Chiude a Milano la galleria Giuseppe Pero con una mostra che celebra i 23 anni di attività
Racconta 23 anni di storia della galleria la grande mostra con cui Giuseppe Pero chiude l’attività espositiva a Milano. Ne abbiamo parlato con il gallerista.
A metà strada tra la celebrazione di un anniversario e la chiusura di un ciclo. Si presenta così la mostra 1000eventi. Storie di galleria che inaugura il 31 maggio e ripercorre i 23 anni di vita della galleria d’arte Giuseppe Pero. Una mostra speciale, come racconta Giuseppe Pero ad Artribune. “questa sarà l’ultima mostra della galleria, che conclude così la sua attività espositiva a Milano”
LA CHIUSURA
“È una scelta che ho maturato nel tempo”, ci racconta Pero, “perché il mestiere è cambiato enormemente e per affrontare il futuro bisogna essere più strutturati. Ho deciso di chiudere la galleria, ma mi attendono nuove sfide. Inizierò a collaborare con Art Bärtschi & Cie., una galleria di Ginevra. È meglio essere parte di un gruppo grande, piuttosto che rimanere all’interno di una realtà più piccola”. Una scelta legata a motivazioni molto precise tra cui spicca la difficoltà di essere ammessi nelle fiere che contano. “Ho avuto una grande delusione un paio di anni fa”, rivela il gallerista “quando ho presentato l’application per essere ammesso ad Artissima. Era un progetto in cui credevo molto: uno stand con una doppia personale di Andrea Mastrovito e Omar Ba. Ciononostante, sono stato rifiutato”. Il mancato ingresso nelle ferie rappresenta oggi una difficoltà per ogni galleria e Giuseppe Pero lo ammette senza grandi timori. “Rispetto a quando ho iniziato”, continua Pero, “il mestiere del gallerista è cambiato enormemente. La parte più consistente dell’attività si svolge al di fuori delle mura della galleria. Una volta le persone frequentavano le gallerie assiduamente, ora molto meno perché si preferisce andare alle fiere”. Un cambiamento radicale che ha reso le gallerie sempre più commerciali, cedendo il passo alla produzione culturale. “La galleria non era solo un luogo di vendita”, sottolinea Pero, “ma si produceva cultura e anche il rapporto con gli artisti era più profondo, intenso. Il gallerista li accompagnava nel loro percorso, li seguiva nel lavoro, discuteva della ricerca”.
LA MOSTRA
“Per celebrare questo passaggio importante e chiudere un ciclo”, sottolinea il gallerista, “ho deciso di esporre tutte le opere degli artisti che negli ultimi venti anni hanno avuto una personale nella mia galleria”. Una lista molto ampia che comprende tra i tanti: Abbominevole, Carl Andre, Omar Ba, Nicola Bolla, Alighiero Boetti, Arianna Carossa, Vanni Cuoghi, Fausto Gilberti, Massimo Kaufmann, Wolfgang Laib, Andrea Mastrovito, Luigi Ontani Tony Oursler, Giulio Paolini, Tom Sachs, Julian Schnabel e molti altri. “Proprio per sottolineare la varietà di artisti e di punti di vista”, conclude Pero, “e per rendere merito ad un percorso fatto insieme agli artisti, la mostra è allestita riprendendo il concetto della quadreria, senza seguire un vero filone curatoriale. È un excursus sull’evoluzione del gusto del gallerista che non è per forza settoriale, ma può abbracciare più visioni nella consapevolezza che l’opera d’arte è prima di ogni altra cosa arredamento dell’anima non solo di una casa”. Oltre alle opere, saranno venduti i libri, i cataloghi, i poster e tutto quanto prodotto negli anni.
LA GALLERIA
La galleria Giuseppe Pero inizia la sua attività nel lontanissimo 1995 a Torino, grazie ad una partnership con Gian Enzo Sperone, concentrando il proprio interesse soprattutto sugli artisti americani come Julian Schnabel, Tom Sachs e Tony Oursler. Nel 1996, con il nome di 1000 eventi, si sposta a Milano, dove oltre a presentare il lavoro di artisti storici come Alighiero Boetti e di artisti rappresentativi dell’Arte Povera, si occupa della giovane arte contemporanea italiana e straniera. Dal 2002, Pero cambia nome e continua la sua attività da solo all’interno dell’attuale sede di Via Porro Lambertenghi 3, grande spazio espositivo ricavato dalla ristrutturazione di una vecchia officina meccanica.
– Mariacristina Ferraioli
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