Arte Laguna, ecco i vincitori. Mentre all’Arsenale inaugura la mostra, la giuria assegna i premi. Tutte le info in tempo reale e una foto-gallery con i migliori artwork
Partiamo dai numeri. 7840 artisti, 110 finalisti, 6 categorie, 5 vincitori assoluti e 7 premi speciali. Il grande network di Arte Laguna, concorso internazionale dedicato alle ultime tendenze nel settore arti visive, arriva alla sua sesta edizione in ottima forma: partnership istituzionali (fondazioni, musei, festival), collaborazioni con aziende e gallerie italiane, e una giuria – […]
Partiamo dai numeri. 7840 artisti, 110 finalisti, 6 categorie, 5 vincitori assoluti e 7 premi speciali. Il grande network di Arte Laguna, concorso internazionale dedicato alle ultime tendenze nel settore arti visive, arriva alla sua sesta edizione in ottima forma: partnership istituzionali (fondazioni, musei, festival), collaborazioni con aziende e gallerie italiane, e una giuria – capitanata da Igor Zanti – che vede in campo affermati critici, curatori, direttori (tra cui Gabriella Belli, da poco al comando dei Musei Civici Veneziani). Alto il tasso di presenze straniere tra gli artisti, che arrivano dall’Europa, l’America e l’Oriente, a fronte di una presenza italiana che si attesta solo su un 34%.
Assegnate ieri le sei residenze d’artista, è oggi la volta delle cinque medaglie d’oro, consegnate proprio in questi minuti nel corso dell’opening all’Arsenale, dove sono raccolti i lavori giunti in short list.
Per la pittura arriva prima l’italiana Cristina Gardumi, che vince con una raffinata composizione di disegni su carta; la categoria Virtual Art, promossa dall’azienda vicentina Fope gioielli, se l’aggiudica la cinese Amelia Zhang, che convince per la stimolante interpretazione del concetto di virtualità e per la contemporaneità della ricerca; a Simone Bubbico va il premio scultura, per un’opera che, tra richiami al pop, al teatro delle ombre e alla classicità italiana, affronta il problema della scultura contemporanea radicandosi – in modo ludico – nella tradizione; premio Fotografia a Torsten Schumann, che indaga il rapporto tra architettura urbana e presenza umana in uno scatto sospeso tra assurdità del caso e rigore scenico; infine, premio categoria Video + Performance allo spagnolo Luis Bezeta, con le sue cinque Marylin ricollocate nel mezzo di un deserto, un po’ icone mediatiche, un po’ miraggi surreali.
È ancora un italiano a emergere, grazie al Premio Business for art, che va a Elena Giustozzi, per l’attenzione rivolta al linguaggio delle mani.
Ex aequo per il Premio Sala Stampa: vincono l’israeliano Marcus Sharar, che nel suo video The curator ironizza sulla figura popolare e controversa del curatore, e il sudafricano London based, Frank Herholdt, con un doppio ritratto fotografico, particolarmente evocativo, che gioca con suggestioni pittoriche e cinematografiche.
Infine, tre special prize istituzionali (Tina B, Praga; Open, Venezia; Istituto Romeno, Venezia), che ospiteranno rispettivamente il duo minimun, Lia Wei e Zhang Quiang, Claudio Rivetti.
Buono il livello generale: opere “corrette”, gradevoli, con una giusta dose di attualità. Anche se a mancare, soprattutto, è stata l’originalità: nessun capolavoro e nessun’intuizione sufficientemente personale e potente da lasciare il segno. Utilissimo, in ogni caso, il lavoro che sta dietro la grande macchina di Arte Laguna: scouting, ricerca, raccolta, selezione, promozione. Un premio, quello veneziano, che cresce, si rafforza e sempre più assomiglia a un prezioso osservatorio sulla scena creativa delle giovani generazioni.
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