzione della Galleria Borghese di Roma. A darne notizia è la stessa storica dell’arte attraverso Change.org, la piattaforma su cui settimane fa era stata lanciata una petizione internazionale – firmata tra l’altro da direttori di musei di diversi paesi – per chiedere “l’immediata revoca della sospensione in attesa della sentenza del tribunale penale per salvaguardare la Galleria Borghese, convinti che il ritorno di Anna Coliva sia la migliore garanzia per preservare le attività e la reputazione di uno dei più importanti musei di Italia”. Da mesi infatti Anna Coliva è al centro di una vera e propria tempesta mediatica a seguito di una denuncia anonima mossale per assenteismo. Dopo il rinvio a giudizio, lo scorso aprile il Ministero dei Beni Culturali sospende la direttrice dal suo incarico per 60 giorni, provvedimento preso senza aver atteso l’esito del primo grado. Da questa azione ministeriale è quindi partita la petizione per sostenere Anna Coliva e che a quanto pare ha sortito gli effetti sperati: la storica dell’arte ha ripreso la direzione della Galleria Borghese e ha condiviso la notizia con tutti coloro che l’hanno sostenuta firmando la petizione.
LA LETTERA DI ANNA COLIVA
“Cari amici e colleghi, vorrei ringraziare tutti per il vostro supporto. La quantità, l’intensità e le motivazioni della vostra solidarietà mi hanno toccata profondamente. La spontaneità della vostra adesione alla petizione ha trasformato la mia situazione personale in una questione emblematica. Ciò potrebbe anche essere di grande aiuto per molti colleghi, stranieri o meno, che hanno voluto accettare la sfida di gestire un museo italiano con ottimismo e fiducia, nonostante le grandi difficoltà – e pericoli – che questo comporta. Credo che la straordinaria espressione di stima e apprezzamento nei confronti della mia persona, ma soprattutto verso una grande istituzione come la Galleria Borghese, abbia contribuito a convincere il Ministero che sarebbe stato meglio rinviare questa situazione kafkiana e attendere la decisione di un giudice. Sono lieta di informarvi che grazie al vostro aiuto continuo a dirigere la Galleria Borghese nella pienezza delle mie funzioni. Nel frattempo, spero che l’accusa anonima e infondata sarà esaminata al più presto possibile. Farò del mio meglio per soddisfare la vostra fiducia in me”. Con queste parole Anna Coliva ringrazia tutti coloro che l’hanno sostenuta durante questi mesi attraverso la piattaforma di Change.org, comunicando inoltre di essere ritornata a dirigere la Galleria Borghese.
LA VINCENDA
La vicenda sulle accuse di assenteismo contro Anna Coliva risale allo scorso febbraio con un articolo di Repubblica che raccontava come, nel maggio del 2014, la direttrice avesse dimenticato di registrare sul cartellino delle presenze il proprio allontanamento dal luogo di lavoro, come riportato nel capo di imputazione che lo scorso 28 febbraio ha portato la direttrice in tribunale. Dopo il rinvio a giudizio, il mese scorso per la Coliva è arrivata un’altra doccia fredda: la sospensione da parte del Ministero dei Beni Culturali dalla direzione della Galleria per 60 giorni, provvedimento preso senza aver atteso l’esito del primo grado. Come raccontato da Massimiliano Tonelli in questo articolo, le indagini, svolte dai Carabinieri, avrebbero presentato lacune e superficialità (molti giorni considerati di “assenza ingiustificata” si sono rivelati poi meri giorni di ferie), ma nonostante ciò il Ministero ha comunque optato per una repentina sospensione della Coliva, provvedimento che ha suscitato l’indignazione da parte dei professionisti dell’arte di tutto il mondo, oltre ad aver catturato l’attenzione di Artribune in un articolo che è stato letto moltissimo e ha girato altrettanto, e portato al lancio della petizione che ha ricevuto tantissime adesioni dopo averne parlato per primi su queste colonne. “L’avvio di un procedimento disciplinare è un atto dovuto, ma ovviamente il Ministero deve ben guardarsi dall’emettere la sanzione, dato che solitamente la sanzione viene sospesa in attesa della sentenza del giudice. Sarebbe un atto madornale, da parte del Ministero, emettere una sanzione senza fare prima un’istruttoria, ma non posso credere che il Ministero possa aver fatto una cosa del genere senza aver prima verificato gli atti”, ci raccontava Anna Coliva in un’intervista commentando il provvedimento del Ministero che adesso è stato giustamente revocato in attesa di sapere come si concluderà l’azione giudiziaria.
– Desirée Maida
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